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La chiesa tra tenebre e luce. La forza di scelte coraggiose e radicali

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 19 mag 2023
  • Tempo di lettura: 4 min

Avrete certamente letto sui giornali di quel sacerdote sardo, don Paolo Contini, che dopo tanti anni è riuscito a denunciare gli stupri subiti al tempo del seminario minore. Da prima la denuncia è avvenuta attraverso il tribunale ecclesiastico che però ha condotto a un esito quanto meno discutibile. Lo stupratore è stato ammonito, trasferito e mandato in terra santa qualche mese prima di essere riabilitato.

Davanti a una risposta così debole il sacerdote sardo ha deciso di denunciare a livello civile ciò che gli è accaduto quando era ragazzo.

Potrebbe sembrare la classica questione sulla pedofilia nella chiesa, ma non è così. Questa volta si tratta di un membro del clero che denuncia esplicitamente, sia a livello ecclesiastico sia a livello civile, uno stupro subito in giovane età.

La distanza dall'evento in questione non deve farci pensare a doppi fini di quest'uomo perché in realtà è normale che una vittima possa impiegarci anni a denunciare il suo carnefice.

Tuttavia mi sembra rilevante questo aspetto del prete che denuncia l'abuso perché vuol dire che finalmente qualcosa si sta rompendo.

Anche nelle diocesi più illuminate c'è la tendenza a "lavarsi i panni in casa propria" senza coinvolgere realtà esterne e senza fare troppo "notizia".

A mio parere dobbiamo distinguere alcuni aspetti che troppo spesso vengono sovrapposti e che, invece di fare il bene della Chiesa, fanno il suo male. Dobbiamo distinguere tra la Chiesa di Cristo e l'istituzione ecclesiale. Le due cose spesso si sovrappongono, ma non sempre si identificano.

Al momento la Chiesa Cattolica, ma anche le altre chiese, stanno vivendo una profonda crisi, chi più chi meno, dovuta a molteplici fattori.

La domanda che sorge spontanea, quantomeno a me, è quando la chiesa istituzione riuscirà a scrollarsi di dosso un certo stile omertoso. Quando riusciremo a superare alcuni modelli morali che conducono più alla perversione che alla libertà.

Io credo che per superare la questione della pedofilia bisogna passare obbligatoriamente attraverso a una dinamica che in fondo ci ha indicato proprio il sacerdote che è stato stuprato in Sardegna.

Dice Don Paolo Contini: “I peccati si confessano in confessionale, vengono assolti e si riceve anche una sanzione nella segretezza del sacramento. Ma i reati sono un’altra cosa. La pedofilia non è solo un peccato: è un reato che deve essere denunciato, senza se e senza ma, a voce alta con nitidezza”.

A mio parere si deve denunciare con chiarezza qualunque atto di violenza a prescindere che una persona sia laica oppure no. Allo stesso modo bisognerebbe agire sui reati amministrativi, finanziari, che spesso finiscono seppelliti nel dimenticatoio.

Il pericolo di questo tempo è che per dare una risposta forte si scelga la via della rigidità, mentre la via da percorrere è quella della razionalità.

Bisogna partire dalla riforma del concetto di morale, di peccato, di peccato sessuale, economico, mafioso, ecc… che spesso attanaglia la gerarchia ecclesiastica, ma anche un certo tipo di laicato.

Bisognerebbe iniziare a parlare esplicitamente di violenza psicologica, verbale e spirituale all'interno della Chiesa Cattolica.

Questo aspetto della violenza spirituale e psicologica è estremamente presente oggi un po' ovunque e spesso viene esercitato non solo dai preti verso i laici, ma anche dai vescovi verso i preti e dai laici verso i laici.

Questo tipo di violenza è presente già nella formazione del seminario o comunque della vita consacrata sia maschile che femminile.

Anche i movimenti laicali che dovrebbero esserne più esenti sono in realtà permeati di queste violenze.

Si parla tanto di divorzio e omosessualità, di aborto ed eutanasia, cercando di criminalizzare tutto anche a livelli civile, ma la pedofilia? La violenza psicologica? La violenza spirituale? La logica mafiosa e la gestione economica cattiva?

Se il divorzio non è in sé un bene è però la salvezza di tanti (a livello fisico, psicologico ed emotivo).

Se l'omosessualità non è un peccato e non è una malattia, è un modo di essere e di amare naturale… allora perché tormentare tanti fratelli e tante sorelle su questa cosa?

Se l'aborto non è un bene, è però necessario far si che chi vi ricorre non rischi la vita nella clandestinità. 

L'eutanasia è una questione molto complessa, ma su cui neppure si sta facendo un lavoro serio.

La domanda è: perché concentrare moltissime energie e sforzi su queste cose, ma non c'è il medesimo impegno su pedofilia, mafia, cattiva gestione economica e violenza di qualsivoglia genere?

Non vedo, a livello civile ed ecclesiale, lo sforzo e la volontà di cambiare le cose.

Troppo spesso un/a religioso/a che denunciano vengono messi a tacere, trasferiti e ostracizzati.

Troppo spesso accade la medesima cosa al clero.

La chiesa di Cristo è invece una cosa seria… la chiesa di Dio capisce il male, ma non si fa complice del male!

La Chiesa di Dio è aperta a tutti ed è per tutti, ma certe cose non si possono semplicemente "gestire a casa propria".

A mio parere su certe questioni deve intervenire sempre e solo la magistratura! Pedofilia, mafia, soldi sporchi e cattiva gestione economica con intenzione di dolo.

Il resto si può gestire all'interno, ma ci vuole il coraggio di voler cambiare.

Troppo spesso si usa la scusa della "misericordia" per convincere a non denunciare.

No! La Misericordia è una cosa seria e non esclude la giustizia.

Si può perdonare tutto in confessionale, ma questo non toglie la necessità di rispondere a livello civile laddove ci sia un grave reato.

Finché la gerarchia si concentrerà in battaglie stupide con quelli del Family Day e non lavorerà per le cose importanti… non sarà mai allineata alla chiesa di Cristo.

Invece di tormentare gli altri per chi sono e come amano… cerchiamo di fare in modo di bloccare, far curare e far pagare a chi ha usato violenza contro i minori.

Invece di far pagare le diocesi e le altre parrocchie le incompetenze di certi sacerdoti che hanno amministrato male, hanno rubato e hanno tolto lavoro a tanti… cerchiamo di fare in modo che non accada più e se dovesse accadere che sia la giustizia civile a verificare il dolo.

Una Chiesa o una realtà che vuole cambiare deve avere il coraggio di mettere in atto strategie di rottura.

O siamo complici del male o lavoriamo sulla trasparenza su queste cose.

Teniamo d'occhio la dinamica della violenza verbale, psicologica e spirituale perché uno dei campi di male più diffuso nella chiesa di oggi ad ogni livello.

 
 
 

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