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V DOMENICA DEL TEMPO DI PASQUA - ANNO C

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 14 mag 2022
  • Tempo di lettura: 4 min


"Vi do un comandamento nuovo: che vi amate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi gli uni gli altri".

Qual'è la novità del comandamento di Gesù?

Nell'antico Testamento era già previsto che gli ebrei esercitassero l'amore reciproco. E quindi? La novità sta nel modo di amare "come io ho amato voi, così amatevi gli uni gli altri".

Allora le domande per noi oggi devono essere queste: come ci ha amato Gesù? Cosa ci sta chiedendo? È possibile amare in questo modo?

Dobbiamo stare molto attenti perché ci sono due tentazioni enormi di fondo nel guardare a questa richiesta di Gesù:

  1. La prima è la tentazione dell'assoluta coerenza, della perfezione e dell'intransigenza. È la tentazione tipica di qualunque fenomeno religioso, è la tentazione dello zelo fine a se stesso, è la tentazione che genera l'ansia da prestazione. Ci si incentra così tanto sul comandamento, sull'adempiere a quella regola tanto da dimenticare l'amore… Tanto da dimenticare chi è che ha chiesto questa cosa;

  2. La seconda tentazione è quella lassista. Siccome sono convinto di amare a sufficienza allora mi sento a posto, non devo fare qualcosa di più. Questa tentazione porta a non giudicare se stessi, ma porta anche a non mettere alcun tipo di energia nella propria vita spirituale. Sfortunatamente anche questa posizione ci porta a giudicare però gli altri che sono sempre inadempienti nei nostri confronti.

Sono due modi di vedere la stessa cosa ed entrambi portano a perdere il cuore delle parole del Vangelo. In questo caso la verità non sta nel mezzo, ma sta nell'intendere bene chi parla e cosa ci dice.

Gesù sa benissimo che siamo incoerenti, fragili e inclini ad aggiustarci le cose a nostro comodo, ma sa anche fino a che grandezza possiamo arrivare perché l'ha vissuto lui per primo.

Allora come guardare alla legge dell'amore? Fermo restando che si tratta di un comando, dobbiamo ricordarci che è soprattutto un esigenza profonda umana. Noi abbiamo bisogno di costruire relazioni benevole, abbiamo bisogno di amare e abbiamo bisogno di sentirci amati. È così profondo questo bisogno che sin dagli inizi della psicologia ci si è resi conto che è la questione calda della vita umana. L'abbiamo declinata in mille modi: gli psicologi di stampo freudiano l'hanno messa sullo sviluppo psicosessuale e affettivo, altri si sono orientati sulle dimensioni del transfert e dei modelli strutturali, i sociologi hanno intuito e declinato questa necessità con la frase "Tutto è comunicazione, non si può non comunicare".

La stessa medicina nella prassi ospedaliera si è resa conto come sia fondamentale, era una buona guarigione, il fatto che un malato abbia intorno persone che lo amano o quantomeno che lo facciano sentire amato.

Allora la novità di Gesù è proprio sul come lui ama. Noi però non siamo lui! Noi non dobbiamo fare uguale a lui, ma dobbiamo andare al cuore del suo modo di agire e ispirarci a quella modalità per scoprire la nostra specificità… però se noi non ci sentiamo amati da lui per primi allora è tutto inutile.

Vi sentite amati da Gesù? Realmente?

Desidero toccare la parte faticosa scendendo nella concretezza, del resto la prima lettura ci indica che Paolo designa dei pastori nella comunità proprio a questo scopo, perché possano guidare alla comprensione e alla vita secondo il Vangelo.

Può sembrare difficile concretizzare questa pagina soprattutto per quanto riguarda la nostra vita perché ci siamo abituati a una forma di fede disincarnata, borghese e superficiale.

Il professore di sacra scrittura, quando studiavo, diceva che il comandamento dell'amore è una di quelle cose di cui si è frainteso di più nella storia della chiesa… ecco perché dobbiamo tornarci personalmente.

Nella nostra vita ci sono persone che sono inamabili, affamate d'amore e incapaci ad amare.

Ecco come mi pongo davanti ad una persona del genere? Amarla non mi viene spontaneo, essere gentile men ché meno… Dio con noi si trova proprio in questa condizione! Lui somma perfezione davanti a noi è come se stesse davanti a persone inamabili, affamate d'amore e incapaci di amare.

Cosa fa lui? Lui ci sceglie, prova a trattarci al meglio delle sue possibilità e ci sceglie così tanto da amarci e volerci bene realmente… tanto da diventare mortale e morire per noi.

Noi forse davanti alla persona che ci sta sull'anima non riusciremo mai a sceglierla così tanto da amarla, ma possiamo iniziare con lo sceglierla perché l'ha scelta Gesù. Possiamo iniziare con l'essere più gentili possibili e corretti nei suoi confronti.

Questa cosa l'ho già detta altre volte, ma una delle etimologie della parola amore è proprio "togliere la morte dall'altro"... che questa morte sia esistenziale, psicologica, emotiva o spirituale.

Amare significa sollevare l'altro nella concretezza del vivere.

Ho scelto l'esempio più estremo, ma pensate se dovessimo applicare questo principio in ogni aspetto della vita…

Ci sono volte, in certi momenti mi è capitato spesso, che di venire qui a celebrare… voglia zero! Di venire a incontrare gente, voglia zero! Di interagire, voglia zero soprattutto quando sembra di lavorare a vuoto!

Io scegliervi, nell'ottica di Gesù, per me, è stato farmi violenza e venire con fedeltà il più possibile. È voluto dire scegliervi al di là di tutto e di tutti stando ad ascoltarvi anche quando non ne avevo voglia.

Scegliervi e amarvi ha voluto dire dare un pezzetto della mia vita, del mio tempo e delle mie risorse per voi in quanto, voi, siete di Gesù.

Chissà quante volte sarà capitato a voi anche nei miei confronti… (x Monticello: Chissà quante volte alcuni di voi non avranno avuto voglia di venirmi a recuperare a Finale con la macchina eppure per amore di Gesù l'hanno fatto. Chissà quante volte vi sarà venuto da dire "che palle! Dobbiamo andarlo a prenderlo e dobbiamo anche ascoltarlo!" Eppure l'avete fatto lo stesso perché, io, sono di Gesù).

Questo è adempiere alla legge dell'amore!

Non sono le regole, la purità rituale, le tradizioni, il "si è sempre fatto così in questa parrocchia" che ci garantiranno la felicità e la salvezza eterna, ma l'amore reciproco con lo stile di Gesù!

Il massimo dell'amore reciproco, secondo il cuore del Vangelo, è dare la vita per i propri amici.

Sperando che non ci venga chiesto di morire biologicamente, dare la vita per i propri amici vuol dire darsi anche in queste cose totalmente.

Per quanto possa risultare un po' difficile e forse un po' pesante, vi chiedo di fare qualche istante di silenzio per riflettere proprio sul vostro personale modo di amare e quanto questo modo sia evangelico. Forse siamo tutti un po' distanti dall'essere capaci di amare secondo questo stile e nel modo più radicale, ma la domanda è: ci sto provando o sto illudendo me stesso?

Mi sento amato da Gesù? E io come posso imitarlo?

 
 
 

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