Domenica di Pentecoste - Anno B
- Gabriele Semeraro
- 18 mag 2024
- Tempo di lettura: 3 min

Siamo giunti alla domenica di pentecoste cioè alla domenica in cui lo Spirito Santo discende sulla Chiesa e inaugura la sua era.
Da questo momento la comunità dei discepoli può definirsi ufficialmente chiesa e da questo evento scaturisce tutta la nostra storia.
Noi tuttora siamo in piena era dello Spirito Santo.
L'immagine degli Atti degli Apostoli è un'immagine potente: un boato come di tuono, delle lingue di fuoco che si posano sugli apostoli e il dono della glossolalia cioè il dono delle lingue.
Appunto un'immagine potente che noi non abbiamo capito e che resta un'immagine.
Ci sono dei gruppi, tipo il rinnovamento dello spirito o i gruppi carismatici, che sono convinti di sapere cosa sia avvenuto quel giorno. Sono veramente convinti che lo Spirito sia apparso in questa forma annunciata dal libro degli Atti e che veramente abbia reso i discepoli capaci di parlare altre lingue.
Non è così! Questo racconto è volutamente un racconto simbolico che ha lo scopo di raccontare qualcosa di potente e di molto più vero. Chi conosce la storia e l'antropologia religiosa sa benissimo che la glossolalia non è il parlare tante lingue, ma è una cosa diversa.
Il dono della glossolalia è il suono del lallare dei bambini. Quello era il dono delle lingue in campo religioso cioè un suono molto particolare. Cosa sta dicendo il libro degli Atti realmente?
Sta dicendo che gli apostoli sono ancora rinchiusi nel Cenacolo dopo l'Ascensione e che sembrano ancora bloccati, sono incapaci di parlare all'esterno e non hanno il coraggio di uscire all'esterno. Allora l'immagine rappresenta la potenza della parola di Dio che sotto forma di lingua, cioè dello strumento che serve per parlare, scende nel cuore e nelle menti degli Apostoli.
Il fuoco è immagine della potenza, della passione e del calore che Dio mette nei discepoli.
La glossolalia non è il parlare altre lingue, ma è immagine della vera lingua che tutti possono capire: la lingua dell'amore.
Cerchiamo di essere chiari! È vero che a Gerusalemme c'erano tante etnie, ma gli antichi comunicavano in due modi: o nella propria lingua o nel greco della koinè che era parlato da tutti.
Gli apostoli non hanno bisogno di imparare lingue nuove e non hanno bisogno del miracolo di imparare altre lingue perché tutti capiscono il greco, ma quella grossolalia è immagine della lingua universale che è l'amore espresso attraverso azioni che tutti comprendono.
Pentecoste è realmente ciò che dà forma, sostanza e contenuto alla chiesa.
Altrimenti rischiamo di far dire la parola di Dio delle buffonate e rischiamo di trasformarla in qualcosa di miracolistico che non è e non deve essere.
La lingua irrigidita degli apostoli e la loro incapacità di esprimersi viene bypassata dallo Spirito e scoprono risorse che non sapevano di avere. Questo avviene ancora oggi!
È avvenuto nel Concilio Vaticano II ed è avvenuto nel sinodo diocesano. Avviene e può avvenire però anche nelle nostre comunità quando veramente ci mettiamo insieme in ascolto di ciò che lo Spirito suscita nella nostra chiesa di oggi.
L'azione dello Spirito non ci porta mai ad essere autocelebrativi e rinchiusi, ma ci apre all'esterno rendendoci coraggiosi e anche vulnerabili a possibile attacchi esterni.
La chiesa delle origini non è potente, non è grande e non è istituzionale… per capirci non è la chiesa del Concilio di Trento di cui la nostra chiesa attuale risente ancora in maniera troppo forte.
È una chiesa che ha il coraggio di uscire da se stessa e di porsi a rischio pur di portare un annuncio saporito e bello, luminoso e accogliente: Dio è dalla parte degli uomini e vuole salvarli tutti senza “ma” e senza “se”.
Lo Spirito ci porta ad avere lo sguardo puntato dritto verso Cristo in cielo, ma avendo le mani e gli occhi ben piantati qui sulla terra e sulla realtà.
Permettiamo allo Spirito Santo di rivitalizzare la nostra vita personale e rendiamoci disponibili a lasciarci mettere in discussione.
Con la scusa dell'ortodossia della fede, con la scusa delle nostre tradizioni, con la scusa della dottrina abbiamo troppo spesso bloccato questa azione.
Una chiesa che nasce autenticamente dalla Pentecoste è una chiesa che non vive di contrapposizioni, ma di tensioni. Non è un “out out”, ma è un “e e”.
La chiesa è autenticamente Cattolica nella misura in cui al suo interno c'è la possibilità di vita per le posizioni anche più lontane, ma è guidata da una carità reale, concreta e verificabile
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