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XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 12 ago 2023
  • Tempo di lettura: 4 min

L'intera Parola di Dio di questa domenica si sofferma su un unico contenuto: l'incontro personale con Dio.

La prima lettura ci mostra l'incontro intimo con Dio attraverso la preghiera e l'orazione mentale.

Il salmo parla di un incontro anche intellettuale, affettivo ed emotivo. 

La seconda lettura ci parla dell'incontro con Cristo che è dentro di noi, ma anche nei fratelli e nelle sorelle.

Il Vangelo amplia questo incontro che ha una dimensione sia personale che relazionale, ma si apre anche alla fiducia e alla concretezza.

Non si può ridurre l'incontro con Dio solo ad uno di questi livelli citati… non va bene se uno incontra Dio solo nella preghiera, solo nella meditazione, solo nella lettura dei Testi Sacri, solo nel volontariato, solo nelle relazioni, ecc… l'incontro per essere autentico parte da uno di questi punti, ma poi coinvolge l'intera esperienza umana… altrimenti non è un incontro reale, ma un'illusione della nostra mente.

Sul racconto di Elia la tradizione carmelitana ha fondato il suo metodo di preghiera dell'orazione mentale, ma Elia non è certo un uomo che prega e basta.

Elia predica, incontra persone, litiga, fa la pace, aiuta i poveri, ammazza, pecca, chiede perdono, ecc… il suo punto di partenza personale per l'incontro con Dio è l'orazione, ma non si ferma alla preghiera. La sua vita di fede è più ampia e concreta.

San Paolo come il profeta Elia vive tante dimensioni della fede, ma vive anche il dolore e la sofferenza di vedere tanti suoi conterranei perdersi.

Il Vangelo invece ci mostra anche una fiducia concreta nelle cose che avvengono quotidianamente, alcune possono essere straordinarie e altre no, ma tutto è nell'ottica del Cristo.

Quanti di noi camminano sulle acque del male, della malattia, della fatica, della calunnia, della mancanza di lavoro, ecc… tutti attraversiamo un tempo di buio e di tempesta, ma il punto è come attraversiamo queste situazioni.

Quanto prestiamo il fianco al maligno nella calunnia reciproca, nella maldicenza, nell'essere aggressivi, nella mancanza di educazione, nella sfiducia negli altri, nella sfiducia rispetto al futuro.

Tutti dobbiamo trovare un punto di partenza, ma poi la fede deve essere ampliata nelle direzioni deficitarie della nostra vita. Chi prega tanto e incontra Dio nella preghiera, se l'incontri è vero e non frutto di fantasie spirituali, allora deve vivere questa dimensione nella vita concreta e quotidiana. Così come chi vive l'incontro con Cristo nei fratelli deve ampliare il suo incontro attraverso momenti di preghiera strutturati. Chi incontra il Signore attraverso l'ascolto della Parola deve ampliare gli altri aspetti mancanti. Fare unità di vita!

Fare unità è difficile, è impegnativo e soprattutto richiede molta concretezza.

Voglio provare a fare alcuni esempi che spero possano scuoterci. 

Ci sono persone, sia religiosi sia preti sia laici, che sono sempre in chiesa e credono di avere incontrato Cristo, ma poi nella vita sono delle carogne.

Quando stai guidando in macchina ti ricordi di essere cristiano? oppure insulti, urli e attacchi briga?

E quando sei dal dottore in fila, al supermercato o in un un ufficio pubblico? Lì ti ricordi di essere cristiano?

E sul bus? E in famiglia?

Quando usi i social ti ricordi di essere cristiano? Lo sai che puoi fare peccato perché fai del male alle persone attraverso WhatsApp, Facebook, Instagram, Twitter (X), ecc…?

Questa settimana, ad esempio, tanti buoni cristiani finalesi hanno attaccato e insultato un'attività commerciale senza sapere le cose nel dettaglio… il tutto sui social, via telefono e possibilmente attraverso strumenti dove non ci si deve mettere la faccia.

Io per un momento ho vissuto lo sgomento di San Paolo nella seconda lettura… per un momento, un momento lungo e terribile, mi sono vergognato profondamente di essere sacerdote in una comunità dove vi sono attività commerciali che si attaccano gratuitamente, realtà associative che litigano e si pestano i piedi a vicenda, attività caritative in competizione perenne… il tutto sotto questo maledetto campanile! Maledetto perché noi con le nostre azioni stiamo maledicendo la fede cristiana e stiamo dicendo che Cristo è un bugiardo.

Stiamo affondando come Pietro nelle acque della nostra meschinità, ma Gesù ci sta tendendo le mani con la Parola di oggi!!!

Ci sta urlando di unificare la nostra vita! E sta dicendo che lo possiamo incontrare nella preghiera personale, in quella comunitaria, in famiglia, dal medico, sui social, ecc… ovunque lui ci tende la mano, ma sta a noi vivere e sta a noi scegliere.

Dobbiamo stare attenti alle 3  tentazioni più grandi nel modo di pensare la fede oggi:

  1. Credere che siccome si ha dei valori a livello intellettuale, si va in chiesa almeno alle feste comandate e un minimo si prega allora si è buoni cristiani. La vita è importante: sia quella concreta sia quella sui social.

  2. Credere che siccome sì ha dei valori a livello intellettuale, siccome si fa tanta carità o tanto volontariato allora non si è brutte persone e si è cristiani. La vita liturgica e spirituale è importante.

  3. Credere che i nuovi mezzi di comunicazione siano cattivi, buoni o neutri dal punto di vista spirituale. Assolutamente no! Esattamente come nella quotidianità della vita si deve rispondere anche di questo e l'uso che fai di questi strumenti può essere moralmente e spiritualmente deprecabile, può essere moralmente e spiritualmente positivo, può portarti alla dannazione o alla salvezza eterna.

Chiediamo al Signore di aiutarci a unificare la nostra vita vedendolo e vivendolo veramente in ogni singolo aspetto della nostra quotidianità, anche il più insignificante.

Lui è lì a tendere la mano, sta a noi scegliere se annegare o imitare Pietro.

 
 
 

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