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Commemorazione dei fedeli defunti

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 2 nov 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

Per poter comprendere meglio la memoria di oggi dobbiamo tornare al senso della morte come esperienza fondamentale e antropologica della vita.

Ai miei studenti, a scuola, quando provo a spiegare il senso di queste giornate parto sempre dalla festa di Halloween.

Anticamente, un po' in tutta Europa, l'anno finiva con il mese di ottobre perché le culture antiche seguivano i ritmi della terra.

In Inghilterra questa festa di fine anno prende il nome di Samhain e si trattava proprio di una festa legata alla Terra, alla morte, alla vita che nasce e a tutto ciò che è vita.

Il cristianesimo rimase affascinato da questo culto proiettato nell'aldilà che festeggiava attraverso l'accensione di lampade e luci alla finestra.

In realtà risuonava nel cuore dei nostri antenati cristiani come qualcosa di più antico perché in realtà apparteneva già alla loro cultura.

Anche in Italia per secoli si è fatta la stessa festa con altri nomi prima dell'arrivo del cristianesimo.

Per farla breve, il cristianesimo ha sentito questa festa che suonava e profumata come il Vangelo.

Così la chiesa istituì la festa di “All Hallows’ Eve”, la festa della vigilia di tutti santi.

Per tante ragioni storiche politiche, ma anche culturali e religiose, non si è riusciti ad evangelizzarla fino in fondo pertanto si è scelto di sdoppiare la festa e spostarla.

Teniamo ancora nella mente presente che era la festa di fine anno. L'idea è che in quel tempo così breve i due mondi, la vita e la morte, si toccassero in maniera profonda.

La chiesa sposta allora in avanti la festa e la sdoppia. L'uno si festeggia tutti i santi: quelli vivi, cioè noi, quelli del Purgatorio e quelli del paradiso. I due si prega per tutti i defunti di cui noi non sappiamo l'esito, per dirla in un modo più semplice, preghiamo per i nostri cari dando per scontato che siano in purgatorio e che abbiano bisogno di un aiuto.

In realtà si è andato a creare una sorta di triduo, che rappresenta il passaggio da un tempo a un altro, dedicato a tutto ciò che è oltre il velo della vita materiale.

Quindi è importante valorizzare Halloween, come la festa dei santi e come la commemorazione dei fedeli defunti.

Potremmo dire in qualche modo che Halloween è il modo di esorcizzare la morte dal punto di vista umano, la festa dei Santi è il modo della fede di dirci direttamente la resurrezione che Cristo ci ha donato e la commemorazione dei fedeli defunti è il nostro modo di dare aiuto a loro.

Le letture di oggi dicono allora la speranza, dicono che la morte non è l'ultima parola sulla vita e dicono che la vita terrena è importante.

Vorrei ricordare una cosa che noi preti diciamo troppo poco nell'era moderna: la nostra fede crede nella Resurrezione del corpo, del nostro corpo.

Io non sono il mio corpo, ma il corpo non è un mero strumento bensì parte di un'identità. È un passaggio importante perché ci dice che anche i Santi canonizzati non sono ancora giunti alla pienezza in quanto gli manca il corpo.

Questo dato sul corpo ci dice l'importanza di una buona vita.

Certo che Dio è misericordioso, ma non è stupido. Misericordia vuol dire che si mette al nostro livello e che giustifica tanto di noi, ma non oltre la nostra volontà personale.

Nella sua misericordia in cielo ci saranno tante persone che magari non sono venute in chiesa ed erano buone, mentre tante che venivano in chiesa saranno magari all'inferno… ma a noi di questa roba non deve fregarcene niente!

Il Signore guarda alla bellezza della vita e non alla fine o al dopo.

Sta a noi vivere in un certo modo ed agire aperti agli altri.

Oggi noi preghiamo per coloro che sono di là oltre il velo della vita eterna sapendo che loro pregano per noi che siamo di qua che non siamo ancora entrati nell'eternità.

Guardiamo ai nostri defunti non con nostalgia, ma provando a vivere il Vangelo che è emerso dalla loro vita e ciò che di bello ha avuto la loro vita.

Alla sera della vita, diceva San Giovanni della Croce, saremo giudicati sull'amore… Se questo è vero allora ci conviene cominciare ad amare adesso.

Ultimo spunto che mi permetto di dare è un insegnamento che ho ricevuto in tanti modi dalla Chiesa.

Gesù non viene a salvarci singolarmente… spesso nei Vangeli parla al plurale. Il Signore ha impostato la chiesa perché fosse un'adunanza di fratelli e sorelle che come tali provano ad interagire. O ci salviamo come chiesa o non si salva nessuno!

Se teniamo insieme i vangeli e in particolare quelli degli ultimi tre giorni, il messaggio che ne nasce per noi è fondativo di uno stile di vita cristiana che sicuramente pungerà la nostra vita.

Le Beatitudini ci dicono qual'è lo stile della vita credente e abbiamo scoperto, ieri, che il nostro stile di vita non sono solo i comandamenti bensì soprattutto le Beatitudini.

Inoltre ci siamo resi conto che le Beatitudini puntano tutto sulla relazione tra di noi e con gli altri.

La nostra fede dice che ci sarà un giudizio finale che guarderà al tenore della nostra vita, ma ancor di più guarderà quasi esclusivamente a quanto siamo stati in grado di amare… quanto impegno ci abbiamo messo.

La liturgia, la fede e la predicazione del Vangelo ci ricordano che la nostra speranza è Cristo il quale ci ha promesso la resurrezione, quindi anche del nostro corpo materiale, di cui Maria è la primizia insieme a Gesù.

Da tutto questo nasce uno scegliere un certo stile di vita, un certo modo di approcciarsi alla cura del corpo, un certo stile credente che deve avere nell'interazione con le altre persone.

È una questione di scelte! La vita cristiana è una via proposta a tutti, ma non tutti vogliono accoglierla… la scelta sta a noi e nessuno ci obbliga a battere la strada del cristianesimo.

Nell'ottica evangelica è molto peggio un cristiano mediocre, cioè che ha scelto di vivacchiare una forma di fede non autentica, rispetto a uno che crede in altre forme religiose tipo un musulmano fervente.

Che la nostra preghiera per i nostri fratelli e sorelle defunti sia accompagnata da gesti di concreta carità anche in loro memoria.

O ci muoviamo insieme come comunità per farci salvare da Cristo oppure rischiamo di restare tutti tagliati fuori dal Regno di Dio… come diceva un anziano prete, o ci si salva insieme o non si salva nessuno.


 
 
 

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