MESSA DELLA VIGILIA
- Gabriele Semeraro
- 24 dic 2023
- Tempo di lettura: 2 min

L'immagine che ci viene proposta questa sera dal Vangelo di Luca è l'immagine a cui si è ispirato San Francesco quando ha pensato al presepe vivente, è l'immagine a cui voi sicuramente vi siete rifatti.
Qual’è il senso del presepe vivente di cui quest'anno celebriamo gli 800 anni? È quello di rivivere personalmente gli eventi di quella notte, di lasciarsi contaminare dal Vangelo e contaminare il Vangelo con la nostra vita.
Vorrei soffermarmi non su Gesù, ma su altre figure che sono fondamentali nel racconto che abbiamo ascoltato… i pastori.
I pastori erano figure controverse nella società ebraica: da un lato erano alla base dell'economia locale, ma dall'altra venivano considerati impuri. Gravemente impuri!
Essi erano esposti al sangue degli animali, erano accusate di commettere azioni impure con gli animali ed erano considerati alla stregua dei briganti. Probabilmente bevevano per scaldarsi e probabilmente commettevano qualche reato pur di sopravvivere.
Ad essi era proibito entrare nelle città e per questo motivo si trovavano sempre ai margini della vita.
Alla luce di questo capiamo come sia anomala questa presenza ai piedi della culla, come sia potente l'idea che Dio si rivolga prima a loro.
Non si rivolge alle persone devote che si trovano nel tempio, non si rivolge a coloro che sono nei palazzi del potere e non si rivolge ai saggi, ma ai pastori.
Il canto del Gloria che scaturisce dagli angeli, il canto più sublime, non viene cantato nell'alto dei cieli oppure nel luogo più sacro del tempio, ma davanti ai pastori.
Come annunciano gli angeli la gioia sarà per tutti, ma ora viene annunciata per primi ai più lontani.
Solo i lontani sanno gioire pienamente del Natale del Signore. I lontani di ieri, i pastori, come i lontani di oggi.
Gesù primariamente non viene per “i cristiani della domenica”, non viene per gli “sgrana rosari” e neppure per coloro che si sentono a posto con la chiesa, ma viene primariamente per i pastori di ogni tempo… coloro che in chiesa non ci metterebbero mai piede.
La gioia poi è per tutti come la salvezza.
Come si manifesta il Signore?
Quale gioia ci dona?
La gioia semplice di un bambino posto in una culla protetta dalla Madre e dal Padre.
Nel vagito e nel pianto di un bambino si riscopre l'umanità comune e su abbandona la bestialità del male.
Davanti a quel bambino e a quei genitori si riscopre la nostra fraternità e la nostra umanità.
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