VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
- Gabriele Semeraro
- 22 feb
- Tempo di lettura: 3 min

Siete riusciti a notare il filo rosso che collega le vicende di Davide con lo stile del Vangelo di oggi?
L'essere nel giusto, l'avere ragione, non rende lecito né essere odiosi né la meschinità.
Davide riconosce nel re Saul un consacrato del Signore, ma lo è anche lui. Il fatto che Dio abbia abbandonato Saul non rende automaticamente legittima la sua uccisione. Davide in questo è molto saggio e molto evangelico.
Lascia a Dio la vendetta e si occupa della misericordia, si occupa di educare quel re scellerato.
La via del Vangelo di Gesù è una via radicale che non può essere piegata alla logica del “ma io ho ragione, ma io sono nella verità”.
Tante volte Il peccato e la violenza si nascondono dentro un linguaggio religioso violento che diventa eresia nel senso etimologico della parola.
Prende una verità e la assolutizza al di là di ogni Misericordia e perdono.
Cosa vuol dire ”amate i vostri nemici”?
L'amore cristiano non è una questione di affetto e di perbenismo, l'amore cristiano è uno sguardo di benevolenza sull'altro.
L'altro mi ha ferito, mi ha deluso e mi ha usato violenza, ma io continuo a guardarlo con uno sguardo di benevolenza e con uno sguardo aperto alla possibilità di un cambiamento.
Amare in questo modo è possibile, non è facile, ma è semplice. È la semplicità di chi ha scelto Gesù come guida del proprio cammino.
Amare chi ci ama è facile, collaborare con chi ci sta simpatico è facile e andare d'accordo con chi dice bene di noi è facile. La facilità è la via dell'inferno dal punto di vista spirituale… Noi non dobbiamo cercare la via facile bensì la via semplice!
Si tratta della semplicità di cuore che ci porta a fidarci di ciò che Gesù ci dice essere possibile, che ci aiuta a farci violenza davanti alla durezza del nostro cuore.
Le emozioni e i sentimenti sono, in questa lotta spirituale, il nemico numero uno.
La frase cuore di questo vangelo è “siate misericordiosi come il Padre vostro e misericordioso”.
Davanti a Dio siamo tutti indegni di esistere a causa della nostra fragilità e del nostro male, ma Dio si abbassa verso di noi e ci sceglie.
Questo stile di vita implica una lotta spirituale come singoli e come comunità, molto forte. Attenzione perché entrare nella logica di questo Vangelo non vuol dire diventare passivi alla logica del male. Il male, soprattutto sociale, va sempre denunciato.
Significa però, valutando caso per caso, ricordarsi che io sono chiamato ad amare il mio nemico.
Augurandomi che nessuno di noi abbia dei veri nemici… sicuramente abbiamo persone che ci fanno soffrire, che ci stanno sull'anima e che ci tormentano la vita.
Avere uno sguardo benevolente non significa dimenticare chi si ha davanti bensì tenere il proprio cuore aperto alla possibilità della conversione: propria e altrui.
Questo discorso molto teorico diventa assolutamente concreto se lo decliniamo nelle vicissitudini della nostra quotidianità.
Penso alle sberle che ho preso, sberle metaforiche, nelle ultime settimane da persone che nella vita sanno solo odiare e che forse hanno troppo tempo libero.
Penso alle calunnie che vengono dette della nostra comunità parrocchiale e penso a quelle persone con cui non andiamo d'accordo sia al lavoro che nella vita.
Penso a quei parenti che si fanno vivi solo per usarci, solo quando gli torna comodo.
Penso a coloro che con la scusa della fede, con la scusa della retta dottrina, con la scusa delle tradizioni e delle devozioni si ritrovano a vivere in un mondo fatto di tristezza e di violenza.
Penso a quei confratelli, a quei fratelli e sorelle che non sanno uscire dalla logica del cristianesimo ripiegato su se stesso, che non sanno uscire dalla dinamica di quel cristianesimo (un po' sessantottino) che viveva di rivalse e di recriminazioni politiche.
Penso a quelle persone che invece di cercare un dialogo preferiscono utilizzare i social, muoversi subito sul piano legale e che vivono sempre facendo le vittime.
Ecco amare queste persone è difficile, ma Gesù ci dice che è possibile e, stando all'interno della logica del Vangelo, è anche semplice perché implica la semplicità di cuore.
A noi oggi il Vangelo dice “siate semplici”.
Non riesci ad amare col cuore, usa la ragione! Non riesce a vincere la logica del male con l'impegno, mettiti la preghiera!
Ovviamente non possiamo assolutizzare l'insegnamento del Vangelo come fosse monolitico e applicabile solo in un modo perché ogni circostanza e ogni relazione richiedono un metro di misura diverso.
Il dato standard per tutti e che siamo chiamati in qualche modo a fare qualcosa di istintivamente innaturale, ma di umanamente profondamente umano.
Forse ci viene chiesto qualcosa di impossibile con le sole forze umane, ma noi siamo figli e figlie di Dio e non più semplici esseri umani che balconano la vita.
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