II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A
- Gabriele Semeraro
- 14 gen 2023
- Tempo di lettura: 3 min

Iniziamo questo cammino del tempo ordinario così come ci ha lasciato il tempo di Natale cioè con Gesù che si manifesta davanti a Giovanni il Battista.
Questa domenica però ci viene detta la ragione per cui avviene questa manifestazione di Dio al mondo e per mezzo di chi.
La Parola di Dio sembra essere ridondante…
Nella prima lettura Isaia ci dice chiaramente la sua missione "È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d'Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra"; il salmo afferma "Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai"; la seconda lettura ribadisce "a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo" e il Vangelo proclama per mezzo di chi si vuole radunare tutti i popoli.
Mi sembra che Giovanni ci aiuti a tornare al concetto di cui abbiamo parlato domenica scorsa… vi ricordate le due tentazioni nostre e della chiesa di oggi?
L'adultità seriosa e l'infantilismo spirituale.
Domenica scorsa dicevamo che la fede cristiana non è una roba per bambini né per adolescenti perché non hanno né le categorie e neppure le capacità per vivere una scelta di fede che è tipica dell'età adulta.
Dicevamo che la comunità credente reale è composta dagli adulti che fanno una scelta esplicita, che vivono quotidianamente la propria fede esprimendola anche attraverso il servizio, che tengono sullo sfondo l'amore reciproco e che hanno una vita di preghiera-liturgica-spirituale assidua.
Il Vangelo ci riferisce un passaggio interessante relativo a Giovanni a proposito dell'adultità spirituale bella: "Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio»".
Al battesimo di Gesù nessuno vede scendere lo Spirito Santo sul Signore, ma solo Giovanni.
Per poter vedere l'azione dello Spirito Santo è necessario essere già nell'ottica di vita dello Spirito.
È lo sguardo profetico che ci impedisce di cadere nella depressione spirituale, nel ricatto spirituale e nelle dinamiche di potere spiritualizzante tipico dei nostri ambienti pseudo-religiosi… a volte anche di ambienti molto laici e progressisti.
Giovanni vede l'azione dello Spirito perché già vive, non capisce tutto, ma già intuisce dove Dio ci vuole condurre.
A noi è chiesto di tenerci saldi allo Spirito che abbiamo ricevuto nel battesimo per poter essere adulti che vivono la fede e non che subiscono logiche di religiosità infantile.
Dobbiamo diventare uomini e donne dagli occhi attenti a cogliere l'azione dello Spirito, occhi capaci di vedere Dio attraverso le brutture della vita e occhi che sanno mettere in moto azioni d'amore.
È erroneo credersi comunità di Gesù perché si viene in chiesa, perché si fa catechismo o perché si è attivi in molte attività buone o lecite nel paese…
La comunità non dà semplicemente spazio a tutti, ma richiede un'interazione. L'azione altrui non può essere solo "tollerata" passivamente, ma va fatta un'azione di discernimento comunitario e di partecipazione a vario livello.
Questo ha ricadute concrete… alcuni esempi:
Quanto siamo interessati e partecipiamo attivamente al Sinodo?
Perché lo Spirito oggi è lì che sta soffiando.
Domenica ci è stato detto che è necessario il nostro aiuto… abbiamo preso i fogli, li abbiamo letti, ci abbiamo pregato sopra e abbiamo buttato giù due righe consegnandole a chi di dovere?
Siamo interessati a quello che fanno gli altri in parrocchia e in paese? Abbiamo lasciato spazio allo Spirito perché potesse emergere dagli altri? Anche da chi ha un'esperienza "altra" rispetto alla nostra?
Abbiamo pregato personalmente gli uni per gli altri?
Siamo misericordiosi con gli altri?
Perché spesso ci aspettiamo che gli altri siano sempre comprensivi con noi e ci perdonino tutto, ma poi noi ne facciamo passare una agli altri.
Quanto siamo soggetto attivo della buona vita secondo il Vangelo?
Lo sguardo profetico implica tutto questo è anche di più!
Vedere Gesù che agisce nella nostra vita quotidiana non è un atteggiamento intellettuale, ma uno sguardo permanente della vita.
Mettiamoci in gioco e lasciamoci accompagnare dall'azione dello Spirito Santo perché possiamo essere uomini e donne dello Spirito e non della legge, della struttura o del quieto vivere.
Alleniamo lo sguardo, le mani e il cuore all'azione quotidiana di Dio nei luoghi della vita.
Restiamo o diventiamo fedeli alla liturgia settimanale senza continue eccezioni.
Creiamoci una routine quotidiana di dialogo personale con il Signore che ci apra il cuore.
Restiamo fedeli a tutti sacramenti…
Così saremo "a posto"? Per niente!
Così inizieremo i primi passi di vita credente e sapremo vedere dove lo Spirito ci conduce come singoli, come comunità locale e come comunità credente nel mondo.
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