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II DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 12 mar 2022
  • Tempo di lettura: 4 min



Questa domenica la Scrittura ci conduce a due aspetti fondamentali della fede: il patto e la fiducia.

In Genesi abbiamo sentito il grande patto tra Dio e Abramo. Dio stipula con Abramo un patto dove ad impegnarsi non è Abramo, ma Dio! Il patto è semplice eppure molto serio… il Signore dice ad Abramo “alza il tuo sguardo e guarda il cielo, conta le stelle se puoi, tale sarà la tua discendenza”. Perché tutto questo sia possibile però è richiesto un presupposto cioè la “fiducia” del patriarca. Se Abramo si fida allora Dio compie le promesse. Il patriarca lascia la sua terra alla cieca senza sapere cosa lo aspetta… si fida.

Nel Vangelo troviamo la stessa dinamica. Gesù chiede ai suoi due discepoli di fidarsi e andare con lui a pregare sul monte.

Nella tradizione antica ebraica il luogo dell’incontro con Dio, prima che il tempio, è il monte. Sul Tabor avviene qualcosa di straordinario e anche densamente simbolico.

Gesù appare diverso, irriconoscibile, mostra la sua gloria di Uomo-Dio che sarà nuovamente visibile solo dopo la resurrezione. Inoltre con lui ci sono 2 visitatori: Mosè e Elia.

I due grandi di Israele: Mosè è colui che ha dato la legge ed Elia è il prototipo del profeta.

Dio, in Gesù, vuole fare alleanza con i discepoli e chiede loro di fidarsi: fidarsi di lui, fidarsi della legge cioè della Sacra Scrittura e fidarsi delle profezie.

Tre aspetti fondamentali per la Chiesa di ogni tempo e ogni luogo.

Gesù vuole fare un patto nuovo con l’umanità e lo fa a partire dall’incarnazione. Quella carne, il nostro corpo che con troppa facilità disprezziamo, lui lo fa suo per sempre.

Non so se ci avete mai pensato… il Dio intangibile, trascendente e incorporeo prende per sempre la carne con se. Ora Dio ha un corpo umano: ha mani, piedi, volto e ogni membro del nostro corpo dal più nobile al meno nobile… potremmo dire che ora Dio ha un nome e un cognome preciso. Non è più un “Dio” generico.

Gesù fa alleanza con noi attraverso l'esperienza passata di Israele, non la butta, ma dice: “fidati della legge di Dio, Mosè, e dei profeti, Elia”.

La seconda lettura ci ricorda che la fiducia nell’alleanza e in Dio si esprime attraverso la concretezza della vita. Dice l’apostolo “fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi”.

È come se Paolo dicesse che la trasfigurazione della nostra vita deve essere visibile attraverso gli atti, i gesti e la concretezza. Solo così si manifesterà davanti agli altri la concretezza e la realtà della nostra fiducia in Dio, solo così affascineremo chi ci sta intorno e li porteremo a Gesù, solo così saremo testimoni credibili.

La fiducia oggi è un tema centrale.

Ci fidiamo di Dio? E come si vede? Siamo fedeli alla legge di Dio e siamo aperti alla profezia autentica?

Il profeta autentico è è colui che sà intravedere strade nuove anche nei momenti più oscuri della storia.

Il profeta è colui che riesce a scorgere una via di pace mentre infuria la guerra.

C’è chi oggi si lascia disorientare da falsi profeti di sventura che minacciano distruzioni e catastrofi utilizzando come scusa la presunta decadenza morale o altre cavolate del genere… vedi il patriarca di Mosca.

C’è chi si permette di usare il nome di Maria, la Santa Madre, per giustificare lo spargersi di dottrine e messaggi che generano paura e sfiducia nei piccoli… mi riferisco anche a chi tra noi fa girare messaggini catastrofici in cui si promuovono sedicenti messaggi della Madonna da Medugorje oppure si rispolvera il Segreto di Fatime e si manipola il reale significato.

Queste persone sono profeti di sventura che risponderanno davanti al Signore della scarsa fiducia… profeti di sventura che godono del male!

Avere fiducia in Dio, nella legge e avere uno sguardo di profezia non è facile, ma sono proprio i tempi oscuri che ci danno la possibilità di lasciarci trasfigurare.

La trasfigurazione del Signore ci fa sbirciare oltre il velo della nostra realtà, ma poi "venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».

Appena la voce cessò, restò Gesù solo".

L'oscurità ci fa paura, ma abbiamo bisogno di attraversarla per poter provare a fidarci.

Il Vangelo dice che appena la voce è la nube sparirono "Gesù resto solo".

Lui resta solo: la gloria svanisce, i due profeti svaniscono e resta la cruda realtà… Gesù solo.

È lì che lui resta nella nostra solitudine e nella tristezza di una realtà apparentemente senza Dio.

Nel covid, nella morte, nella malattia, nella guerra, nella violenza, nella pedofilia, negli stupri, nell'inquinamento e nelle grandi schifezze umane… è Gesù che resta solo!

Ci vuole fiducia, sguardo di profezia e coraggio per attraversare con Gesù la solitudine del male del mondo.

Dov'è Dio nel male del mondo? È li, è proprio li che soffre con i piccoli.

Vivete, viviamo, da persone libere dalle facili paure e diveniamo veri profeti del Signore con le nostre azioni.

Profeti che si fidano così tanto di Gesù da poter affrontare qualunque male e avvicinare qualunque persona.


Dio della luce,

nel giorno della trasfigurazione luminosa

di tuo Figlio davanti ai discepoli,

tu hai fatto apparire Mosè ed Elia

per affermare il compimento delle Scritture

e la continuità della fede:

accordaci di contemplare questa luce

affinché anche noi siamo trasfigurati

a immagine di Cristo Gesù.

Aiutaci a guardare alla Scrittura e a farla diventare

il nostro modello di vita,

aiutaci a sviluppare uno sguardo profetico sul reale

perché possiamo vivere e attualizzare

il Vangelo oggi a servizio di tutti.

Signore trasfigura la nostra vita

e rendici simili a te,

Gesù che sei benedetto nei secoli dei secoli.

Amen

 
 
 

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