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Festa di tutti i Santi - Anno C

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 31 ott 2022
  • Tempo di lettura: 4 min

Introduzione della messa prefestiva.

Vorrei iniziare questa omelia parlandovi della festa che stiamo celebrando cioè quella di Ognissanti, ma non posso farlo questa sera senza un accenno alla festa di Halloween.

Sarà una sorpresa per qualcuno di voi ma questa festa è sempre esistita sia prima del Cristianesimo e soprattutto dopo con la cristianizzazione della festa.

Nella cattolicissima Italia ci sono segni evidenti nella millenaria cultura enogastronomica (pan dei morti in Liguria, le budelle dei vecchi in Puglia, ecc…).

Fino agli anni sessanta nelle nostre regioni i bambini giravano per le case per farsi regalare frutta secca o altri prodotti tipici regionali. Non vi ricorda tutto questo il dolcetto o scherzetto di Halloween?

Tutte queste tradizioni hanno le loro radici nel paganesimo e soprattutto nel periodo pre-cristiano dell'Impero Romano dove c'era un grande culto dei defunti associato ai cicli stagionali della vita.

Il cristianesimo non ha mai eliminato queste tradizioni, ma le ha fatte sue e reinterpretate, questo almeno fino all'era contemporanea dove alcune visioni religiose disincarnate dalla realtà, manie religiose belle e buone, hanno portato all'annullamento creando un vuoto di senso che subito è stato rimpiazzato da una revisione americana laica, elaborazione di una festa cristiana irlandese che si chiamava "All Hallows Eve" che tradotto in italiano sarebbe "la festa della vigilia di Ognissanti"... contratto in Halloween.

La versione che festeggiano i nostri giovani è una versione americana, commerciale e goliardica che però serve per esorcizzare le paure più profonde dell'uomo.

Perché parlare di questo oggi invece che guardare al Vangelo… perché in realtà dobbiamo rievangelizzare questa festa non sopprimendola, ma vivendola per quello che è cioè espressione della cultura laica contemporanea.

Noi abbiamo perso una cosa bellissima che la chiesa antica, in particolare quella apostolica, aveva… si tratta di quel processo che si chiama inculturazione della fede.

La fede trova un dato oggettivo lontano da lei, ma radicato nel cuore dell'uomo e lo fa suo. Per farlo non lo elimina, ma lo assume, lo approfondisce e trova una risonanza cristiana, una risonanza evangelica.

I cristiani che sono contro Halloween non hanno capito niente della vita cristiana e spesso non sono persone accoglienti. Forse noi non chiamavamo quelle feste Halloween, ma se uno conosce la propria storia regionale e familiare scopre che in altre forme già esisteva e che la chiesa non l'ha mai osteggiata.

La questione è come riassumere Halloween all'interno della nostra dimensione cristiana trasformando questa festa in un vero e proprio triduo. 

I santi, cioè i credenti, fanno propio questo: il 31 è il momento del gioco in cui vengono esorcizzate le paure in un modo molto umano, il giorno dei Santi è il giorno in cui Santi vivi pregano con i santi del Purgatorio e del paradiso perché il Signore scenda ancora tra di loro. Il giorno dei defunti preghiamo per tutti quei defunti di cui noi non conosciamo l'esito finale, soprattutto i nostri parenti, e che pensiamo essere in Purgatorio.

Questo fa la comunità dei santi che è la chiesa e lo fa con lo stile delle beatitudini.


Per la festa:

Il Vangelo di oggi parla proprio delle beatitudini. Le abbiamo lette bene?

Io nelle altre comunità le ho sempre proposte associate nel catechismo ai Dieci Comandamenti perché i dieci comandamenti sono negativi (non fare), mentre le Beatitudini sono positive e rendono liberi (sii beato-felice).

Il santo non è colui o colei che sono perfetti, non peccano, sono eroi, ecc…

Neppure i santi canonizzati rispecchiano queste caratteristiche!

I santi sono coloro, vivi o defunti, che camminano nella gioia verso e con Gesù.

Le Beatitudini al di fuori di questa logica sono cose da masochisti.

Riascoltiamole:

"Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli"

Ma quando mai uno è beato quando piange, è infelice, è perseguitato, quando viene insultato e quando viene calunniato anche a causa del Vangelo. Se noi guardiamo le Beatitudini senza guardare al motivo perché si è Beati e senza radicarle nella vita Cristo, veramente è una roba da matti.

Il Signore i problemi non ce li risolve, ce li dobbiamo risolvere da soli! Per magia non ci toglie il dolore della malattia, del lutto, della sofferenza, le conseguenze del peccato, non ci libera dalle persone che ci faranno del male, dalle guerre, ecc… ci dà il senso e gli strumenti per affrontarli.

Il senso delle beatitudini qual'è?

Chi è povero in spirito, cioè è una persona semplice, affidabile, amorevole… ha il regno dei cieli!

Gli orgogliosi e gli arroganti non avranno nulla, ma coloro che sono nel pianto avranno la possibilità di ricevere consolazione cioè vicinanza dei fratelli e dalle sorelle.

Ora non abbiamo il tempo di vedere beatitudine per beatitudine con la relativa promessa, ma la questione è proprio la concreta promessa che il Signore fa a chi accetta di vivere nello stile e nella linea delle beatitudini.

Lo ripeto: il Signore i problemi non ce li risolve ce li dobbiamo risolvere da soli perché lui ci ha mostrato come fare ad attraversarli e si mette accanto a noi.

Essere Santi vuol dire che siamo persone che provano a essere felici e che questa felicità nasce dalla relazione viva, cioè che passa attraverso la nostra vita quotidiana, con Gesù.

 
 
 

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