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Funerale Gianni Di Fiore (Giovanni)  12 Novembre 2022 1 GV 3, 14 - 16 GV 5, 24 - 29

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 12 nov 2022
  • Tempo di lettura: 4 min

Perché ho scelto le letture che abbiamo appena ascoltato? Perché in un passaggio così delicato, l'ultimo saluto ad una persona cara, dobbiamo tornare al cuore dell'insegnamento di Gesù allontanando da noi ogni tentazione di pretesa e rivalsa.

L'evangelista Giovanni potremmo definirlo il cantore, nel concreto della vita, dell'amore di Gesù. 

Nella prima lettura ci ha detto una cosa molto chiara e molto forte "figlioli, noi siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte".

Un'etimologia un po' insolita della parola amore la definisce come "togliere la morte altrui".

Credere che Gesù sia Dio e credere nell'esistenza di Dio non ci salva dalla dannazione eterna. È credere che lui abbia a che fare con noi, che ci ama e che ci vuole togliere dalla morte esistenziale che ci permette di essere salvati.

L'amore vissuto non è quella cavolata televisiva dalla lacrimuccia facile, amare non ha a che fare con sentimenti ed emozioni mielose.

Amare è scegliere l'altro perché è se stesso, è scegliere di portare un pezzo del suo dolore, amare è avere lo stesso sguardo di fiducia che ha Dio con me, amare è rinunciare a un pezzetto di sé per darlo gratuitamente agli altri.

Amare è darsi agli altri per quello che si è e per come si è capaci!

Nell'ottica del Vangelo e di Dio, le parole che abbiamo udito oggi, possono esserci di grande conforto oppure di paura. Il Signore concede a tutti il dono della vita, buoni e cattivi, a tutti concede la resurrezione del corpo alla fine dei tempi, buoni e cattivi, ma con esiti diversi.

Meditando questo Vangelo mi sono domandato: quante cose avrà vissuto Gianni che noi non conosciamo? Gioie e angosce che solo Dio conosce?

Tutto inutile? Tutto è perduto?

Io amo ricordarlo così… davanti all'immagine dell'Immacolata che la guarda con tutta la tenerezza di cui era capace.

Amo ricordarlo mentre preparava i fiori a San Giovanni Battista arrampicato sull'altare maggiore, arrampicato sulla cassa dell'Immacolata oppure di San Pietro.

Un uomo a disposizione della comunità, a disposizione dei suoi pastori, a disposizione di chi lo cercava… a disposizione per amore.

Lui non era perfetto, ma era un figlio innamorato di Maria, un discepolo della Mamma celeste.

Dopo la morte dei suoi familiari, mi ha confidato durante una cena, si era affidato alla Madonna e l'aveva eletta come madre.

"Come Dio vuole" diceva spesso oppure "quello che Gesù desidera".

Aveva imparato, nei molti travagli della sua vita, a fidarsi di Maria e di Gesù. 

So che voleva un funerale gioioso, in bianco e voleva essere affidato alla mamma celeste.

Non era un uomo perfetto, non era impeccabile, ma si è messo in gioco fino all'ultimo respiro e si è fidato di Maria come il suo omonimo San Giovanni Evangelista. 

Tutto questo è stato inutile? Tutto è perduto?

No! Non voglio e non posso credere che Dio lascia svanire nel vuoto tutto quanto.  

San Giovanni della Croce, dottore della Chiesa, diceva che "alla sera della vita saremo giudicati sull'amore".

Non saremo giudicati sul peccato, non saremo giudicati sulle idee, non saremo giudicati sulle tensioni, non saremo giudicati sulla morale… saremo giudicati sulla concretezza dell'amore vissuto!

Noi non idealizziamo Gianni… sappiamo dei suoi limiti e fragilità come delle sue doti e potenzialità. Non ne facciamo una santo e non ne facciamo un dannato, lui era se stessa… nulla di più nulla di meno.

Ma ha amato, per come ne è stato capace, la Madonna, Gesù e anche tanti tra noi.

Anche lui sarà giudicato sull'amore della sua vita.

Da chi sarà e saremo giudicati? Sarà l'amore stesso di Dio a giudicare la nostra vita... saremo giudicati dall'amore concreto di Dio sull'amore concreto che abbiamo vissuto nel nostro piccolo.

Oggi, davanti a questa cassa, davanti alla perdita di una parente, di un amici e di una persona cara ci è chiesto di rinnovare il nostro sforzo nel vivere bene e nel compiere atti concreti di bontà e di amore.

Guardiamo all'esempio di questa vita che ci lascia, guardiamo al bene vissuto, guardiamo a tutto ciò che è stato fatto da Gianni con gesti di concreto amore e facciamoci suoi imitatori. 

Non a parole, ma nella concretezza del nostro vivere, con gesti di concreto e quotidiano amore, con gesti di concreta e quotidiana gentilezza.

Noi oggi siamo qui perché vogliamo farci voce di intercessione presso Dio per lui con l'Intercessione di Maria. La nostra preghiera vuole sollecitare lo sguardo di Dio perché concentri le sue attenzioni solo sull'amore vissuto nella sua vita e lasci perdere tutto il resto.

In un momento di silenzio preghiamo per lui e chiediamo al Padre di portarlo ora nella sua pace.

A coloro che sono presenti, ma faticano ad avere fede oppure sono non credenti, anche voi fate un ricordo di un momento bello vissuto con questo fratello.

La vicinanza a lui e a chi di noi è nel dolore, la vostra presenza oggi, non è forse segno di un amore reale? Non stiamo provando insieme a portare un pezzettino del peso e del dolore che proviamo? Non è questo che ci ha detto il Vangelo oggi?

"Alla sera della vita saremo giudicati sull'amore", ma se a giudicarci è l'amore di Dio… è proprio un bel giudizio.

 
 
 

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