La gioia e la tristezza... ma Gesù?
- Gabriele Semeraro
- 20 feb 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Con troppa facilità oggi parliamo "della gioia del Vangelo", ma la realtà cosa ci dice?
Se esiste "tutta questa bellezza e gioia", come mai le nostre realtà ecclesiali sono così tristi? Come mai tanta rabbia nei cambiamenti? E come mai, lo dico prima di tutto per me, abbiamo preti tristi, arrabbiati e frustrati?
Le motivazioni potrebbero essere molte... proviamo a proporne una lettura.
Con troppa facilità si propone "una spiritualità" che risolve tutto, ma una cosa del genere NON ESISTE!
Fattori biologici, umani, affettivi, psicologici e spirituali condizionano fortemente la nostra vita.
La fede in Gesù ci può aiutare, ma non ci risolve le fatiche o le durezze.
A volte questa fede può essere causa di mali ben più gravi se non è adeguatamente compresa alla luce anche degli altri fattori.
Può capitare che presunte "crisi spirituali, vocazionali e di fede" in realtà siano ben altra cosa.
Ecco la tristezza della chiesa oggi!
Ci si riempie la bocca di norme, di letture spiritualeggianti e di "evanescente amore" dimenticando completamente che l'umano predomina anche sullo spirituale.
Se una persona sta male o vive male... difficilmente potrà dedicare tempo allo studio, alla preghiera e alla vita spirituale.
Questo vuol dire che difficilmente lo spirituale potrà aver campo libero nel guidare la persona.
L'umano precede sempre lo spirituale! Poi, se le condizioni base sono buone, lo segue con forza e si lascia cambiare dello spirituale.
Ma forse preferiamo la gente triste e frustrata...
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