Maria Madre di Dio
- Gabriele Semeraro
- 31 dic 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 1 gen 2023

Quest'anno in questa domenica invece che festeggiare la Sacra Famiglia, come solitamente si fa la prima domenica dopo il Natale, il calendario ci obbliga a festeggiare Maria Madre di Dio.
Che differenza c'è tra la festa della Sacra Famiglia e la festa della Madre di Dio?
Diciamo che è una prospettiva diversa sul medesimo mistero.
Di fatto torniamo al mistero dell'incarnazione e al mistero di un Dio che sceglie un padre e una madre per venire nel mondo.
Questa domenica, a rischio di qualche scivolone, vorrei soffermarmi proprio sull'aspetto della famiglia che noi definiamo paternità e maternità.
In fondo si gioca tutto, almeno per noi cristiani, su questi concetti.
Sappiamo che Dio è Padre e Madre, sappiamo che Dio è Figlio e sappiamo che Dio è Spirito Santo. Affermiamo che nella Trinità c'è una dinamica familiare, una dinamica che noi non comprendiamo fino in fondo, ma che risuona nei vari modelli relazionali e familiari terrestri.
Il Figlio di Dio stesso sceglie una famiglia umana alla quale affida il compito di crescerlo, di educarlo e di custodirlo.
Se è vero che per Maria sussiste una maternità biologica e spirituale, per Giuseppe sussiste solo una paternità spirituale.
Mi permetto di dire, con assoluta fermezza, che la paternità spirituale e la maternità spirituale sono nettamente superiori a quella biologica. Tutti possiamo generare qualcuno a livello genitale, ma questo non ci rende automaticamente genitori.
Questo lo sento importante per capire cristianamente il concetto di famiglia che non è fondato sui gameti, sul DNA, sul genere sessuale, ma sull'assunzione di un ruolo di una responsabilità.
L'anno scorso il vescovo Calogero durante un incontro con una classe delle scuole superiori disse, rispondendo a una domanda controversa che riguardava il concetto di famiglia e sull'essere genitori, che "la famiglia e la genitorialità dipendono da un'assunzione di ruolo, di competenze e responsabilità che hanno come sfondo comune l'amore".
Questa prospettiva si fonda esattamente sul mistero della maternità di Maria e sulla paternità di Giuseppe.
Maria e Giuseppe sono sposi perché hanno scelto quel ruolo e se ne sono fatti carico anche se dal punto di vista canonico sarebbe difficile definirli sposati. Mi riferisco al modo in cui viene definito un matrimonio secondo il codice di diritto canonico attuale, ma anche nella prospettiva ebraica del tempo.
Non si può giustificare la cosa come "l'eccezione che conferma la regola" perché sarebbe banalizzare quello che invece è realmente un matrimonio a pieno titolo. Assunzione di ruolo, competenze e di responsabilità!
In questa dinamica Gesù è realmente figlio di Giuseppe che è realmente sposo di Maria perché ne ha assunto il ruolo, la competenza e la responsabilità.
Questo apre alla molteplicità delle forme familiari che altrimenti non sarebbero possibili e comprensibili.
Quante volte si è parlato di paternità spirituale o di maternità spirituale riferito al mondo della vita religiosa, per intenderci i frati e suore, e per i sacerdoti. Se non fosse fondato su questo principio sarebbe una grande balla.
Un sacerdote, un/a religioso/a che non desidera avere figli che paternità o maternità può esercitare?
La chiesa come famiglia… lo è realmente? C'è un'assunzione di responsabilità nel generare i propri figli e le proprie figlie? C'è il rispetto della libertà di questi figli e queste figlie di fare scelte differenti?
Capiamo bene allora che non si può banalizzare né la ricorrenza della Sacra Famiglia né quella della Madre di Dio.
Maria è Madre di Dio perché ha generato Gesù nella carne, ma ancor di più perché ne ha assunto il ruolo di Madre fino all'estreme conseguenze. Così non sarebbe improprio dire che Giuseppe è padre di Dio perché ne ha assunto il ruolo.
Maria e Giuseppe non sono genitori di Dio, non l'hanno creato, ma hanno assunto il ruolo di genitori dell'umanità di Dio.
Non voglio scandalizzare nessuno, ma nell'ottica di questo grande mistero dovremmo stare molto attenti a parlare della cosiddetta tra "Famiglia Cristiana tradizionale" perché nella famiglia di Gesù non c'è nulla di tradizionale.
La famiglia, la maternità o la paternità sono cose serie che richiedono assunzione di ruolo, formazione e assunzione di responsabilità.
In quest'ottica una comunità religiosa è famiglia, una comunità parrocchiale è famiglia, un gruppo di persone che si mette insieme per vivere in un certo modo è famiglia (pensiamo alle comunità della Giovanni XXIII o ad altre realtà legate ai movimenti laicali) e anche una coppia di qualsivoglia tipo può essere famiglia… l'umanità stessa può essere famiglia.
Con questo non voglio escludere ciò che è, nella nostra cultura pseudo cristiana, è la famiglia, ma mostrare come il concetto viene dilatato e come spesso nelle nostre famiglie noi non siamo famiglia.
A prescindere dal nostro stato di vita chiediamo al Signore di aiutarci a diventare padri e madri tra di noi, famiglia di Cristo nel mondo.
Non lasciamoci imprigionare dalle facili morali moraleggianti che ci rinchiudono e ci privano di una prospettiva nettamente più grande e liberante.
Vorrei sottolineare un'ultima cosa che riguarda proprio il ruolo di Maria e di Giuseppe rispetto alla chiesa.
Nella stessa logica appena esposta possiamo affermare che Maria è Madre nostra perché si assume questa responsabilità sotto la croce con il discepolo Giovanni.
Maria non a caso la definiamo Madre Nostra partendo proprio da quel brano del Vangelo. Lei non è nostra madre, non è Dio non ci ha creati eppure definiamo una creatura mortale "Madre di tutti i credenti".
Il fatto che lei e Giuseppe si assumono la paternità e maternità spirituale sull'umanità di Gesù, un'umanità perfetta, li rende autenticamente genitori della nostra umanità. Il fatto che Maria assuma Giovanni come proprio figlio la rende a pieno titolo genitore della chiesa.
Proprio partendo da questo presupposto noi oggi veneriamo Maria come madre dell'umanità di Dio e della nostra umanità redenta, Giuseppe come patrono e padre della chiesa universale.
A noi oggi viene proposto di diventare gli uni per gli altri padri e madri concretamente…
Questo apre un nuovo capitolo della nostra vita credente che passa dalla fede moraleggiante alla fede che ci fa prossimi a tutti.
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