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VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 18 feb 2023
  • Tempo di lettura: 6 min

Siamo ancora, per l'ultima volta, nel contesto del discorso della montagna. Come avevamo detto domenica scorsa, questo discorso è complesso perché ha una prima fase in cui si batte molto sulla libertà e sulla non necessità di una legge per chi è discepolo, ma in una seconda fase iniziata domenica scorsa ci è stato detto che la legge resta un elemento importante. La legge non serve, ma chi vive nella libertà delle Beatitudini guarda alla legge in modo radicale diventando esigente per se stesso e misericordioso per gli altri.

Sempre domenica scorsa Gesù ha cominciato un elenco di alcuni comandamenti tipici della cultura ebraica e questa settimana ce ne propone ancora qualcheduno.

Ricordiamo che l'intento del Signore non è quello di applicare i comandamenti solo secondo la sua interpretazione, ma di fornirci un metodo per attualizzare e vivere nella libertà qualunque norma. Il punto di partenza allora non è il comandamento, ma il concetto di persona che è degna di stima e di amore a prescindere da tutto.

Il discorso della montagna vuole esaltare il comportamento differente di chi è discepolo e quindi vuole proporre un modo di amare che sia forte, evidente e radicale.

Questi ultimi comandamenti di cui fa l'esempio Gesù questa settimana vanno ancora più alla radicali di quelli proposti prima.

Gesù oggi sovverte la legge del taglione sostituendola con una legge che si riferisce all'amore: "io vi dico di non opporvi al malvagio, anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l'altra".

Non si limita a questo, ma aggiunge poi altri dettagli sul fatto di accompagnare quello che ci obbliga a fare strada e a dare anche di più a chi chiede in prestito. Al centro della visione di Gesù c'è l'umanità, c'è il fratello e la sorella, c'è un amore che cerca di non usare le parole "se" e "ma".

Anche quando arriva a parlare dell'amore passa da una visione già esigente ad una realmente più alta infatti Gesù afferma "ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano".

In questo passaggio del Vangelo non solo troviamo la radicalità a cui la vita cristiana ci chiama, ma anche un'accusa esplicita rispetto al nostro perbenismo cristiano imborghesito.

"Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste".

Quante volte diciamo agli altri, diciamo ai preti, diciamo a Dio e diciamo a noi stessi: "ma in fondo non ho fatto nulla di male"!

Tutti siamo capaci ad amare chi ci ama, a pregare per chi ci ama, a prestare a chi ci ama, a perdonare chi ci ama.

Lo facciamo noi, lo fanno i diversamente credenti, lo fanno i credenti, lo fanno i pagani e lo fanno anche gli atei.

I cristiani invece dovrebbero provare ad amare i propri nemici e pregare per loro, dovrebbero esercitare gentilezza e misericordia con chi fa loro del male.

Cerchiamo di non essere ingenui… anche se non avessimo nella vita nessun nemico abbiamo quantomeno qualcuno che ci pesta calli.

L'amore cristiano ha poco ha a che fare con i cuoricini, i sentimenti, le emozioni e il battere del cuore. Dio è il modello dell'amore cioè del darsi totalmente e dell'accogliere l'altro per quello che è.

Dio ti ha creato bello e bella, ti guarda e vede che sei pieno di fango fino agli occhi, vede che annaspi nelle tue schifezze giustificandole anche con scuse pseudocristiane e pseudo religiose, vede che spesso lo rifiuti… E che cosa fa? Invece di distruggerti, ti ripulisce e ti prende con sé.

Dio ti sceglie razionalmente per quello che sei ecco cos'è l'amore!

Noi possiamo uscire dalla dinamica di male e di peccato solo perché abbiamo uno sguardo di benevolenza sulla nostra vita, di un Dio che ci dice "io ti amo per quello che sei! Perché tu no? Io vedo cosa puoi diventare! Perché non ti lasci trasformare da me e dal mio amore?"

Questo è lo sguardo di Dio, questo è lo sguardo che chiede a noi verso gli altri e ci ha mostrato che è umanamente possibile seppur in modo imperfetto. Ci chiede di lasciarci trasformare da quello sguardo e diventare noi quello sguardo per qualcuno che odia, uccide, insulta, rifiuta e sguazza nel male.

Non basta essere all'ombra del campanile, fare attività per la chiesa, farà parte dei gruppi e allora credere di essere a posto e in fondo buoni cristiani, anche se magari non si viene tutte le domeniche a messa.

Quel che conta è l'atteggiamento del cuore, le intenzioni e il livello di amore concreto che si mette nelle relazioni quotidiane che non sarà sempre perfetto, ma deve esserci.

Sento pericoloso sottolineare così spesso "che non si è cristiani solo se si viene in chiesa, che non si è cristiani solo se si prega" e cose del genere.

Forse dovremmo iniziare a battere molto sulla concretezza del vivere un amore realmente cristiano che è un amore razionale, è una scelta esplicita della testa e dello Spirito. Dobbiamo toglierci dalla mente il concetto di cuoricini, di sensazione, di emozione, ecc… non perché non siano importanti e non sia importante vivere queste cose, ma perché l'amore cristiano è un amore diverso che parte da una scelta esplicita e razionale. A volte ci morderanno le viscere e proveremo tutte le altre cose, ma altre volte no e sarà un amore faticoso.

Chi di voi ha una certa età sa perfettamente che a volte stare in situazioni difficili richiede una scelta altamente razionale. Che si tratti di lavoro o di famiglia, di una scelta di servizio o di una questione di paese, in tutti i casi ci sono situazioni in cui si sceglie di restare per mille ragioni che possono essere o di opportunità o di impossibilità a cambiare o anche di amore cristiano.

Quando le farfalle non ci sono, quando l'innamoramento non c'è e quando si sta stretti è lì che Gesù ci dice trova il tuo modo di amare secondo il cuore di Dio e non il tuo istinto.

Voglio essere ancor più chiaro ed esplicito: quello che chiede Gesù in questo vangelo è qualcosa di straordinario e alto, anzi altissimo!

La questione centrale è che quello che è per gli altri straordinario per il cristiano è qualcosa di fondamentale ed è l'atteggiamento che è il punto di partenza per noi. È quella per noi che deve essere la normalità. 

La domanda su cui dobbiamo lavorare è questa: è un diritto di chi sbaglia, di chi pecca e di chi è nell'errore essere amato in questo modo così radicale?

Il tempo della crisi, dell'errore e in cui emerge la nostra malvagità arriva per tutti! Puoi essere padre, madre, figlia, figlio, marito, moglie, fidanzata, fidanzato, pastore, ecc… tutti prima o poi facciamo emergere la nostra oscurità di fondo e tutti speriamo che in quel momento ci sia qualcuno ad avere uno sguardo di benevolenza sulla nostra vita. È quello sguardo di benevolenza che può generare un cambiamento.

Chiedete al parroco, chiedete a qualche educatore che lavora sul campo (chiedete a me e Gaia per la scuola)... quanti cambiamenti abbiamo visto in giovani delinquenti, in persone problematiche, che hanno ricevuto da noi quello sguardo. Uno sguardo che dice "tu vali di più del tuo atto sbagliato, tu puoi dare di più". Avvengono miracoli!

Certo che senza quello sguardo di misericordia, senza quello sguardo che guarda all'umanità e alla possibilità, diventa difficile un miracolo del genere.

Non so se conoscete la storia di Maria Goretti. Questa ragazza viene aggredita e subisce un tentativo di stupro da un amico. La situazione volge al peggio e lui la ferisce a morte. Sul letto di morte lei perdona il suo assassino. Dopo la sua morte l'assassino viene arrestato e condannato. La mamma della santa si reca a dare il perdono a quest'uomo e quando lui esce dal carcere, dopo la confessione, farà la camunione insieme alla mamma di Santa Maria Goretti. Nel 1950 alla canonizzazione in Piazza San Pietro c'è la mamma di Maria e Alessandro cioè il suo assassino. Nel 1970 Alessandro muore in odore di santità!

Questo certamente è un esempio esemplare, ma questi miracoli avvengono ogni giorno nelle scuole e nei luoghi della vita. Sono eventi sporadici oppure sono e devono essere la normalità per noi credenti?

Non accampiamo scuse dicendo che è tutto troppo difficile, che un amore così è impossibile e che non siamo mica supereroi. Sono tutte balle per non muovere un dito, per restare fermi nelle proprie abitudini imborghesite e questo anche all'ombra del campanile.

Tutti abbiamo bisogno di ricevere uno sguardo d'amore dai nostri avversari, ma anche i nostri avversari hanno diritto a ricevere quello stesso sguardo che vede il meglio della loro vita. Questo sguardo Dio lo garantisce sempre e il sacramento della riconciliazione ne è una modalità, ma l'altra modalità da cui non possiamo esimerci, è quella di avere uno sguardo benevolente verso i nostri avversari. In un istante di silenzio pensiamo alle persone con cui non andiamo d'accordo, che non amiamo, che odiamo e che ci schiacciano i calli… facciamo una preghiera per loro e prendiamo l'impegno che dal momento in cui usciremo da questa chiesa proveremo ad essere gentili e benevolenti verso di loro. Poi però facciamolo, proviamoci seriamente senza arrenderci, senza scuse e senza balle.

 
 
 

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