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IV DOMENICA DEL TEMPO DI PASQUA - ANNO C

  • 7 mag 2022
  • Tempo di lettura: 3 min


In questa domenica sembra centrale il tema dell’ascolto.

“Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”. Non è un ordine, ma un dato di fatto!

Tu ascolti la voce di Gesù? Come? Quando? In che modalità segui Gesù?

La domanda è fondamentale e seria. Si tratta di una domanda che deve restare sul piano del reale e non bisogna cedere alla tentazione delle dinamiche spiritualeggianti… tipo del credere che seguire Gesù significhi venire in chiesa la domenica e dire la preghierina. Questo non è seguirlo.

Attenzione perché seguire e ascoltare Gesù è una roba seria e non equivale semplicemente al rispetto delle regolette religiose a livello formale o alla partecipazione a riti… Seguire Gesù vuol dire che nella propria vita si cerca di orientare le proprie scelte, le proprie decisioni e le proprie dinamiche di fondo a un certo stile che è quello del Vangelo.

Seguendo il Signore con la nostra vita non ci renderà esenti dagli errori e dai peccati, ma vuol dire che ciò che ci muove di fondo resta il Vangelo, Gesù stesso.

Il radicarsi in Dio, per noi pecorelle, ha come conseguenza che Gesù da "la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano".

Questo ha un significato profondo sia sul piano esistenziale attuale sia sul piano dell'eternità.

Nulla, ma proprio nulla, salvo che noi non scegliamo diversamente, può separarci da Dio!

Quante volte ci ritroviamo a dire "Dio non mi ascolta, mi ha abbandonato". È Dio che ti ha abbandonato o sei tu che hai smesso di seguirlo?

Perché Gesù ti sta guidando esattamente attraverso quella croce, quel dolore, quella gioia e quella realtà.

Da nessuna parte nel Vangelo è scritto che è venuto a toglierci quello che vivono tutti i mortali, ma è la stessa esperienza dell'incarnazione di Dio che ci mostra come Lui sceglie la strada dell'umano per se e per i suoi amici.

Più siamo autenticamente umani più siamo autenticamente cristiani e quindi siamo divinizzati in Gesù.

Il Signore ci vuole salvare da noi stessi, ma attenzione perché ci lascia sempre liberi. Se noi rifiutiamo l'annuncio, se noi rifiutiamo di provare a cambiare, Lui si rivolge comunque ad altri esattamente come abbiamo sentito nella prima lettura. La salvezza è destinata a noi, ma non si limita a noi e deve andare avanti.

Dicono Paolo e Barnaba: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: "Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra"».

Gesù un giorno disse che pubblicani e prostitute ci passeranno avanti nel regno di Dio non per diritto, ma perché loro hanno ascoltato e si sono convertiti.

Questo è un insegnamento importante che molti di noi impareranno con sofferenza…

Oggi, soprattutto in certe chiese e certe comunità, anche non cattoliche, è evidente che ci stanno passando avanti tanti altri che apparentemente sono lontani: divorziati, omosessuali, diversamente credenti, giovani di varia formazione e non credenti. Ci passano avanti perché loro sono permeabili all'annuncio di tutto ciò che è profondamente e nobilmente umano, quindi profondamente divino. Loro sono permeabili all'annuncio di Gesù!

Loro, che non sono in regola con il codice di diritto canonico, loro che non potranno mai essere diversi a causa di quello che vivono e di quello che sono, loro che noi discriminiamo e consideriamo lontani, loro che non partecipano ai sacramenti… proprio loro ci passano avanti perché sono disposti a cambiare vita in nome di Gesù e del Vangelo.

Nessuno potrà strapparli dalle mani di Gesù perché hanno scelto di far parte di quel gregge di cui fa parte la chiesa, ma che con la chiesa non sempre coincide.

Ascoltare Gesù, ascoltare la sua voce, non è semplicemente ascoltare la coscienza. La coscienza ci può ingannare!

Ascoltare Gesù vuol dire scoprirsi innamorati di Lui oggi. È quell'amore che orienterà le nostre decisioni, le nostre iniziative e le nostre azioni.

Anche in mezzo al male!

Anzi… è proprio in mezzo al male e alle difficoltà che emerge di chi siamo innamorati, se lo conosciamo e di chi siamo.

Nelle difficoltà può emergere veramente se crediamo nel Dio di Gesù oppure in un feticcio, un idolo, che deve solo appagare l'io e l'orgoglio.

A volte siamo talmente scemi da rifiutare il Signore, non ci giudichiamo degni della vita eterna, per orgoglio ed egoismo. Ed è lì che emerge la necessità della conversione, del cambio di vita, di amare.

Voi e io siamo sulla stessa barca.

Sono realmente innamorato di Gesù? Da dove emerge questo amore? Come può coinvolgere le persone intorno a me soprattutto le più lontane?

 
 
 

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