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Il vaccino... don/prof, che ne pensi?

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 7 dic 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

Nelle ultime settimane mi è capitato che mi venisse chiesto, sia a scuola dagli studenti che da fedeli in chiesa, la mia posizione rispetto ai vaccini.

Premettendo che dal punto di vista scientifico non sono né un ricercatore e neppure un medico, mi permetto solo di riportare alcuni dati evidenti e conosciuti.

Quali ragioni avrebbe l'organizzazione Mondiale della sanità per danneggiare le persone? Quali ragioni avrebbe la sanità italiana a danneggiare i propri cittadini?

Infine c'è da dire che qualunque medicinale ha effetti collaterali a breve e a lungo termine, a volte molto gravi.

Faccio l'esempio del ketoprofene che in molti usiamo per il mal di testa o per i dolori alle ossa. Il ketoprofene, a lungo termine, può dare gravi problemi all'apparato gastrico. Inoltre d'estate può causare gravi ulcere alla pelle eppure tutti continuiamo ad usarlo.

Diversi antibiotici che utilizziamo per curarci nel bugiardino hanno come effetto collaterale segnalato " rari casi di morte".

Qualunque medicinale, qualunque sostanza di erboristeria e qualunque integratore potrebbero avere effetti di vario tipo sul nostro organismo eppure noi li prendiamo. Perché?

Perché valutiamo il rapporto tra le conseguenze e i benefici. Perché ci fidiamo dei nostri medici e dei ricercatori che hanno prodotto quella sostanza.

I vaccini sono stati una delle conquiste più grandi dell'umanità e trovo assurdo che in una situazione come questa ci sia gente che non voglia farsi vaccinare con la scusa del "non sappiamo cosa c'è dentro, non conosciamo gli effetti collaterali".

Dopo quasi due anni di covid e molte ricerche in tutto il mondo, non si può più dire che non abbiamo conoscenza di come funzionano i vari vaccini.





E ora vorrei passare all'ambito che forse mi compete di più...

Io credo che dal punto di vista cristiano sia inaccettabile avere sacerdoti e laici no-vax.

Il cristiano non può essere per la cultura della morte e dello scarto. Per il credente ogni azione ha un valore morale perché ha ripercussioni su se stesso e sugli altri.

Dal punto di vista morale sono convinto che chi sceglie di non vaccinarsi, senza un parere medico oggettivo, commette un peccato grave e si trova in una situazione morale estremamente brutta.

Non si può essere pro-vita solo quando fa comodo! Pro-vita su aborto ed eutanasia, ma sul vaccino no...

Fare il vaccino significa mettere in atto una strategia per tutelare la propria vita e la vita delle persone che si hanno intorno, significa favorire la cultura della vita.

Chi non si Vaccina commetto un peccato gravissimo poiché è potenzialmente responsabile della morte di numerosi fratelli e sorelle.

Il vaccino, come diverse azioni umane, è effettivamente una questione che tocca la morale cattolica perché ha ripercussioni sulla vita personale e sulla vita degli altri, ha ripercussione sulla morte.

Su questo non esiste libertà di pensiero, non esiste "io non rompo i coglioni agli altri perché siamo tutti liberi".

Quando c'è di mezzo la vita, la salute della collettività, l'unica persona che potrebbe avere da dire qualcosa di diverso è il tuo medico personale.

La posizione tollerante della chiesa italiana su questo tema è sconcertante soprattutto quando si tratta del clero. Non è accettabile che i Pastori possano continuare a esercitare senza essere vaccinati! Un pastore che promuove la cultura della morte è un pastore che non vuole bene alle persone e non vuole bene alla chiesa.

Ciascuno risponderà delle proprie azioni davanti al Padre soprattutto se queste azioni hanno messo in pericolo la collettività.

Sarebbe bello se le persone e le associazioni che si definiscono, all'interno della cattolicità, pro-vita facessero qualcosa.

Non si può essere a favore della vita solo quando fa comodo alle proprie idee, solo quando si parla di aborto ed eutanasia, solo quando si parla di droghe e sostanze.

C'è in gioco molto più della credibilità e della morale, c'è in gioco la vita di fratelli e sorelle oltre che la nostra.

 
 
 

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