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V DOMENICA DEL TEMPO DI QUARESIMA - ANNO C

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 2 apr 2022
  • Tempo di lettura: 4 min



Il brano di vangelo che nella quinta domenica del tempo di quaresima la chiesa ci offre possiamo leggerlo alla luce del messaggio che viene dalla prima lettura: non ricordate le cose passate, faccio ora una cosa nuova,- qualcosa germoglia, non ve ne accorgete? L'invito però non è a dimenticare le cose brutte, a non far caso, no! Oggi capiamo che Dio in Gesù fa qualcosa di ancora più grande rispetto alla liberazione dall'Egitto: cioè la Pasqua di Gesù! C'è un ordine di cose vecchie, passate, c'è un ordine di cose nuove.

Il vangelo ci parla di un ordine antico che risponde al male uccidendo il male! E per farlo è necessario uccidere chi commette il male! La legge è, quasi, occhio per occhio e dente per dente, se non addirittura peccato per vita.

Una legge, umanamente e apparentemente, “giusta”…

Come si estirpa l'adulterio nel giudaismo? Uccidendolo! E quindi è necessario uccidere l'autore dell'adulterio. D'altronde nella storia di Israele è sempre stato così: il popolo si libera uccidendo l'esercito nemico.

Ma questa legge apparentemente "equa" già è ingiusta alla radice.

L'adulterio non si commette in due? Dov'è l'uomo che è andato a letto con questa donna? Come mai lei è considerata peccatrice e lui no?

Spesso misoginia e giustizialismo vanno a paripasso… in una certa società civile come in una certa chiesa che seguono il potere è così.

Ma Gesù, cosa ne dice di tutto questo?

Gesù tace.

I presenti, ancora una volta, si avvicinano a Gesù non per incontrarlo, ma per metterlo alla prova o, come dice il testo originale, per tentarlo. Si avvicinano a lui non per conoscere realmente Dio, ma per “fregarlo”.

Al tempo di Gesù in realtà era rarissimo applicare la lapidazione perché il potere di condannare a morte era in mano solo ai romani.

Sapendo questo è ancora più evidente come la questione della lapidazione è sottoposta a Gesù per coglierlo in fallo rispetto alla legge di Mosè.

Davanti ad un'accusa così grave cosa fa Gesù? Lui si china, scrive sul terreno e tace. Sembra disinteressato a quel trambusto, alla donna e agli accusatori, lui sembra altrove.

Spesso penso a quando noi facciamo come coloro che accusano la donna… avete presente?

Quando organizziamo e andiamo i Family Day, quando accusiamo dalle TV e riviste i divorziati e gli omosessuali, quando accusiamo i musulmani e discriminiamo le persone per colore della pelle e fede.

Gesù anche oggi è lì, in ginocchio, che scrive per terra e tace.

La cosa che colpisce sapete qual’è? Che Gesù chinandosi per scrivere per terra di fatto si inchina di fronte alla donna che è in piedi davanti a lui! Il tutto in una sorta di sacro silenzio.

Cosa scrive Gesù per terra? Sta scrivendo una storia nuova… mi piace pensare che davanti al nostro continuo accusare il mondo che noi, nuovi farisei, abbiamo davanti… Gesù in silenzio si inchina e scrive “misericordia”.

Il Signore non ci identifica con il nostro peccato, non ci incasella e non ci imprigiona nelle definizioni, ma ci vede nel profondo e conosce di cosa siamo fatti.

Gli accusatori, del vangelo e di oggi, cosa vedono?

Vedono l’atto e accusano solo la donna! Identificano il male compiuto da due persone con la persona della donna.

Loro non vedono la storia della donna, il suo vissuto, i suoi sentimenti; è li, in mezzo, nell’infamia, definita e identificata con il suo peccato.

Ecco perché Gesù dice “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Solo chi è puro ha la capacità di giudicare la realtà e le persone. Chi è in questa condizione? Nessuno!!!

Ecco perchè vanno via a partire dagli anziani cioè da coloro che hanno fatto più esperienza della propria fragilità.

Ma non basta… a Gesù non basta dare questo insegnamento! Cosa dice alla donna? “Donna dove sono? Nessuno ti ha condannata? [...] Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.

Gesù sta dicendo: io che posso condannarti perché sono senza peccato, non ti condanno! Perché non sono venuto per condannare nessuno, ma per giustificare e salvare.

Il Signore Gesù applica nella vita quello che dice il salmo “ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?”

Da tutta la scena che abbiamo sentito chi esce senza peccato? è la donna!

E’ successo qualcosa che non ha ritorno, perchè per lei è cominciata una vita nuova dopo l’incontro con Gesù: nasce di nuovo, nasce oggi! Se prima il peccato finiva con la morte del peccatore, reale o ideale, ora il peccato finisce con la misericordia di Dio. Al contrario gli uomini che accusavano la donna sono inchiodati, fermi nel loro peccato, per la donna comincia una vita nuova perchè è finalmente libera dal pregiudizio e dal giudizio.

Attenti a noi stessi… ogni volta che diventiamo esperti di “giurisprudenza religiosa”, ogni volta che diventiamo moralisti rigidi e ogni volta che giudichiamo, ci inchiodiamo da soli al nostro peccato e ci condanniamo da soli.

Se noi guardando il mondo di oggi lo percepiamo come cattivo, malevolo e negativo allora, probabilmente, il problema non è il mondo ma noi stessi. Stiamo giudicando il mondo come i farisei giudicano la donna!

Per essere eroi del mondo a immagine di Gesù c’è solo un modo, per citare un autore francese “c’è un solo eroismo nel mondo: vedere il mondo così com’è ed amarlo”.

Amiamo il mondo e le persone, tutte… almeno proviamoci.


Gesù,

aiutaci a non giudicare nessuno,

aiutaci a capire che non abbiamo questo potere,

che nessuno di noi può infierire su chi compie il male,

che noi tuoi discepoli non possiamo mischiarci alla folla che urla e insulta,

che non abbiamo il diritto di manipolare le parole della Sacra Scrittura

contro i fratelli e le sorelle.

Ricordaci che il tuo giudizio più alto è la Misericordia!

Aiutaci a scoprire in noi stessi il male che ci abita,

per poter combattere così la battaglia più difficile,

non contro il male degli altri,

ma il nostro male che troppo spesso tolleriamo e giustifichiamo.

Aiutaci a essere liberi e coraggiosi, libere e coraggiose…

così liberi e libere da essere sempre e comunque

Misericodiosi/e. Amen.

 
 
 

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