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Santissimo Corpo e Sangue del Signore - Anno B

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 1 giu 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Siamo arrivati alla festa del Corpus Domini, la festa dell'Eucaristia, potremmo dire una riproposizione della festa del giovedì santo.

La chiesa ci chiede di tornare a fissare il nostro sguardo sul mistero dell'Eucaristia. Quel pane e quel vino diventano presenza reale di Dio, di quel Dio incarnato che ha preso nome Gesù, il quale decide di restare con noi con tutto se stesso attraverso un segno visibile che è il pane e il vino.

Il sacrificio di comunione nasce come strumento, sia in ambito ebraico che in ambito pagano, con cui gli uomini entravano in contatto con il divino.

C'erano tanti tipi di sacrifici: alcuni avevano senso d'espiazione del peccato, altri erano offerta totale agli dei e quelli di comunione permettevano di condividere lo stesso pasto simbolico con la divinità.

Era un modo molto umano di provare, attraverso il cibo, a condividere un pezzettino della vita della propria divinità.

Per quanto la comunione cristiana sia molto di più, non si può negare che contenga in sé tutti questi aspetti… 

Quando noi facciamo la comunione che cosa stiamo facendo e chiedendo?

Prima di tutto fare la comunione, cioè ricevere Gesù, è perdono dei peccati.

Questo non è un'invenzione di don Gabriele o di Papa Francesco bensì è una cosa che dicevano gli antichi: l'Eucaristia è già perdono dei peccati.

Lo dico a voi della prima comunione per dirlo a tutti: non priviamoci della comunione!

Salvo che non si tratti di peccato mortale, nessuno è così peccatore da non poter ricevere l'Eucaristia perché l'Eucaristia stessa è perdono dei peccati.

Ricevere Gesù, cioè il nostro Dio, nella comunione ci serve come pane del cammino.

Nel “Signore degli anelli” si usa un'immagine molto bella che è quella del “pan di via”.

Il pan di via è un pane elfico che dà una grande energia, sazia subito e ne basta poco.

È un'immagine bellissima dell'Eucaristia, l'autore la copia da lì da quel tipo di teologia e dal sacramento eucaristico.

Torniamo allora a una persona, adulta o giovane, che si trova in una condizione di fatica e di peccato: perché privarsi dell'Eucaristia che è il pane per camminare? Dove trovi l'energia di poter stare meglio se non mangi?

Il pane spezzato e il vino condiviso (dovrebbe essere condiviso con tutti, ma per ragioni igieniche beve solo chi presiede con chi Con celebra) ci insegna il senso della condivisione e del donarsi che è una cosa tipica di Dio. Ci viene insegnato come spezzarci gli uni per gli altri, come amarci realmente attraverso un gesto concreto e simbolico.

Infine l'Eucaristia è comunione con Dio stesso cioè diventiamo partecipi di alcuni aspetti di Dio nella nostra vita. In che senso?

Certamente non si tratta di entrare in comunione come pensavano gli antichi… noi entriamo in comunione con l'umanità più autentica del Dio Incarnato! Chiediamo a Cristo di aiutarci a diventare più simili a lui in ciò che è bene, bello e luminoso nella nostra umanità.

Con la comunione entriamo in contatto, o meglio permettiamo che entri in noi, tutto Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo.

Non è solo il Figlio che entra in noi, ma tutta la Trinità. 

Non perdete l'abitudine di partecipare alla messa periodicamente, se fosse settimanalmente sarebbe meglio, ma soprattutto non perdete l'Eucaristia.

Lo dico e lo ribadisco perché vi entri nel cuore bene, ma ancor di più perché entri nelle teste degli adulti: Dio è Misericordia, Dio è amore infinito e soprattutto Dio si è dato per noi e per tutti, ma soprattutto per chi ne ha più bisogno! Salvo che tu non sia in stato di peccato mortale non privarti dell'Eucaristia!

Vedete quanto è importante quel pezzettino di pane…

Certo so benissimo che tanti ne fanno a meno e vivono lo stesso, ma mi domando come vivono e dove trovano l'energia.

Nella vita si vive bene anche senza sacramenti, ma vivere con i sacramenti vuol dire avere risorse che altri non hanno, significa scoprire la concretezza di un Dio che altrimenti resta sempre per noi evanescente, quasi una fantasia.

Con la festa di oggi del Corpus Domini, con la festa della prima comunione, noi ribadiamo che vogliamo rimanere amici di Dio.

Se vogliamo vivere bene guardiamo sempre al Gesù storico, a quell'umanità bella che Gesù ha espresso, perché Gesù non è un uomo che ci racconta di Dio bensì è Dio incarnato che si racconta e ci permette di entrare in lui.

 
 
 

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