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Oristano: preghiera in classe. Tra autorizzazioni e indottrinamento.

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 14 apr 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Ho riflettuto molto prima di scrivere queste righe, ma è importante che proprio dalla mia posizione attuale di sacerdote e insegnante dica come la penso.

Ho letto molti articoli sulla collega di Oristano che ha fatto pregare in classe e che è ha subito interventi disciplinari importanti…

Sono giunto alla conclusione che sia giusto ciò che è accaduto!

So che nel mio ambiente questo mio posizionamento risulterà impopolare, Ma ritengo veramente che sia stata un'azione da parte dell'insegnante estremamente grave e irresponsabile.

I contesti sono importanti sempre. La scuola è un ambiente pubblico dove vanno i figli di tutte le famiglie: credenti di ogni confessione, atei e diversamente credenti. Se si vuole fare un'azione di questo tipo cioè lavoretti religiosi e preghiere, bisogna informare tempestivamente la famiglia e avere le adeguate autorizzazioni organizzando eventualmente delle alternative per chi non fosse disposto a seguire tali lezioni. È esattamente la struttura che in Italia si segue per la scelta dell'insegnamento della religione cattolica a scuola che infatti è facoltativa.

Capiamoci… non è stata un'azione gravissima, ma molto scorretta.

Si prega in chiesa e se si fa in luogo pubblico si comunica alle autorità. 

Se ci sono di mezzo dei minori è importante aver effettuato tutte le comunicazioni ai genitori e aver avuto tutte le autorizzazioni dei genitori.

Non ci vuole molto.

Io ho fatto progetti e una volta ho fatto venire il vescovo a parlare in scuola in una classe. È bastato creare il progetto, comunicarlo alla scuola, comunicarlo alla famiglia e ai/alle ragazzi/e.

Per questo dico che il provvedimento disciplinare è giusto.

La fede è una questione personale e quando ci sono di mezzo dei minori la responsabilità ricade sulla famiglia e non sulla scuola.

Spero che la collega sia in grado di comprendere che la scuola è obbligata a sanzionarla e spero che in futuro, se pensa di proseguire su questa linea "confessionale", impari a presentare i progetti per tempo a scuola e genitori ottenendo le debite autorizzazioni. 

 
 
 

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