Battesimo del Signore - Anno C
- Gabriele Semeraro
- 11 gen
- Tempo di lettura: 4 min

Le letture di questa domenica ci dicono la gioia del cambiamento, la gioia della possibilità di essere diversi rispetto a una situazione precedente più negativa.
È possibile cambiare? Non si tratta semplicemente di una domanda spirituale bensì profondamente antropologica. Dalla risposta che noi diamo a questa domanda ne consegue una visione di fede e di vita molto diversa.
Nei Vangeli ci vengono proposti due testi che dicono il tempo di cambiamento per Gesù. Uno è le nozze di Cana mentre l'altro è il Vangelo del battesimo.
Noi oggi ci soffermiamo ovviamente sul battesimo… è un momento che va capito bene.
Il battesimo di Gesù non è il nostro battesimo. Giovanni battezza i peccatori come segno di conversione, come strumento penitenziale e come purificazione rituale.
Il battesimo cristiano è una cosa completamente diversa infatti con l'immersione nell'acqua c'è il perdono dei peccati e la configurazione a figli di Dio a somiglianza di Cristo.
Potremmo dire che il battesimo di Giovanni è molto più simile al nostro rito del mercoledì delle ceneri.
Perché allora Gesù fa una cosa che a lui non serve?
Effettivamente Gesù non ha bisogno di conversione e neppure di purificazione, ma sceglie di fare qualcosa che fanno i peccatori pentiti. Questo ci dice tanto sulla psicologia di Gesù e ci dice tanto sull'atteggiamento del Maestro rispetto a noi. A Lui non basta assomigliarci, a Lui non basta mettersi accanto a noi, ma vuole fare tutto ciò che noi facciamo e accomunarsi a quelle persone che Lui vuole salvare.
I teologi direbbero che c'è la massima espressione della kenosi cioè dell'abbassamento di Dio.
In questo momento di inizio ministero abbiamo la testimonianza non solo di Giovanni bensì dell'intera Trinità.
Dio Figlio sta entrando in acqua accettando di essere in tutto uguale ai peccatori, Dio Spirito scende visibilmente su di lui per consacrare la sua missione e si ode la voce di Dio Padre che dà testimonianza.
Dove c'è Gesù c'è tutta la Trinità, dove c'è il peccato e il desiderio di conversione lì c'è Dio.
Gesù rappresenta per noi quella possibilità di cambiare che il mondo ci nega.
Dio Padre pone il suo compiacimento nel Figlio che sceglie l'abbassamento più totale dalla sua condizione divina: diventa come noi e uno di noi.
Il battesimo di Gesù ci ricorda tante cose e soprattutto ricorda che noi discepoli siamo chiamati a fare una serie di scelte e di azioni simili a quelle di Gesù.
Gesù si mette accanto ai peccatori e sceglie di vivere come loro pur evitando il male.
Questa è la via dei cristiani che non sono il popolo dei perfetti, ma un popolo di peccatori che vuole accostarsi e condividere la strada di altri peccatori cercando insieme di evitare il male.
Vogliamo diventare imitatori di quello sguardo benevolente che Dio ha verso di noi e vogliamo diventare azione caritativa come Cristo l'ha avuta con noi.
Siamo chiamati ad uscire dalla nostra modalità religiosa, clericale e in fondo passiva… per iniziare a vivere qualcosa di diverso! Ma deve essere qualcosa di concreto e deve essere qualcosa di reale!
Il modo in cui guardiamo la realtà, il modo in cui interagiamo con gli altri e il modo in cui ci relazioniamo con noi stessi cambia completamente la vita a noi e agli altri.
Aver scelto di essere cristiani, di essere scout AGESCI, di essere all'interno di gruppi e associazioni cattoliche… non può essere un vivacchiare e non può portarci a ripiegarci nel nostro piccolo orticello.
Come puoi dire di essere un discepolo o una discepola e poi fare uso di sostanze che danno dipendenza? Se sei cristiano e se sei scout non lo puoi fare! È uno svilire il dono di Dio.
Come puoi dire di essere cristiano e poi picchi tua moglie, i tuoi figli, tuo marito, ecc…? Non puoi come cristiano scendere a compromessi con la violenza delle mani e delle armi.
Come ti permetti di crederti una persona buona solo perché “non fai nulla di male”, ma poi nella tua vita abbracci le cose più meschine e i comportamenti più egoisti.
Come puoi essere convinto di essere a posto a livello di relazione con Dio, ma poi ti butti nelle braccia di cartomanti ed esoteristi?
C'è bisogno di una conversione del cuore, delle scelte e della vita! Un cambiamento reale in cui Gesù non ti lascia solo/a.
La festa di oggi ci dice la possibilità reale di un cambiamento, ma non privo di fatica e soprattutto un cambiamento che non è mero volontarismo bensì un cambiamento accompagnato da Gesù stesso… un cambiamento frutto della chiamata di Dio nella tua vita.
Infine la festa di oggi dice che noi possiamo e dobbiamo essere Cristo per qualcun altro.
Non imponiamo la nostra presenza agli altri, ma ci rendiamo disponibili a vivere quell'umanità dolorosa e ad accompagnare quell'umanità ferita.
Non è una questione di perfezione… forse in tutto questo falliremo.
Non è una questione di purezza… forse non siamo puri per niente.
È una questione di riproporre agli altri quel dono di Dio che abbiamo ricevuto dalle mani di Cristo stesso.
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