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DOMENICA DELLA SANTA FAMIGLIA ANNO C

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 26 dic 2021
  • Tempo di lettura: 4 min

Oggi è la festa della Santa Famiglia. Prima di partire a commentare il Vangelo vorrei allora soffermarmi proprio su questo titolo e vorrei entrare a guardare il mistero di questa particolare famiglia.

Negli ultimi anni un certo mondo cattolico si è riempito la bocca della parola e del concetto di "famiglia", forse a volte snaturandone il senso.

Quante buffonate diciamo sulla cosiddetta "Famiglia Cristiana" guardando, diciamo noi, alla famiglia di Nazareth.

Allora guardiamo seriamente alla famiglia di Nazareth!

Maria è una giovanissima ragazza che rimane incinta prima del matrimonio, Giuseppe è un brav'uomo che però sposa una ragazza già incinta e adotta il bambino che da lei nasce. Inoltre tra Maria e Giuseppe, così dice la Sacra Scrittura e così dice il Magistero della Chiesa, non c'è e non ci sarà mai relazione sessuale.

Che tra noi, sacerdoti e laici, prendiamo a modello la Famiglia di Nazareth come modello della famiglia tradizionale… dovrebbe farci un po' riflettere!

Quante battaglie inutili abbiamo fatto semplicemente perché non siamo capaci di stare davanti alla fragilità, alla diversità, davanti all'altrui limite e alla sconcertante fragilità della vita?

Ricordo discorsi inverosimili nelle nostre parrocchie riguardo ai matrimoni civili e, in tempi recenti, alle unioni civili.

Ricordo ancora i discorsi scandalizzati dei miei nonni che raccontavano, a distanza di molti anni, l'approvazione della legge sul divorzio.

E sento tutt'ora discorsi indignati rispetto ad altre forme di unione familiare, altri modelli di famiglia.

Tutti i cattoliconi, preti e laici, a invocare la famiglia tradizionale, sul modello della Sacra Famiglia!

Oggi in maniera volutamente provocatoria vi ho mostrato come la Sacra Famiglia sia tutto tranne che tradizionale! Se pensiamo che uno dei fondamenti del matrimonio cristiano che rendono valido il matrimonio è proprio l'atto sessuale, vediamo che tecnicamente l'unione tra Maria e Giuseppe non sarebbe neppure valida.

Perché vi dico questo? Per scandalizzarvi? Assolutamente no, ma per mostrare come la logica di Dio vada molto al di là delle nostre regole e dei nostri concetti, delle nostre norme e dei nostri giudizi.

Il Vangelo di oggi ci mostra proprio Gesù mentre, passatemi la battuta, prende una sonora cantonata.

La Famiglia di Nazareth una volta all'anno si recava a Gerusalemme per una delle grandi feste, anche Maria pur essendo una donna e non essendo obbligato a farlo, vediamo che accompagna il marito e il figlio.

Quell'anno però Gesù è lì perché diventa maggiorenne. A 12 anni un israelita diviene responsabile delle proprie azioni e diventa membro attivo della comunità credente quindi vincolato a tutte le leggi della Torah.

È proprio il motivo per cui Maria e Giuseppe non sono preoccupati nel non vedere il figlio alla partenza da Gerusalemme. Era normale che i ragazzi della stessa età si unissero all'interno della stessa carovana e poi alla sera, nelle varie tappe, si ricongiungessero con la famiglia.

Resta il fatto che pur essendo maggiorenne è e resta un ragazzo. Abbiamo sentito l'angoscia dei genitori quando ritrovano Gesù nel tempio.

È sicuramente un'immagine affascinante ricca di dettagli e contenuti.

"«Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro".

Maria e Giuseppe non capiscono mentre Gesù ha chiarissima in mente la propria missione, ma forse non ha ancora chiaro il percorso che Dio Padre vuole per lui.

Se ci facciamo ben caso è l'unica volta che Gesù nel vangelo si mette a conversare nel tempio in un certo modo con i sacerdoti. È un modo spiritualeggiante e quasi clericale, molto distante dallo stile che avrà da adulto dove l'azione e la predicazione sono indirizzati a tutti.

Guardiamo come Gesù accoglie il rimprovero dei suoi genitori, dice il Vangelo: "Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini".

Gesù si rimette in discussione e pur essendo legalmente maggiorenne, sceglie di stare sottomeso. Questo atto gli permette di crescere "in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini".

Questo piccolo fraintendimento che ha Gesù, forse dovuto all'età e all'entusiasmo tipico degli adolescenti, forse è stato fondamentale perché Gesù comprende sino in fondo la via della concretezza e non si lasciasse affascinare da quel mondo polveroso e clericale tipico della struttura religiosa.

Impariamo a non giudicare mai gli altri secondo presunte dottrina, ma restiamo autenticamente umani e concreti. Se c'è qualcosa di peculiare che possiamo imparare dalla Sacra Famiglia è proprio la docilità di vita nel rispetto della realtà e dello Spirito del Signore.

Che il nostro stile sia questo, non contro il mondo, ma scorgere quel bene che si nasconde in esso… quel frammento di Dio che si nasconde in quella realtà anche così lontana dai nostri schemi.

Che cos'è la famiglia? Volersi bene al di là degli schemi, scegliersi al di là della biologia.

Se guardiamo con onestà alla Sacra Famiglia di Nazareth ci accorgeremo che è una realtà ben diversa da quella che noi definiamo "famiglia tradizionale". Lo stesso Dio incarnato lo mostra chiaramente … la famiglia, a volte, spesso, ha poco a che fare con il DNA, con il matrimonio e con tutte quelle cose di cui noi molto volentieri ci riempiamo la bocca.

Diventiamo autenticamente famiglia secondo il cuore di Dio e non perderemo più tempo a dividere il mondo tra "noi" e "loro", ma ci sarà solamente un'unica famiglia quella di Dio.

Chiediamo anche noi di crescere sulla via della docilità come la famiglia di Nazareth... Maria è docile all'azione dello Spirito lungo tutta la sua esistenza, Giuseppe e docile all'azione dello Spirito nel momento in cui accogliere Maria e Gesù come propria famiglia, e infine Gesù stesso e docile all'azione dello Spirito e del Padre che lo guidano continuamente verso la metà che si era prefissata cioè la nostra salvezza.





Signore Gesù,

Aiutaci a non fare discriminazioni anche quando parliamo di famiglia.

Aiutaci a considerare ogni essere umano, a prescindere dalla propria condizione, nostro fratello è nostra sorella.

Che ogni essere umano che ama altri esseri umani sia considerato da noi parte della nostra famiglia.

Aiuta noi che ci diciamo discepoli a discepole tuoi a non allontanare nessuno semplicemente perché non condivide il nostro credo, alle nostre convinzioni e la nostra morale.

Amen.

 
 
 

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