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Trasfigurazione del Signore - Anno A

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 6 ago 2023
  • Tempo di lettura: 4 min

Questa domenica veniamo portati a contemplare qualcosa di estremamente grandioso. Molti commentatori si sono concentrati su queste letture spiegando come la trasfigurazione sia una prefigurazione della resurrezione. Spesso nei commenti si legge dell'esperienza dei tre apostoli e del dialogo di Cristo con i profeti.

Io vorrei invece soffermarmi con voi su questa frase: "Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo".

Noi siamo abituati ad esasperare sempre la dimensione miracolistica della fede, la dimensione miracolistica della vita di Gesù e in fondo ad esasperare così tanto la sua divinità da dimenticarci della sua dimensione concretamente umana.

Lo dice Pietro stesso nella seconda lettura che abbiamo ascoltato "Carissimi, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza".

L'esperienza della Trasfigurazione ha molto da dirci sulla trasfigurazione della nostra vita, ma tale processo è possibile solo perché c'è l'umanità di Gesù e non perché c'è l'aspetto miracolistico.

I miracoli e i segni sono funzionali al quotidiano della vita di Gesù che nei Vangeli spesso predomina a livello di insegnamenti, di contesto e di stile di vita.

A forza di andare dietro a statue che piangono, madonne che appaiono, rivelazioni private di qualsivoglia genere, forme devozionali di ogni tipo, ecc… rischiamo di perdere invece quello strumento essenziale della nostra salvezza che è l'umanità. Cristo trasfigura la vita degli Apostoli, cioè la rende bella e più simile a come sarà quando saremo dall'altra parte, attraverso uno stile di vita che ha come suo centro una vita di carità.

Quando Gesù guarisce i malati perché lo fa? Come lo fa? Lo fa per insegnare ai suoi Apostoli l'importanza del prendersi cura delle persone più fragili e spesso lo fa attraverso gesti concreti. Quando Gesù rivitalizza i morti perché lo fa? Per insegnare a noi che dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri e soprattutto di quelle persone che anche se vive sono già morte dentro.

Per arrivare a quella dimensione di umanità bella che rifulge nella trasfigurazione di Cristo bisogna:

  1. Salire sul monte: cioè camminare verso una meta alta e faticosa, bella e pericolosa. Il monte è l'immagine del cammino della nostra vita verso una meta che è più alta di noi.

  2. Bisogna salire sul monte, ma insieme ad altri che vivono le loro fatiche umane: Gesù non sale sul monte da solo, ma con Pietro, Giacomo e Giovanni. Il cammino dell'umanità di Cristo e il cammino dei fratelli devono salire insieme verso la metà.

  3. Ovunque sia questa altura, li troveremo la nostra storia rappresentata dai Profeti e la nostra meta che è la voce della luce del Padre.

Qual è lo scopo di questa trasfigurazione di Gesù? Lo scopo è quello di far pregustare l'umanità bella a cui si può arrivare attraverso una buona vita di carità e una fede che vive di opere di carità.

Finita la trasfigurazione cosa fa Gesù con gli apostoli? Torna in valle per vivere l'amore e la Carità.

Tutto questo è ben lontano dallo stile di fede un po' dormicchiante da panca, collo storto e ginocchia piegate. Tutto questo è anche lontano da chi vive la fede solo come una sorta di volontariato che fa il bene.

Quando io dico che la fede cristiana è fatta di opere di carità e di uno stile di vita di carità sto parlando di una vita unificata cioè capace di esprimere il bello e il vero sempre.

Lasciare che il Signore trasfiguri la nostra vita non è facile perché significa essere in grado di lasciare alla guida Lui attraverso gli eventi che ci capitano quotidianamente. 

Significa intravederlo in tutto e in tutti, significa avere un certo stile anche all'interno delle relazioni familiari, significa avere lo sguardo benevolente su quella che è la mia realtà perché è in quella realtà che abita Gesù.

Altro che madonna piangenti e storpi che si rialzano, altro che sangue che esce dalle statue o che si scioglie nelle ampolle… Quella è roba da pagani, da superstiziosi e da fattucchiere. Non è la fede seria, reale, concreta e divinamente umana.

Gli apostoli "Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo" o meglio videro solo Gesù!

Tutto il resto è un contorno! Il centro è l'umanità di Gesù che è l'unico mezzo per giungere a Dio.

Come si fa a lasciare spazio a Gesù perché trasfiguri la nostra vita? È una domanda difficile… che richiederebbe ore…

Mi vien da dire che i punti fondamentali per partire in un processo di unificazione della propria vita che lasci spazio alla trasfigurazione della stessa sono:

  1. Un buon esame di coscienza periodico in cui ci domandiamo quanto attivamente ricerchiamo l'intimità con Cristo. In questo discorso però non rimanete bloccati al "vado a messa - non vado a messa" perché quello è solo un pezzettino ed estremamente piccolo. Ho una vita di preghiera personale al di là della messa? Mi sono dato dei tempi e dei momenti in cui pregare sia con formule che senza? Leggo la parola di Dio da solo frequentemente? Lascio che questa parola di Dio entri in risonanza con la mia vita?

  2. Un impegno attivo ad avere un certo stile che potremmo definire gentile, accogliente e trasparente. Come mi comporto in famiglia? Che spazio lascio agli altri membri della famiglia di dire e vivere cose differenti rispetto a quelle che vivo e dico io? A lavoro sono corretto, provo a trattare bene tutti i colleghi anche quelli più antipatici?

  3. Quanto mi lascio sorprendere dal Signore nelle cose che vivo quotidianamente? Quanto sospendo Il mio giudizio su me stesso e sugli altri? Quanto riesco a vedere Gesù in quelle situazioni, in quelle persone, in quel valore e in quelle realtà, che mi sembrano aliene? In pratica quanto ho uno stile quotidiano normale, non clericale, che mi permette di lasciarmi sorprendere da Dio che vive in cose anche ben lontane dalla Chiesa?

Concludo dicendo che la trasfigurazione è la sovversione di ogni regola, di ogni schema, di ogni preconcetto e di ogni convinzione della nostra vita.

Chiediamo al signore di Gesù di aiutarci in un cammino di cambiamento reale che si apra alla sorpresa della sua azione quotidiana e puntuale.

 
 
 

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