VI DOMENICA DEL TEMPO DI PASQUA - Anno B
- Gabriele Semeraro
- 4 mag 2024
- Tempo di lettura: 4 min

Potremmo dire che le letture di oggi mandano a monte tutti i nostri schemi, le nostre convinzioni e le nostre dinamiche religiose. Ciò che muove tutto, nella Parola di Dio di oggi, è l'amore.
Pietro è formalmente impossibilitato a incontrare Cornelio in quanto pagano, non può entrare nella sua casa in quanto impuro e non può ricevere il battesimo in quanto non giudeo.
Quando Pietro sarà chiamato a rendere conto di questa azione davanti al collegio Apostolico, l'incontro avrà proprio il sapore di un processo perché ha fatto una cosa che non poteva fare.
Ciò che muove Pietro a superare i suoi schemi dogmatici, i suoi schemi legislativi e le sue rigidità è proprio l'amore stesso di Dio.
Dio in persona, attraverso lo Spirito Santo, manifesta la strada che Pietro deve seguire.
La chiesa da sempre pone un'unica eccezione a tutte le sue leggi anche all'interno del codice di diritto canonico stesso… l'eccezione è la salvezza delle anime cioè il desiderio di Dio di salvare tutti.
Guardate che il testo di oggi ci mette a posto rispetto all'ecclesiologia, alla teologia, alla morale e alla dogmatica.
Pietro intuisce che c'è un desiderio di amore e di ricerca di Dio da parte di una persona che apparentemente è impossibilitata a ricevere questo amore, ma si accorge che Dio ha lo stesso desiderio e la stessa sete verso l'uomo.
Questa sete non è cambiata anche oggi.
Ciò che guida l'azione della chiesa, ciò che dovrebbe guidare le nostre azioni personali, è l'amore!
Troppo spesso noi cattolici sembriamo più degli schiavi di Dio, dei servi, piuttosto che degli amici. Gesù non ci chiama schiavi!
Gesù non ci chiama servi!
Gesù non vuole la nostra sottomissione!
Gesù ci chiama amici!
L'amico non vuole la sofferenza dell'altro anche se spesso deve tollerarla, l'amico non vuole il male dell'altro anche se spesso lo attraversa con lui e l'amico non è colui che in maniera coercitiva obbliga qualcuno a fare qualcosa.
Perché oggi si possono ammettere determinate eccezioni alle nostre regole ecclesiastiche? Pensate a tutta la prassi sacramentaria della comunione… le regole non sono cambiate, ma la prassi pastorale si. Perché?
Perché si è giunti a una comprensione più profonda del mistero eucaristico, della confessione e si è capito meglio qual’è la logica di fondo di Gesù.
Allora certamente che una persona divorziata, omosessuale o che convive può fare la comunione eucaristica e può accedere al sacramento della riconciliazione… non in virtù di essere rientrato per forza nelle regolette ecclesiastiche, ma per il desiderio che Dio gli dia la forza di comprendere e di amare, di vivere e di diventare testimone anche restando all'interno della presunta irregolarità canonica.
L'amore è uno stile di vita, l'amore è un modo di agire concreto e sempre l'amore è uno sguardo sulla realtà.
È Dio che ci ha scelto e ci ha scelto così come ci ha trovati, è Dio che se vorrà ci cambierà ed è sempre Dio che ci ordina di accogliere tutti nell'ottica dell'amore.
Ce l'hanno fatta in qualche modo i dodici, ma noi siamo ancora un po' lontani da questo.
Vi posso dire una cosa?
Sapete che io non sono un amante delle forme devozionali perché spesso mi sembrano un modo vuoto e frivolo di vivere la fede.
Fondamentalmente sento che questa mia affermazione sia vera e nasconda questo pericolo… un pericolo di idolatria e un pericolo di autocompiacimento.
Io sono una persona però onesta con me stesso e davanti a Dio pertanto mi sembra giusto dire che tutto il lavoro, la preghiera e la fatica di portare in giro l'effige di Maria Ausiliatrice nelle parrocchie della nostra vicaria non sia stato un atto vuoto, idolatrico e di autocompiacimento.
Confesso e dichiaro che io ho visto molto del Vangelo di oggi nella comunità di Feglino.
Non sono l'unico ad aver notato quanto lavoro umano e spirituale ci sia stato per arrivare a questo 150°. Non fatevi rubare da nessuno, né preti né catechisti né laici bigotti né criticoni ignoranti, non fatevi rubare da nessuno le conquiste relazionali, spirituali e di amore che avete ottenuto in questo periodo di preparazione.
L'amore, l'amicizia, le relazioni e la Carità che si è sviluppata in questo tempo di preparazione al 150° non rimanga un semplice ricordo nel passato, ma sviluppate tutto alla luce del Vangelo.
Nessuno ha un amore più grande di questo dare la vita per i propri amici… Gesù lo fa continuamente per noi non semplicemente come esempio, ma ci indica la strada maestra della vita cristiana.
Chi tra noi non riesce a vedere come prospettiva questo livello di amore, almeno potenzialmente, non può sperare in nessuna forma di salvezza.
Di pseudo-cristiani sempre arrabbiati, sempre a vedere il male ovunque, sempre in angoscia e in lotta verso qualcuno ne abbiamo fin troppi… dobbiamo essere cristiani dell'amore, dell'accoglienza, degli sguardi di benevolenza e dalle azioni concretamente caritatevoli sempre verso tutti.
Il Vangelo di oggi ci ha mostrato un netto stile che noi vogliamo sposare con forza, che noi vogliamo vivere con forza e di cui noi vogliamo essere testimoni reali.
Tutto il resto sono chiacchiere vuote e spesso malevoli frutto di un ambiente satanico che sposa forme clericali e fintamente religiose.
Che Maria sia la nostra guida e il nostro esempio per vivere l'amore di Gesù nella nostra vita, che Pietro sia il nostro modello di coraggio nell'amare… un coraggio che va oltre le regole e che va oltre gli schemi umani e religiosi.
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