Epifania
- Gabriele Semeraro
- 5 gen 2024
- Tempo di lettura: 4 min

Che cos'è l'epifania?
Dal punto di vista storico, prima che venisse fissata la festa del Natale il 25 dicembre, la maggior parte delle cristianità festeggiava il Natale il 6 gennaio.
Di questo fatto ne resta traccia nelle liturgia ortodossa oppure nelle comunità cattoliche di rito bizantino che festeggiano tuttora il Natale o il 6 o il 7 gennaio.
Il nome stesso in italiano significa ”manifestazione”.
Quando il cristianesimo divenne religione di Stato si tentò di sovrapporsi a festività già esistenti così fu istituito il Natale il 25 dicembre, ma nel cuore dei fedeli e della chiesa rimase importante anche il 6 gennaio.
In questo modo, come spesso è avvenuto nell'arco della storia della chiesa, si è deciso di mantenere entrambe le date connotandole con caratteristiche diverse:
Il Natale, il 25 dicembre, è in qualche modo il ricordo della nascita storica di Cristo;
Il 6 gennaio, l'Epifania, ricorda che Cristo è venuto per tutti e che il suo annuncio non è solo per gli ebrei.
L'immagine dei magi del Vangelo evoca proprio il fatto che questa salvezza è per le genti, per tutti. Tanto per cominciare i magi non sono re, ma sono dei saggi, dei sapienti, degli studiosi.
I magi rappresentano quell'umanità che con la propria ricerca umana, con lo studio e con le proprie forze è alla ricerca di Dio.
Attraverso lo studio scientifico, dell'alchimia, delle altre spiritualità e della propria intelligenza cercano Dio con tutto se stessi.
A costoro che sono fuori dal popolo eletto Dio manda una stella, un segno tangibile, che li conduce esattamente da lui.
Questo dato è l'evangelista a inserirlo nel testo ed è un dato assolutamente importante anche per noi.
La via cristiana, quindi anche la cattolica, è la via preferenziale per la salvezza… ma non è l’unica!
Dio si manifesta a chi vuole anche al di fuori del cristianesimo e la proposta della salvezza è per tutti.
La rivelazione e la salvezza non sono cose che vengono date in modo macchinoso, liturgico e religioso cioè in modo esclusivo. La salvezza è ciò che per eccellenza c'è di più inclusivo perché per tutti.
Su questo passaggio bisogna essere estremamente chiari e decisi soprattutto in un tempo in cui si urla facilmente allo scandalo ogni volta che qualcuno nella chiesa, dal Papa all'ultimo dei ministri, dice qualcosa che esce dai nostri schemi religiosi e morali: o la salvezza è per tutti o non è per nessuno!
Per tutti vuol dire tutti, per tutti vuol dire che non siamo noi a dettare le regole, non è la chiesa dettare le regole della salvezza, ma la salvezza arriva dove deve arrivare a tutti nei modi che tutti possano comprendere.
In quest'ottica la teologia pastorale aiuta un sacco noi preti e dovrebbe aiutare un sacco chiunque nella chiesa vuole starci alla maniera di Cristo.
In questo giorno di manifestazione del Signore desidero manifestare anch'io in maniera chiara cosa penso rispetto a tante polemiche che vengono fatte da certi vescovi, preti, laici di qualsivoglia movimento e gruppo medjugoriano di qualsivoglia denominazione…
Il centro della fede è l'annuncio che Cristo è venuto per tutti, che è stato un uomo e ha fatto esperienza umana, che è morto per i nostri peccati ed è risorto per salvarci il più possibile.
Tutto il resto, se non siamo centrati sul Vangelo e su questo messaggio, è inutile chiacchiericcio e spazzatura.
Voglio dire quello che ho detto di recente a una persona… se ci fidiamo veramente di Dio, se siamo certi che lui ci accompagna, non tormentiamo nessuno con le nostre maniere religiose!
Lasciamo fare al Papa il Papa, alla Santa Sede la Santa Sede, e noi occupiamoci della nostra vita spirituale che è a pezzi. Preoccupiamoci del fatto che stiamo diventando un popolo violento, intransigente, inaccogliente, ignorante anche a livello di fede e che continuiamo a essere sempre meno rilevanti a livello sociale non per colpa principalmente dei preti, ma dei laici che con certe maniere religiose sono diventati i buffoni della società civile.
Ma quale Gesù stiamo manifestando al mondo, ma quale Epifania!?!
Siamo lì che ci azzanniamo tra di noi per cosa? Perché la Santa Sede ha chiesto di benedire delle persone?
Litighiamo sui pizzi e sui merletti? Ci fidiamo più di visioni di persone, magari anche sante, piuttosto che del Vangelo?
Noi rischiamo di essere Epifania non del Signore con la nostra vita, con questo modo di fare chiesa a partire dalla vita di voi laici, ma di manifestare una schifezza di religione non troppo diversa dalle altre. Altro che salvezza.
Voglio ricordando a ciascuno di noi che il Natale e la Pasqua sono due misteri legati tra loro che hanno come tema la salvezza di tutti ed essa passa anche attraverso il nostro modo di relazionarci e di interagire con gli altri.
Finché non cambieremo, ciascuno di noi qui presente, questo atteggiamento… finché non la smetteremo di fare della filosofia sulla vita degli altri: divorziati, omosessuali, stranieri, immigrati clandestini o non, poveri, ecc…
Finché non smetteremo questa modalità schifosa, faziosa e senza amore… finché non finiremo saremo immersi nella dannazione e continueremo a manifestare non Dio, ma noi stessi.
Invece di perdere tempo con il chiacchericcio religioso di stampo antiecclesiale e antipapale, invece di perdere tempo a chiacchierare sul vostro parroco e sul vostro vice parroco insinuando cose brutte solo perché non assecondano le vostre aspettative, invece di fare della filosofia spirituale fondata su presunti messaggi di Medjugorje o di altri santoni… cambiamo la nostra vita cominciando proprio col fare silenzio fuori e dentro di noi per poter comprendere meglio che azioni possano essere più risonanti con il Vangelo che diciamo di voler seguire.
E per favore smettiamo di tormentare gli altri con le nostre dottrine, morali, pregiudizi e manie religiose.
Cristo è nato in una stalla rompendo il silenzio con i vagiti. Sono bastati quelli a rompere le scatole al potere e al male non è servito che aprisse bocca tormentando nessuno.
Concludo veramente dicendo e ricordando a tutti che Cristo è stato un migrante. Sento fondamentale ricordare a me stesso a ciascuno di noi che se non fosse per le condizioni particolari storiche in cui siamo nati, probabilmente i migranti saremo noi.
Visto che il Natale è l'Epifania del Signore e l'Epifania del Signore è un nuovo Natale: vi faccio ancora i miei auguri di Buon Natale.
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