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XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 13 giu 2021
  • Tempo di lettura: 4 min

XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

ANNO B


Questa domenica mi trovo ad essere provocato Dal Vangelo che mi porta lontano dal mio normale stile predicativo.

Di solito mi trovo a sottolineare come, per essere un buon cristiano o una buona cristiana, bisogno assolutamente compiere opere e opere di bene… insomma valorizzo la concretezza del vivere. Quante volte mi avete sentito dire "non sono le messe o le preghiere che ci salvano e non sono neanche le opere da sole che ci salvano, ma bisogna che le due cose restino insieme"?

Ovviamente la Parola di Dio di oggi non nega tutto questo, ma sottolinea un aspetto che forse tendiamo a sottovalutare, o che quantomeno tendo a perdere io.

Il Vangelo di oggi sottolinea come sia fondamentale ricordarsi che noi possiamo fare tante cose, ma è il Signore che opera.

Solo se si confida nel Signore, il quale per primo si mette in gioco nella nostra vita, solo in quel caso qualunque cosa facciamo ha senso: tanto in chiesa quanto fuori, tanto quando preghiamo quanto quando operiamo.

È il Signore che opera tutto e tutto è grazia, tutto è dono.

Questo ci viene detto per liberarci dalla tentazione sottile dell'idolatria che mette la nostra persona al centro di tutto. Allo stesso tempo questo non nega che c'è bisogno che il credente in prima persona metta le proprie mani a servizio degli altri. Qualunque seme piantato da Dio cresce di forza propria, ma se il credente asseconda questa crescita allora avvengono miracoli anche più grandi.

Potremmo dire, in tal senso, che questa è la domenica della fiducia nella forza di Dio che agisce attraverso l'umanità, nella nostra storia, nella nostra vita, nelle nostre preoccupazioni, nell'ambiente dove viviamo e operiamo, una forza ci aiuta a lavorare con fiducia e perseveranza.

Se noi operiamo e viviamo fiduciosi che tutto è nelle mani di Dio allora veniamo liberati dall'ansia da prestazione, dall'ansia di autorealizzazione e realizzazione, ma soprattutto qualunque sfida, qualunque sconfitta, qualunque difficoltà, qualunque forma di pessimismo, non può fermarci!

Fidarsi di Dio non è essere passivi. Chi è credente si fida di Dio e, fidandosi di lui, si impegna quotidianamente e anche nelle difficoltà, nelle delusioni o nei rifiuti che può incontrare non perde fiducia perché Dio è con lui.

Le nostre piccole azioni insignificanti sono quel piccolo granello che viene lanciato da Dio nel mondo, ma che se coltivato con amore può diventare il grande albero sotto cui tanti troveranno riparo.

Vi racconto un aneddoto...

Un giorno un amico è andato in un convento di suore e una suora anziana gli ha regalato delle rose che sembravano morte.

Mentre gli regalava queste rose gli ha detto di piantarle in testa in giù in un dato periodo dell'anno, di annaffiarle e di prendersene cura. Dopo poco da quei rami secchi è nato un bellissimo roseto.

La fiducia che Dio ci chiede è la medesima che questa suora ha chiesto al mio amico.

Ecco perché dobbiamo avere fiducia… perché Dio ci ha resi semi piccoli, ma potenzialmente fecondi per questo mondo! Dobbiamo essere fiduciosi perché, anche nelle difficoltà, sappiamo che è presente Dio e che ci sostiene! Dobbiamo essere desiderosi di attraversare questo mondo senza lasciarci abbattere dalle difficoltà perché Dio lotta con noi.

La nostra Chiesa Cattolica, cioè la nostra casa, vive un momento in cui sembra come quelle rose morte. Dobbiamo prenderci le cura non a colpi di morale, non ha colpi di legge e neppure a colpi di tradizioni ormai morte e vuote... Dobbiamo amare questa chiesa, provare a diventare sempre più accoglienti con tutti e soprattutto dobbiamo metterci le mani e il cuore. Questa chiesa che è come rami secchi darà nuovamente alla luce delle rose bellissime.

Che sia la carità a guidare le nostre azioni e non le regole!

Coltiviamo la nostra fiducia in Dio il quale ha già reso il seme gettato potenzialmente sorgente di vita. Prendiamocene cura.


Maria, fammi entrare nel mistero di tuo Figlio, tu che per prima hai fatto germogliare nel tuo cuore il seme della fede, aiutami a capire che il disegno di Dio è più grande di me, ma nonostante tutto mi riguarda. Aiutami a capire che ciò che accade quando il seme è nascosto sottoterra, è più importante di ciò che vedo, insegnami ad avere pazienza, a fidarmi, insegnami ad aspettare con pazienza come hai fatto tu. Fammi cogliere la bellezza nascosta nel silenzio e nella trepidazione dell'attesa, aiutami ad accogliere l'azione dello Spirito Santo, fa che possa crescere nella speranza di chi sà che il Regno di Dio è pronto per tutti. Questo Regno è per tutti nonostante ci sia chi voglia distruggerlo, chi preferisca il male al bene… c'è anche chi, animato da buone intenzioni, voglia renderlo esclusivo e non per tutti. Chiedi a Dio di liberarci da tutte queste tentazioni.

Maria aiutami a crescere avendo uno sguardo limpido come il tuo, uno sguardo di gioia, uno sguardo di solida fede in Dio.

Che io possa vedere il germogliare di quel piccolo seme di bene che tuo Figlio ha nascosto nel mondo, che io possa vedere la chiesa fiorire nuovamente. Amen.

 
 
 

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