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Ai "leoni da tastiera" e ai "pettegoli da sacrestia"

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 9 mag 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Sono stati giorni difficili e complicati… lo devo ammettere!

Ci sono già stati sotto natale, ma oggi sono tornati.

Perché? A causa dei leoni da tastiera e delle pettegole da sagrestia. Gente coraggiosa che quando c'è da sparlare e criticare è sempre in prima linea adeguatamente protetta dell'anonimato di paese oppure da uno schermo del PC.

Le parole feriscono e possono uccidere!

Possono uccidere la gioia, possono ferire le persone e possono, in casi estremi, togliere la vita.

Spendiamo ore a spiegare in scuola e in parrocchia che tutto nella vita ha conseguenze, che le scelte sono importanti e che lo stile del Vangelo è la Misericordia. 

Mi domando a che scopo…

Che scopo ha tutto questo se poi noi adulti arriviamo a scrivere falsità tra di noi e su di loro.

Ho provato vergogna per Finale e per la chiesa che è sul territorio.

Finale, ci tengo a dirlo per i campanilisti zelanti, nella sua interezza! Pia, Marina, Borgo e non solo.

Perderò del tempo a ricordare a tutti che quello che si scrive sui social ha conseguenza nella vita reale a livello certamente relazionale, ma anche e soprattutto In sede civile e penale.

La diffamazione è sempre un reato.

Trovo poi particolarmente deprecabile che un certo stile diffamatorio serpeggi tra persone che si definiscono credenti e che certi modelli aggressivi sui social arrivino proprio da queste persone come se la vita morale Su questi strumenti non abbia valore.

Personalmente ho sempre scelto lo stile della trasparenza anche a costo di pagare per le mie affermazioni e per le mie convinzioni.

Avvenne il giorno dell'ordinazione quando decisi di dire apertamente il mio pensiero dall'altare, è avvenuto più volte sui social attraverso alcuni video e in tante altre occasioni. Sempre mi sono assunto la responsabilità morale e non solo di ciò che ho pubblicato.

Certamente la Carità non nega la verità, anche quando scomoda e dolorosa, ma prima di fare affermazioni pubbliche contro qualcuno bisogna essere certi che quello che si dice e si scrive sia fondato e veritiero altrimenti è meglio tenerselo per sé.

Alcuni commenti sui social che vanno a minare la stabilità sociale di paese, la coesione ecclesiale e il buon nome tanti (tra cui anche dei minori) non può essere né tollerata neppure passivamente subita.

A noi educatori, a noi cristiani di qualunque tipo, è data la responsabilità anche delle nostre azioni e delle nostre affermazioni sui social.

Le parole uccidono, le parole scritte su internet restano e uccidono ancora di più.

A chi si domanda: “cosa è successo?” oppure “perché queste parole?” non darò risposta.

Non intendo dare risalto a persone che con il loro comportamento diffamatorio sui social hanno causato, e stanno causando, dolore a tante persone (minori compresi).


Se siete in dubbio vi do un consiglio:

Dal Vangelo secondo Matteo 5,33-37

Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello.

Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.

 
 
 

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