Commento XX Domenica anno C
- Gabriele Semeraro
- 19 ago 2019
- Tempo di lettura: 4 min

LETTURE: Ger 38,4-6.8-10; Sal 39; Eb 12,1-4; Lc 12,49-57
Aderire a una vita di fede realmente radicata alla persona di Gesù e alla parola viva del Vangelo è una scelta difficile e impegnativa.
Spesso diciamo che chi sceglie la via della fede dovrebbe essere più felice, sereno e in pace con il mondo. Questo non è del tutto vero... Anzi sappiamo che soprattutto per i santi non è stato così perché non sono stati compresi e hanno urtato le coscienze.
Scegliere Gesù e la sua via è e resta una scelta impegnativa che può metterci nella condizione di entrare in conflitto con noi stessi e con gli altri.
Essere radicalmente legati a Cristo ci mette in una condizione di scontro con le dinamiche del mondo che, in fondo, sono la nostra dinamica più profonda.
Ma cosa vuol dire "scegliere Cristo e il Vangelo"?
Siamo chiari: non c'entra nulla con lo sgranare rosari, non c'entra col accendere candele in chiesa, non c'entra con il fare le processioni con le casse, non c'entra con usare paramenti antichi o moderni né con il canto in qualsivoglia lingua, non c'entra nulla con se uno va a messa tutti i giorni oppure una volta l'anno.
Tutto questo non è aderire a Cristo e non è essere cristiani!
Queste cose, spesso, sono riti esteriori vuoti che viviamo come fossimo pagani o atei.
Aderire a Gesù e al Vangelo è come un fuoco che arde in noi… arde costante e dona energia, muove le mani e orienta il cuore.
È un fuoco che scalda chi ci circonda e lo contagia, ma a volte può anche bruciare e fare male… ma prima di tutto a noi stessi.
Avere questo fuoco nel cuore non rende mai duri, bigotti, intolleranti e intransigenti, ma apre alla relazione con l'altro.
Gesù ci ricorda che bisogna affrontare le proprie resistenze per entrare in relazione con gli altri e con lui.
Essere fedeli al Vangelo vuol dire scontrarsi con la mentalità del mondo che esclude gli altri, vuol dire fare cose che urtano le coscienze e danno fastidio.
Vedete come il papa ci invita all'accoglienza delle persone più povere e lontane… come ci chiede di portare Gesù ai divorziati, agli omosessuali, alle prostitute, ecc.. quanta fatica! Quanta incomprensione! Anche nella chiesa e anche da noi.
Il nostro mondo dove va?
Va verso i muri negli USA, va verso la brexit inglese, va verso la violenza in strada francese e va verso il decreto sicurezza in Italia (decreto che non è certo migliore delle leggi razziali fasciste).
Da questa situazione reale nasce un fuoco di tensione tra il credente che soffre davanti all'ingiustizia perchè appassionato di Gesù e colui che è convinto di essere credente, ma aderisce a logiche di violenza e di esclusione tipiche del diavolo a cui mette un cappellino religioso.
Il profeta Geremia vive le conseguenze di uno scontro simile. Viene gettato nella cisterna perché il suo modo di pensare va controcorrente.
Nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità viviamo, a volte, la stessa dinamica di tensione.
Vedete il problema non è la politica e non è (in senso stretto) l'ideologia, ma quanto una persona è realmente innamorata Gesù! Quanto realmente legge e vive concretamente il Vangelo! Quanto è realmente discepola del maestro!
Se noi fossimo realmente discepoli di Gesù saremmo aperti all'azione dello Spirito Santo e non saremmo vincolati a forme troppo rigide e pseudo-religioso, ma che di vita di fede hanno poco.
Se avessimo incontrato Gesù nelle nostre vite scopriremmo nuove forme per far conoscere colui di cui siamo infiammati a tutti.
Domandiamoci: c'è qualcosa che accende la mia vita? Di chi o di che cosa si tratta?
Sono attaccato a certe forme religiose come ad esempio: il rosario, le processioni con le casse, riti di varia natura, tradizioni, ecc… perché queste cose mi riportano a Gesù e mi umanizzano oppure per una forma nostalgica è vuota di religiosità di un tempo che ormai non esiste più e non ha più senso di esistere?
Che Dio non voglia che ci scopriamo persone che non hanno più un fuoco che arde nel proprio cuore…
Che il Signore non voglia che ci scopriamo persone violente e intolleranti verso chi è diverso: che esso sia un profugo oppure il vicino di casa un po' strano.
E se per caso ci scopriamo stasera senza un fuoco e violenti allora chiediamo a Dio di accendere il fuoco dello Spirito Santo nei nostri cuori perché possiamo essere realmente discepoli innamorati dell'umano, appassionati di Gesù e possiamo divenire persone accoglienti che donano gioia a tutti.
Gesù ci ha detto "Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera".
Questa divisione è avvenuta nell'era apostolica perché nelle famiglie alcuni erano cristiani e altri no. I non cristiani della famiglia denunciavano i cristiani e li facevano mettere a morte.
Oggi questa dinamica di scontro speriamo nasca nuovamente nelle nostre famiglie, nel nostro paese e nelle nostre comunità.
Perché? Perché sarà il segno che siamo usciti da questa mentalità imborghesita di cristianità vuota e polverosa che puzza di muffa da sacrestia per aprirci ad una nuova Pentecoste. Sarà possibile finalmente non illudersi di essere cristiani solo perché si va a messa e si compie dei riti, ma cominceremo a vivere tutta la nostra vita da appassionati di tutto ciò che è autenticamente umano senza escludere nessuno e saremo realmente infuocati per Gesù.
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