Maria Madre di Dio
- Gabriele Semeraro
- 1 gen 2021
- Tempo di lettura: 5 min
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
Commento alla Parola di Dio
Maria Madre di Dio
Anno B
1 gennaio 2021
In questo inizio d'anno, vi faccio i miei migliori auguri per questo tempo che comincia perché sia pieno di doni, di grazia, di eventi significativi, un tempo nuovo in tutti i sensi e soprattutto di incontro con Dio.
L'incontro con Dio riconosciuto e vissuto nei fratelli!
Trovo significativo che l'hanno cominci con la solennità di Maria Madre di Dio perché è come se la Chiesa ci invita a vivere sin dal primo giorno dell'anno sotto la guida della prima delle discepole.
La liturgia ci ha fatto ascoltare una bellissima benedizione tratta dal libro dei Numeri. Pensate che era la benedizione preferita di Francesco d'Assisi e lui la chiedeva sempre per sé.
Che cos'è una "benedizione"?
Letteralmente significa "dire bene". La benedizione non è qualcosa che parte dall'uomo perché altrimenti sarebbero solo parole al vento, un augurio fatalistico. Il primo a benedire è Dio. In Dio non esiste l'incerto: quando Dio dice qualcosa questo è già realtà. Capiamo allora quanto sia importante che Dio dica bene di noi perché, nel dire bene di noi, fa sì che possiamo trasformarci e mutare. La benedizione di Dio diventa un dono che ci trasforma, ci permette "di essere buoni".
Solo avendo ricevuto la benedizione di Dio noi diventiamo capaci di benedire qualcun altro.
In noi possiamo trovare quindi due capacità: quella di benedire è quella di maledire.
Gli psicologi e anche alcune filosofie orientali parlano di pensiero creativo oppure pensiero distruttivo. In un certo senso il nostro modo di guardare e di dire la realtà ha il potere di trasformarla.
Ecco che allora capiamo l'importanza del nostro modo di pensare e di parlare gli uni degli altri, di vivere e abitare il quotidiano.
Nella benedizione di Dio c'è la pienezza di ogni bene a cui noi dobbiamo ispirarci per benedirci gli uni gli altri. Solo così il dono nascosto nella benedizione di Dio può diventare pienezza per la nostra vita.
Di "pienezza" ci ha parlato anche la seconda lettura: "Quando venne la pienezza dei tempi".
Dio benedicendo da pienezza, dona la piena salvezza. Il fatto di ricevere la benedizione di Dio il primo giorno dell'anno è come dire che "c'è un inizio possibile, inizia un anno nuovo e Dio ci concede nuova pienezza".
Il Vangelo pur non parlando direttamente di benedizioni ne mostra moltissime.
C'è una benedizione comune per tutte le persone che abbiamo incontrato in questo Vangelo: una uguale per tutti e una speciale per ciascuno.
C'è una benedizione per Maria, c'è una benedizione per Giuseppe e c'è una benedizione per i Pastori.
Potremmo dire che la benedizione è il modo di Dio di abbracciarci e di sollevarci fino a lui, quindi se la benedizione è un sollevarci, un abbracciarti di Dio che ci circonda e ci protegge, è come se Dio ci mettesse sul suo cuore e ci facesse entrare nella sua vita più intima.
La conseguenza diretta della benedizione di Dio è questa... quando Dio dona la benedizione, da come tesoro se stesso. Nella mangiatoia si concede a tutti allo stesso modo, ma per ciascuno è diverso.
Maria riceve il dono di Dio e lo conserva nel suo cuore meditando il dono ricevuto che è unico e irripetibile. La stessa cosa fa Giuseppe, seppure in modo profondamente differente.
Pensiamoci... quando riceviamo una benedizione, quando riceviamo una parola buona, una parola cara - pensiamo a qualcuno che ci dice "Ti amo, Ti voglio bene" -, quella persona non viene conservata nel nostro cuore e nella nostra memoria? Non diventa qualcosa che noi meditiamo, un tesoro nascosto eppure fondamentale? Questo tesoro che riceviamo, non cambia la nostra giornata?
Una parola buona, creativa e positiva ricevuta la mattina da chi ci ama, trasforma tutta la nostra giornata!
I pastori non sono una classe sociale in Israele, sono considerati da tutti gli ultimi nonostante il fatto che senza di loro la società ebraica avrebbe avuto problemi: sono considerati impuri dal punto di vista religioso e paragonati ai ladri eppure senza di loro non c'è la lana per vestirsi, il cibo da mangiare e gli animali da sacrificare a Dio.
Il Signore ha un dono proprio per loro, a una benedizione sulla loro vita. L'incontro dei pastori con Gesù bambino trasforma la loro vita. Da quel momento quei pastori hanno un ruolo in Israele, un ruolo grandissimo: diventano profeti, annunciatori del Vangelo e in qualche modo sono elevati a un rango sociale superiore.
Lasciamoci toccare dalla benedizione di Dio perché questa è capace di trasformare la nostra vita… viviamo il presente con tutto noi stessi e diventiamo messaggeri di questa benedizione a cominciare dal nostro modo di guardarci e di parlarci. Ci sono molti modi per cui la benedizione ricevuta da Dio possa diventare benedizione per tutti: un aiuto a un povero, un annuncio di speranza a chi è disperato, un sorriso e una parola accogliente a chi si sente rifiutato, un ascolto silenzioso e rispettoso a chi è nel dolore, una parola e un gesto buono al collega in difficoltà, ecc… diventiamo creativi nell'agire bene e diffondiamo la benedizione che Dio ha riversato su di noi.
Non possiamo dimenticare che oggi è la giornata mondiale della pace e quindi vorrei concludere questo commento alla parola di Dio con un testo di Dietrich Bonhoeffer che nel 1934 scriveva: "una via alla pace che passi per la sicurezza non c'è, la pace deve essere osata. È un grande rischio e non si lascia mai e poi mai garantire. La pace è il contrario della garanzia. Esigere garanzie significa diffidare e questa diffidenza genera di nuovo guerre. Cercare sicurezza significa volersi mettere al riparo.
Chi volgerà l'appello alla pace così che il mondo oda e sia costretto a udire? Solo la santa Chiesa di Cristo può parlare in modo che il mondo, digrignando i denti, debba udire la parola della pace e i popoli si rallegreranno perché questa Chiesa di Cristo toglie, nel nome di Cristo, le armi dalla mano dei suoi figli e vieta loro di fare la guerra e invoca la pace di Cristo sul mondo delirante".
Facciamoci portatori di questa benedizione e di questa pace a cominciare dal nostro paese, quartiere, parrocchia, famiglia e con tutto coloro che incontriamo nella nostra quotidianità.
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