Corpo e Sangue del Signore - Anno A
- Gabriele Semeraro
- 10 giu 2023
- Tempo di lettura: 3 min

La festa di oggi è una festa importante, ma un po' strana almeno dal punto di vista storico.
La festa nasce in Belgio nel 1247 in contrapposizione alla predicazione di Berengario di Tours il quale predicava la presenza simbolica rispetto a quella reale.
Questa forma devozionale permane nella chiesa per lungo tempo, ma è con il Concilio di Trento che prende nuovamente forza in chiave antiprotestante.
Quando qualcosa si fa "contro qualcuno" non va mai bene! Andiamo allora a ciò che rappresenta realmente questa festa…
Non possiamo ridurre l'Eucarestia a un feticcio religioso e banalizzare questa festa riducendola, come troppo spesso avviene, alla festa del pane eucaristico da portare a spasso.
Che cosa vuol dire nutrirsi di Cristo?
Vuol dire prima di tutto nutrirsi della sua Parola e lasciarsi trasformare da essa. Fateci caso: non si può celebrare l'Eucarestia senza aver prima ascoltato la Parola del Vangelo.
La mensa della Parola e la mensa Eucaristica sono legate indissolubilmente.
Poi ci si nutre della predica che ci dice "come attualizzare la Parola e come incontrate Cristo oggi".
Infine ci si nutre del pane che anche dopo la consacrazione resta vero pane, ma diviene anche il Signore Gesù.
Non a caso ci viene insegnato che in quel pane c'è tutta l'umanità e la divinità di Cristo: spirito, anima, corpo, persona, umanità, divinità e l'intera Trinità.
Ci nutriamo di quel pane per trasformarci in Lui potendo finalmente vivere quello che si è ascoltato nella Parola.
L'Eucarestia è il pane del peccatore che vuole camminare e non il premio dei buoni.
Ecco il centro del culto eucaristico, della messa e di questa festa.
Le forme devozionali che, passatemi l'immagine dissacrante, fanno fare la passeggiata per il paese al Santissimo sono letteralmente inutili e anacronistiche se non c'è una vita di fede quotidiana.
Portiamo in giro statue di santi e madonne, che sono dei bei comodini di legno, con la stessa scioltezza con cui portiamo in giro il Sacramento? Se è così… è tutto spazzatura inutile!
Lasciamo il Santissimo nel tabernacolo e cominciamo a convertirci.
Diventiamo noi ostensori viventi di Cristo nel mondo!
Nutrirsi di Cristo vuol dire non semplicemente "fare la comunione", ma divorare i suoi insegnamenti e cominciare a provare a viverli.
Iniziamo a vivere l'amore reciproco, il perdono, la misericordia, l'umiltà e tutto quello che Gesù ci ha mostrato con la sua vita.
Spezziamoci concretamente gli uni per gli altri!
Non giudichiamo gli altri perché diversi da noi: per colore pelle, estrazione sociale, per condizione di vita, per orientamento affettivo, ecc… ama e accogli il più possibile tutti! Spezzati per tutti! Sii tu Eucaristia per gli altri.
Non privarti della comunione e della confessione se vuoi veramente camminare da discepolo/a.
Se oggi faremo la processione, ma poi non si sente il bisogno di venire qui in chiesa normalmente e di vivere fuori l'accoglienza… sappiate che non serve a nulla! Ci stiamo condannando da soli!
Seppur in modi diversi Cristo è presente in tanti modi nella chiesa e la sua presenza, seppure in modi diversi, è profondamente reale.
Cristo è realmente presente nel pane e nel vino come è realmente presente nel sacramento del fratello e della sorella. La comunità, la chiesa, è presenza reale di Cristo.
Cristo è realmente presente in ogni suo Sacramento in un modo diverso rispetto all'Eucaristia.
Ogni volta che il sacerdote celebra, o quantomeno in alcune sue parti, celebra si dice "in persona Christi".
Mi permetto di dire però che ogni qualvolta ciascuno di noi agisce nella propria vita quotidiana alla luce degli insegnamenti di Cristo agisce "in persona Christi".
Oggi celebriamo l'amore concreto di Dio per gli uomini e il fatto che ci abbia insegnato come amare divinamente in modo umano gli altri.
La nostra funzione nel mondo non è quella di trasformare tutti come noi, ma la nostra funzione come cristiani è sacerdotale.
Ciascuno di noi è chiamato a farsi spezzare e divorare dagli altri in ciò che è bene, nel modo di vivere positivo, nella Misericordia, in ogni singolo atto di concreta gentilezza quotidiana.
Ripeto quello che ho già detto nelle ultime domeniche: non aspettare che siano gli altri a cambiare, non aspettare che siano gli altri ad amare per primi. Sii tu l'amore che vuoi vedere nel mondo.
Sii tu il cambiamento, sii tu la Misericordia, si tu la gentilezza, sii tu il perdono, sii tu Cristo per il mondo!
Basta scuse, basta religiosità imborghesita che aspetta che sia sempre l'altro a cambiare, basta con una fede miracolistica che va in giro a cercare apparizioni e miracoli!
È ora di crescere e di vivere da adulti assumendosi la responsabilità della propria scelta di fede altrimenti rendiamo la festa del Corpus Domini come una recita anacronistica di cattivo gusto e spazzatura per il mondo.
Rischiamo di rendere Cristo un bugiardo e la chiesa una buffona. Non aspettare che sia l'altro a cambiare, sii tu Cristo nel mondo.
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