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Messa della Vigilia

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 24 dic 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Che cosa stiamo celebrando? Che cos'è il Natale? 

Alcuni sostengono che il Natale sia il compleanno di Gesù, ma non è vero! Gesù non è mica nato il 24 o 25 dicembre.

Questa data l'ha scelta la chiesa in modo simbolico, convenzionale, per darci un tempo di riflessione e festa in cui celebrare il Dio che si è fatto uomo.

Festeggiamo una storia durata secoli che ha avuto un grande compimento: dall'uscita di Abramo dal paese di Ur per la promessa che Dio gli ha fatto per arrivare al compimento di questa promessa con la nascita di Gesù.

Anzi sarebbe meglio dire l'incarnazione di Dio, il fatto che Dio diventa falegname, vive una vita ordinaria fino a 30 anni, predica successivamente per tre anni, viene condannato a morte, ucciso e sepolto… è da qui che si compie la promessa dal momento in cui Dio muore, risorge glorioso e in questa Resurrezione porta con sé tutta l'umanità.

Da qui parte la nuova promessa del suo ritorno e la nostra speranza.

Noi festeggiamo il primo Avvento di Dio, il suo primo venire nel mondo, perché vogliamo che torni una seconda volta e sarà diversa dalla prima.

Il tema dominante della Parola di Dio di questa sera è proprio il tema della storia.

Dio entra nella storia, nella nostra storia, e si intromette nelle nostre vite.

Il Signore si scomoda per scomodare la nostra vita!

È interessante che Dio si intromette nella storia umana usando varie strade: la storia della salvezza, l'annuncio a Maria e un sogno a Giuseppe. 

Non sottovalutiamo questa dimensione esistenziale…

Il sogno di Dio è possibile quando si unisce al sogno dell'uomo. Dio anche oggi ha un sogno per noi, ma che sogni abbiamo noi? Nel momento in cui i nostri desideri e sogni si uniscono a quello di Dio… avvengono meraviglie!

Il sogno non è il luogo della fantasia, ma il luogo della possibilità. 

Il sogno di Dio è l'amicizia con l'uomo, fare famiglia con l'umanità e restare per sempre con noi.

Il sogno di Dio è quello di un uomo che non ha "bisogno" di lui, ma che liberamente lo cerca.

Nell'incarnazione si realizza parte del sogno di Dio, ma ora c'è da realizzare la parte in cui noi lo cerchiamo liberamente e liberamente lo scegliamo.

Egli si fa intravedere nelle relazioni e nelle situazioni della vita, belle o brutte, faticose e facili.

Non basta festeggiare il Natale, essere per un giorno più buoni, fare il presepe vivente, venire in chiesa una notte e non fare del male a nessuno per essere dei buoni cristiani, illudendosi di essere "a posto" e dimenticare che l'essenza del Natale è la concretezza dell'amore che si fa carne.

Essere cristiani è una cosa seria e c'entra poco con tutto questo, anzi mi permetto di dire che non c'entra nulla!

Dio si è fatto concreto in Gesù! Concretezza che ha significato vivere quotidianamente la Parola del Padre, saper stare anche nei luoghi giusti nel modo giusto.

O Dio è concretezza e concretamente si cerca oppure tutto rischia di essere "rappresentazione del sacro", ma non sostanza.

Dio si fa storia e non inventa storielle.

A noi, nel Natale, l'impegno della concretezza, della formazione e autoformazione anche "religiosa".

A noi coltivare il desiderio di Dio.

A noi sta sognare una via diversa che incontri la via di Dio.

Il mio sogno… una realtà cristiana che sia autenticamente accogliente per tutti, ma mai qualunquista che abbassa il livello.

Un luogo è una realtà dove possa emergere l'umanità di Gesù attraverso la nostra umanità. 

Il sogno di stare per sempre con tutti voi e con il nostro Dio Cristo Gesù. 

 
 
 

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