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XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 8 lug 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

La Parola di Dio di questa settimana ha un tono particolarmente gioioso perché portatore di una grande novità.

La novità che ci viene annunciata è che Dio per primo si interessa di noi, che lui per primo ci insegna come vivere e che in lui troviamo ristoro da tutte le nostre fatiche.

La gioia non è ridere sempre, avere una paresi facciale che ti blocca sulla modalità del sorriso e non è una questione di status sociale. La gioia è un atteggiamento del cuore, uno stato dell'anima e della mente che ti permette di attraversare ogni situazione della vita.

Domando a voi e a me: cosa ti rende felice?

Attenzione non ho chiesto che cosa vi appaga, non vi ho chiesto che cosa vi dà soddisfazione, non vi ho chiesto se vi dà piacere… ho chiesto che cosa ti rende felice! Qual è l'origine della tua felicità.

Uno potrebbe essere nell'indigenza ed essere felice, si potrebbe essere nella malattia ed essere felice. Si potrebbe essere ricchi sfondati ed essere tristi e morti dentro di sé!

È una domanda difficile e che ci mette profondamente in discussione rispetto a quello che noi diciamo con la bocca e viviamo nella vita. Quante volte parliamo di cristianesimo, ma non c'è gioia? Quante volte ci perdiamo in questioni morali, dottrinali e da codice di diritto canonico, ma non testimoniamo la gioia di un incontro decisivo per la nostra vita?

Vi confesso, sperando che nessuno si offenda, che sono arcistufo di discutere con laici che sono più attaccati al diritto canonico, alla dottrina scritta e alle tradizioni piuttosto che a Gesù Cristo e alla carità fraterna concretamente vissuta.

Avete, abbiamo, distrutto l'esperienza col Cristo a favore di una presunta ortodossia morale, una tradizione e un falso "si è sempre fatto così".

Abbiamo trasformato il crocifisso da simbolo doloroso, ma gioioso, della nostra salvezza a un simbolo identitario culturale su cui fare battaglie ideologiche inutili (vedete le battaglie sul crocifisso in classe o nei luoghi pubblici).

Quando invece ci sono cristiani e cristiane che vivono la gioia di essere amici di Gesù, quando ci sono credenti che vivono uno stile accogliente perché vedono negli altri Gesù, quando smettiamo di essere cristiani da panca e da codice di diritto canonico allora ci apriamo alla gioia di un Cristo che possiamo incontrare personalmente oggi nel mondo.

Allora non ci sono lockdown, non ci sono guerre, non ci sono pandemie e non ci sono disgrazie che possono rubarci la pace in fondo al cuore perché la nostra roccia è Cristo. Potremo essere nella pace anche se nelle lacrime.

Oggi in qualche modo la Parola di Dio ci annuncia un Dio diverso che non ti ruba niente, non ti punisce per i tuoi peccati, non ti manda disgrazia, ecc… quella è una visione di Dio ancora troppo pagana che non ha a che fare col Dio di Gesù Cristo! Una visione che troppo spesso serpeggia ancora tra di noi! Mettiamocelo bene in testa: Dio ci accetta così come siamo e ci ama così come siamo cioè scaberci.

Tutti coloro che seguono dottrine, ma non Gesù vivo, ci pongono sulle spalle pesi insostenibili e forme di vita impossibili. Gesù invece dice "prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso è leggero"

La mitezza e l'umiltà di cuore si imparano provandole a vivere. Chiediamo al Signore la mitezza e l'umiltà di cuore e non diventeremo moralisti, esperti di diritto canonico e persone attaccate più alle tradizioni che alla realtà, ma saremo discepoli e discepole che sanno avere uno sguardo attento sui fratelli/sorelle e su se stessi. Uno sguardo di misericordia che non mette pesi su nessuno.

Saremo immagine vivente di Gesù mite e umile di cuore.

 
 
 

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