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I DOMENICA DI QUARESIMA ANNO C - Ancorati nel Tuo amore.. nella prova.

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 8 mar
  • Tempo di lettura: 4 min

Partiamo la seconda tappa del nostro percorso quaresimale, iniziato mercoledì delle ceneri, intitolato “Ancorati al Tuo amore…”

Il titolo di questo omelia è “Ancorati al Tuo amore… nella prova”.

Guidati dalle letture di oggi affrontiamo il tema della prova, il tempo del deserto e dell'aridità.

Si tratta di un'esperienza fisiologica per tutti gli esseri umani, un'esperienza naturale da cui si può uscire rafforzati oppure si può cedere e restarne uccisi.

Trovo assolutamente interessante il modo in cui Gesù vive il tempo dell'aridità e della prova perché anche questo suo modo di vivere dice una certa distanza con la nostra mentalità.

Noi continuiamo ad avere una visione della fede miracolistica e in fondo magica.

Davanti alle prove della vita invece di affrontarle noi vorremmo soluzioni facili: guarire dalle malattie, non soffrire, avere tutto facile e non vivere tempi di aridità.

Gesù In questa prima prova della vita invece sceglie la strada dell'affrontare e attraversare in semplicità anche il tempo della fatica.

Non prega il Padre perché lo liberi, non avanza pretese perché sta faticando, bensì sceglie di attraversare quel tempo e di apprendere qualcosa di nuovo da quel tempo.

Inoltre in lui non c'è tentazione di accusa verso il Padre come se il Padre avesse mandato a lui quelle prove.

Vedete lo Spirito Santo conduce Gesù nel deserto al tempo della prova, ma non è lo Spirito che vuole la prova bensì è una cosa con naturale al fatto che Gesù è veramente un uomo.

Il fatto di essere nella nostra natura umani implica il tempo della prova, è qualcosa a noi connaturale.

Ci sarà il tempo della grande prova in cui Gesù dirà “Padre se vuoi allontana da me questo calice, ma non la mia bensì la tua volontà”.

Gesù sa perfettamente che il Padre emerge con forza da qualunque realtà della vita.

È la prova che paradossalmente ci rende liberi: liberi da noi stessi, liberi da ciò che si incatena e liberi di amare.

Non è facile stare nella prova, non è scontato agire come Gesù, ma si presuppone che noi adulti abbiamo scelto Cristo.

In fondo il tempo della prova serve a noi per capire se il nostro essere cristiani è solo formale o è sostanziale. Il tempo della prova mette paura a tutti, ma saggia la fede de cristiani.

Il tempo del deserto ha aiutato Gesù a prepararsi alla missione pubblica e a capire che quello era il tempo giusto per manifestarsi.

Io penso ai miei deserti falliti, ciascuno di noi dovrebbe farlo, perché anche quel fallimento ci è permesso un cammino.

Io sono profondamente convinto dell'inutilità della catechesi verso i ragazzi e i bambini perché trasforma la fede in religione morta. La scelta di fede la fanno gli adulti e il tempo della prova serve a saggiare la fede di persone adulte.

Davanti al lutto viene saggiata la mia fede nella resurrezione, lì mi rendo conto se veramente il mio cuore è centrato su Cristo.

Davanti alla malattia e al dolore, di cui molti di noi hanno paura, si manifesta la profondità del nostro credere oppure l'assoluta superficialità.

Davanti alle persecuzioni che possiamo subire a vario titolo, è lì che scopriamo veramente se ci fidiamo di Dio e delle sue promesse.

Inoltre le cose più belle le impariamo nel tempo della prova…

Tutti ricordate quel professore o quella professoressa che vi hanno tormentato a scuola sui vostri errori e le vostre fatiche. E tutti avete imparato più da questi personaggi che dagli altri, quantomeno si impara cosa non essere nella vita, ma tante volte certi contenuti restano grazie alla passione di alcuni di questi personaggi.

Io racconto sempre che nei primi anni di ministero ho avuto modo di apprendere, dai primi due sacerdoti a cui sono stato affiancato, che sacerdote non essere! Se non addirittura che cristiano non voglio essere, di più, che essere umano non voglio essere.

Ora dico questa cosa sorridente, ma sono stati quattro anni da incubo a causa di persone così. Poi è arrivato anche il tempo della benedizione con il mio parroco don Caneto, il tempo della gioia e della condivisione fraterna… ma prima sono stati anni di follia e di assoluta contro testimonianza.

Molti anni fa ho avuto un formatore che, seppur in buona fede, era terribile e mi sono trovato a fare tanti anni di psicoterapia.

Di nuovo quell'esperienza ha dato un perché a tante cose dell'oggi e mi ha preparato a tante cose di oggi.

Per quanto io mi auguro sempre di non rientrare in un tempo di prova, il tempo della prova è il tempo della formazione ed è il tempo in cui si saggia la solidità della nostra fede.

Quando dico che si saggia la solidità della fede non intendo dire che è Dio che la saggia, ma serve a noi personalmente per verificare dove siamo. 

Ho l'impressione che tante volte noi non vogliamo fare questa verifica, neanche ci proviamo.

Parlando ai più giovani mi verrebbe da dire in maniera molto esplicita che o si accetta questo aspetto della vita spirituale, la prova, perché è fondamentale, o non si progredirà mai in un camino di una scelta consapevole… ci sono allora cose più interessanti fuori dal mondo cattolico, dal mondo scout e da qualunque altra forma associazionistica cristiana.

Non esiste nulla di perfetto né dentro la chiesa né fuori dalla chiesa, na nella chiesa c'è Cristo che da un senso al tempo di prova e ti aiuta a imparare tante cose per te stesso e per gli altri.

Ecco il tempo della Quaresima sia anche un tempo di prova per arrivare alla Pasqua con una vita più bella perché permeata di una fiducia in Dio più solida che noi chiamiamo fede.

 
 
 

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