II DOMENICA DEL TEMPO DI AVVENTO ANNO C
- Gabriele Semeraro
- 4 dic 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Siamo giunti alla seconda tappa che ci condurrà al Natale cioè alla contemplazione di quel mistero per cui Dio decide di diventare uomo.
Le letture di Avvento sono difficilmente interpretabili perché hanno un linguaggio e una dimensione profetica che rimanda all'incarnazione, ma non si esaurisce lì.
Eppure oggi il Vangelo mi colpisce perché ad un certo punto viene detto "la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto".
In alcuni vangeli questo passaggio è tradotto così "la parola di Dio avvenne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto".
C'è qualcuno che viene e allo stesso tempo avviene!
Nella realtà in cui una persona vive avvengono tante cose, si incontrano tante persone e situazioni.
Giovanni il Battista non è un caso, non è un'eccezione… ma è il prototipo del credente consapevole di sé, semplice nel vivere e talmente attento alla realtà che si accorge di Dio che si sta incarnando proprio in quella realtà.
Quando la settimana scorsa abbiamo detto dell'importanza, della centralità assoluta della preghiera, abbiamo anche detto che la preghiera non è semplicemente relegabile all'ambito liturgico o devozionistico.
La messa, le preghiere, le devozioni come rosario sono solo una parte minima di quello che è realmente la preghiera.
Dicevamo che c'è la vita che si fa preghiera, i gesti, le azioni e le intenzioni.
Giovanni il Battista vive in modo autentico la dimensione di fede e di preghiera perché riesce ad intuire dalla realtà che già vive, dalla quotidianità che affronta, che cosa Dio gli sta comunicando.
L'evangelista introduce il testo che abbiamo ascoltato con una sfilza di nomi altisonanti del mondo della politica del tempo e del mondo religioso, ma la parola viene su Giovanni nel deserto e non nei sacri palazzi del potere e della religione.
Non sono i nostri meschini poteri, non sono i ruoli all'interno della società e della chiesa che ci garantiscono di incontrare la Parola di Dio, la Parola di Dio avviene nel deserto cioè in quel luogo dove tutto sembra sterile.
Il Vangelo rivela come Dio si voglia manifestare attraverso i piccoli, attraverso la via della piccolezza e non attraverso le logiche di potere civile ed ecclesiale.
Cos'è allora che rende grande Giovanni, che lo rende un nostro modello e che gli permette di diventare il più grande profeta nato da donna?
Il fatto che Giovanni non fa cadere la parola di Dio nel vuoto, non si dimentica che tutto quello che viene ascoltato deve diventare vita, non c'è in lui scollamento tra la sua dimensione di fatica e di peccato rispetto al vero ascoltato della parola di Dio che Giovanni vuole provare a vivere.
Noi possiamo essere grandi non quando aderiamo a logiche di potere, non quando andiamo a piagnucolare oppure mugugnare dal parroco o da chi per lui, non quando manipoliamo le nostre guide per assecondare solo ed esclusivamente i nostri meschini interessi civili e religiosi, non quando viviamo logica mafiosa (e tra noi gente di chiesa, purtroppo, capita spesso), ma quando permettiamo alla parola di Dio di accadere nella nostra vita nonostante tutto, nonostante il male, nonostante il nostro male personale.
Quando permettiamo alla parola di venire su di noi e di avvenire nella nostra vita allora nasce la gioia Cristiana.
Ecco, la seconda domenica di Avvento potremmo definirla come la domenica della scoperta della parola che viene e che avviene nella nostra vita.
E la domenica in cui c'è la scoperta di un bene, di una bellezza, di un segno positivo che, nonostante noi e nonostante gli eventi della storia, sta agendo. Non siamo noi a essere la fonte della nostra gioia e neppure della pace. Noi siamo coloro che preparano la strada che permette al bene di emergere dalla vita.
Impariamo a leggere i segni concreti Dì qualcosa di nuovo che potrebbe accadere ad esempio attraverso un gruppo di bambini che chiedono di venire nella nostra comunità usare i nostri locali, attraverso gli incontri per strada con quella persona che magari ci tormenta un po', attraverso quel collega rompiscatole che mi tratta male, attraverso quel sacerdote violento e intransigente che però è profondamente amato da Cristo, attraverso mio marito e mia moglie che magari quel giorno è girato male, ecc…
La parola avvenne su Giovanni nel deserto della sua vita e perché non dovrebbe avvenire su di noi?

Signore,
vorrei essere come Giovanni il Battista, vorrei eliminare dal mio cuore la pigrizia e la troppa prudenza, vorrei lasciare venire e avvenire la tua Parola sulla mia vita, vorrei camminare senza stancarmi per portare la tua Parola, vorrei saper dire cose anche scomode, ma solo per scuotere i cuori dall'inerzia, vorrei essere forte per spianare le montagne e raddrizzare le vie storte, vorrei capire dove c'è bisogno di te e non lasciare qualcuno nel buio.
Vorrei lasciarmi abitare da Te per vincere la paura e non temere di essere preso per pazzo, vorrei parole nuove di verità e d'amore che sveglino dal torpore, che non restino inascoltate, per aiutare ognuno a preparare il proprio cuore a una venuta così importante: la tua. Amen
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