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XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 6 lug 2024
  • Tempo di lettura: 5 min

La parola di Dio di oggi ci dice due aspetti dell'essere discepoli che potrebbero non piacerci, ma sono due aspetti fondamentali:

  1. Essere discepoli e testimoni è difficile e, molto probabilmente, non si sarà accolti come tali;

  2. I discepoli e i testimoni non sono perfetti e non lo saranno mai.


Vorrei partire proprio da questo secondo aspetto dei discepoli che non sono perfetti… non devono esserlo!

Noi abbiamo questo falso mito purista che serpeggia da secoli nella chiesa e fuori di essa.

Prende molti nomi e molte forme come ad esempio prende il nome di: coerenza, impeccabilità, perfezione, ecc…

Certamente a chi si professa cristiano è chiesto di manifestare con la vita a chi appartiene, ma questo non toglie le nostre fragilità e incoerenze.

Vi faccio un esempio molto evidente che riguarda la mia persona. Tante volte mi sono sentito dire che sono un cattivo prete e un cattivo cristiano perché sono iracondo, perché sono impulsivo, perché sono un po' vanitoso, perché a volte  sono intransigente, ecc… e tante altre belle cose. Tutto vero!

Ma sono per questo un cattivo testimone? Io sono solo quella roba qui? O forse sta prevalendo l'immagine di come dovrebbe essere un prete e questa immagine non corrisponde a quello che si vede…

Io non so chi è quel buffone che una mattina si è svegliato e ha detto che essere cristiani vuol dire essere perfetti. San Pietro tradisce un sacco di volte Gesù nell'arco della vita, così San Paolo e tutti i discepoli.

Inoltre non è il ruolo che definisce il mio essere buon cristiano o cattivo cristiano, ma è esattamente il contrario: il mio essere una buona persona che ci prova nella vita come discepolo di Cristo determina che tipo di testimone e di sacerdote sono.

Forse rischio di far arrabbiare qualcuno su questo tema, ma vi faccio un altro esempio… capita a volte di avere in chiesa dei fedeli molto devoti che sono molto fedeli a tante cose che riguardano la struttura ecclesiale: l'andare messa frequentemente, il provare a rispettare i dieci comandamenti alla lettera e tanto altro. Spesso queste persone però non sono buoni cristiani perché hanno il cuore inaridito e sono sempre in lotta contro l'umanità degli altri. Sono quelle persone che pur di affermare un'ideologia pseudo cristiana sono disposte a far soffrire e a imporre a tutti il loro modo di vedere arrivando a fare cose terribili. Sono quelli che dal family day urlavano contro tutti gli altri, sono quelli che vanno a fare i picchetti davanti agli ospedali dai reparti di ostetricia, sono quelli che si riempiono la bocca di carità ma non sono capaci di guardare con benevolenza uno straniero, sono quelli che farebbero morire tutti in mare, sono quelli che difendono la croce a scuola però ammazzerebbero tutti i musulmani, sono quelli che prima dell'umanità viene la tradizione, sono quelli che “guai la comunione in mano” per motivi a me sconosciuti, sono quelli che viene prima la forma e dopo l'umanità.

Mi spiace ma non sono buone persone, non sono testimoni di Cristo e non sono neanche discepoli di Cristo, ma sono invasati!

Non è una questione di perfezione, ma di atteggiamento del cuore.

Io potrei essere un sacerdote bravissimo a predicare, potrei essere uno che fa delle opere d'arte stupende e che celebra la messa in modo ineccepibile, ma se ho il cuore arido sono un cattivo cristiano e un cattivo sacerdote.

Per fare un esempio famoso che è alle cronache negative dei giornali… guardata ad esempio Padre Rupnik (se le accuse sono vere).

Io potrei essere invece un sacerdote mediocre a causa delle fatiche caratteriali, potrei essere una persona dalla scarsa pazienza e dalle scarse doti umane, ma se il mio cuore è quello del discepolo che guarda l'umanità di tutti con amore e rispetto allora sono un vero cristiano e soprattutto un autentico testimone.

Quindi qui concludiamo il primo dato cioè quello che essere perfetti non fa di noi dei buoni cristiani, ma avere il cuore, lo sguardo e le mani di Cristo su tutto ciò che ci circonda fa di noi dei buoni cristiani.


E adesso guardiamo il secondo aspetto…

Essere discepoli e testimoni è difficile e, molto probabilmente, non si sarà accolti come tali.

È difficile essere testimoni soprattutto nel proprio ambiente. I motivi sono tanti tra cui il pregiudizio, la presunzione di conoscere la realtà, il fatto che tutto sommato ci si conosce tutti, ecc…

Ma noi non siamo chiamati, di solito, a essere testimoni attraverso le parole bensì attraverso i fatti. Le parole verranno dopo i fatti, ma prima passa uno stile di vita.

Inoltre non è il prete, il vescovo o il papa che sono chiamati ad essere testimoni per primi, bensì tutti i cristiani. Certamente chi ha un ruolo di guida deve avere un'attenzione particolare, ma tutti siamo chiamati ad essere testimoni in modo differente della salvezza di Cristo.

Quando permettiamo a Dio di cambiare il nostro cuore allora la nostra vita comincia a seguire questo cambiamento ed ecco che possono succedere intorno a noi delle situazioni anche spiacevoli. Vi garantisco che quando uno incontra Cristo inizia, quasi senza accorgersene, a cambiare tutto e questo traspare da ogni aspetto della vita.

Il modo di gestire le relazioni, il lavoro, la legalità, ecc…

Mi viene da dire che non possiamo permetterci di lasciarci condizionare da ciò che pensano gli altri, ma dobbiamo continuare ad agire. Gesù nella sua casa non riesce a fare grandi miracoli, ma fa tanti segni e qualcuno riesce a cogliere la bellezza di una salvezza che passa attraverso quell'umanità di Gesù.


Vedete torna a tema la parola “umanità”.

Noi non possiamo essere testimoni credibili se escludiamo la nostra umanità e l'umanità delle persone che ci stanno accanto.

Il Vangelo non ci trasformerà mai nei santini dal collo storto che vediamo nelle chiese perché non sono reali. Guardate un qualunque Santo nelle vostre chiese, non era così come viene mostrato, ma quella è una semplificazione tremenda che però è utile alla pastorale.

Padre Pio era un uomo terribile, dai modi aspri e a tratti violento! Se non addirittura da denuncia… Eppure è un santo.

Madre Teresa un giorno in un'intervista affermò che la giusta punizione per chi vive una vita promisqua è l'HIV. Eppure è una santa.

Potrei andare avanti per ore con ogni santo che conosco, ma perderei di vista ciò che ci dice la parola di Dio di oggi. La parola di Dio ci dice che esserti testimoni non vuol dire essere perfetti e ci dice che gli altri sono liberi di rifiutare la nostra testimonianza, ma ci ricorda che è essenziale che noi testimoniamo con la vita a chi apparteniamo veramente perché Cristo getta il seme della salvezza nel mondo attraverso di noi.

Allora capiamo bene che questo vuol dire che la nostra testimonianza passa attraverso il nostro stile lavorativo, passa attraverso le relazioni con i colleghi, passa attraverso il modo di stare in famiglia, passa attraverso il nostro vivere la legalità pagando le dovute tasse, passa attraverso ogni aspetto autentico e profondo della nostra umanità e del nostro vivere.

 
 
 

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