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Mercoledì delle ceneri

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 5 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

Iniziamo questo cammino di Quaresima con un percorso intitolato “Ancorati al tuo amore”.

In questo percorso vedremo, in relazione al Vangelo, alcuni aspetti della vita credente su cui possiamo non solo meditare bensì praticare azioni concrete.

Il titolo di questa meditazione allora sarà questo “Ancorati al tuo amore… che dona libertà”.

Troppo spesso abbiamo sentito commentare le pagine di questa domenica in modo pietistico, appesantito e triste.

La conversione viene sempre proposta come un atto violento da offrire a Gesù come se lui avesse bisogno di questa roba.

Questa è una deviazione non solo di una certa cultura antica, ma una perversione che ha le sue radici proprio nel mondo giudaico.

Dei nostri sacrifici Dio se ne frega, non gli servono perché non ha bisogno di nulla.

Per capire il senso del digiuno, della Penitenza, del cospargersi di cenere il capo e di tutte queste forme che hanno un loro effettivo valore… Dobbiamo capire l'utilità pratica.

Il senso del digiuno è quello di far sentire alla parte più profonda di noi che non siamo onnipotenti e che dipendiamo da qualcosa. È un modo molto banale e comune, tanto che è presente in molte religiose, per educare il corpo e la mente.

Se fosse però solo questo allora ci troveremo in una condizione di egoismo perché questo atto servirebbe solo a me stesso per migliorarmi e per progredire.

Nell'ottica della fede ebraica e della fede cristiana invece non è questo il senso corretto! Il sacrificio che faccio, il digiuno, è un tempo che va impegnato in un modo che sia favorevole agli altri oppure anche ad un approfondimento personale della fede.

Se io digiuno e vado a letto per non sentire i morsi della fame non sto facendo realmente digiuno. Quel tempo può essere utilizzato per fare qualcosa a beneficio di qualcuno, i soldi risparmiati di quel pasto possono diventare offerta e il tempo del pranzo può diventare occasione per leggere qualche testo di meditazione spirituale.

I Fioretti, come le chiamavano le suore, hanno questo valore educativo.

Il digiuno, la penitenza e tutto ciò che riguarda il tempo di Quaresima ha questo scopo.

Il discorso del vangelo in questo senso è molto chiaro perché a volte si fa digiuno per far tacere la propria coscienza e i propri sensi di colpa, in alcuni ambienti si fa digiuno per far vedere agli altri quanto si è bravi e il 99% delle volte questo digiuno non diventa carità concreta.

Il senso della Penitenza e del digiuno quaresimale allora è quello di renderci liberi. Liberi dalle manie di grandezza, liberi dall'essere autoreferenziali, liberi dalle nostre pulsioni, liberi dal male e da ciò che ci corrompe.

L'amore di Dio non imprigione, ma apre all'essenza più profonda e più vera della Libertà.

Una libertà che Libera noi stessi, ma libera anche gli altri.

In fondo convertirsi vuol dire proprio cambiare strada rispetto a quella che stiamo percorrendo ordinòriamente.

Se la Quaresima è un tempo come un altro dove vivacchiare e dove non farsi domande allora è tempo perso… arriveremo alla Pasqua esattamente come siamo adesso, se non peggio.

Quanto tempo sprechiamo e quanto sprechiamo l'occasione che Dio ci mette davanti ha anche attraverso l'anno liturgico.

Certo la strada della Penitenza è una strada impegnativa ed è una strada dove è facile fallire, se affrontiamo questa strada da soli falliremo, ma in realtà è proprio il tempo in cui Dio ci dà l'occasione di restare saldi nel suo amore.

In questi giorni fino alla prima domenica di Quaresima allora vogliamo rimanere ancorati all'amore di Dio che dona libertà.

In questi giorni impariamo l'arte della generosità, il nostro digiuno, qualunque forma assuma, si apra alla beneficenza e alla meditazione.

Iniziamo questo cammino di Quaresima con il piede giusto.

 
 
 

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