XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
- Gabriele Semeraro
- 7 ago 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Questa domenica continuiamo la lettura del sesto capitolo del Vangelo di Giovanni nel quale continua il discorso sul Pane di vita.
La domanda che ci siamo fatti domenica scorsa permane: cosa nutre la mia vita?
Allo stesso tempo emerge una tentazione molto subdola dei compatrioti di Gesù, ma allo stesso tempo di ogni persona che frequenta i luoghi di culto.
La tentazione è quella di essere convinti di sapere chi è Gesù, di avere incasellato all'interno di un dato ruolo... dice il Vangelo «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?»
L'incredulità e l'incapacità di ascoltare cosa Gesù ha da dire, ora alla nostra vita, nasce proprio dal fatto che si pretenda di sapere chi è Dio e lo si inquadra vincolandolo addirittura con regole pur di non lasciarci sorprendere.
È molto difficile e faticoso vivere una cristianità quotidiana, avere uno stile di vita evangelico e nutrirsi della vita di Cristo. Seguire Gesù è difficile soprattutto se se vuole essere estremamente concreti.
Per lasciarsi nutrire da Dio bisogna anche lasciarsi sorprendere e trasformare da lui. È come quando andiamo al mare e ci mettiamo esposti al sole... piano piano veniamo trasformati da quella luce e ne usciamo di un nuovo colore.
Essere immagine di Gesù nel mondo significa proprio essersi dati il tempo di scoprire il volto di Gesù oggi, nella mia storia personale, nella mia vita... essere immagine di Gesù significa lasciarlo emergere nelle proprie azioni, nel proprio pensiero, nel proprio stile di vita e in ogni singolo istante della nostra vita.
Il Vangelo di oggi ci dice: lasciatevi nutrire, riscaldare da Cristo, lasciatevi riempire del suo amore, lasciate che il suo amore che si è fatto pane e vino diventi il vostro amore, lasciatevi sorprendere da questo amore, e allora sarete diversi come dice San Paolo nella seconda lettura "Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo".
La vita cristiana, il cambiamento, parte esattamente dalla nostra quotidianità, dalle nostre azioni, dal dominio di se stessi e della lingua.
Ogni domenica celebriamo Cristo che si dona pur di trasfigurare la nostra vita.
Assecondiamolo e lasciamoglielo fare!
Ricordiamo che non esiste vita di fede separata dalla nostra vita reale, quotidiana e concreta.
Ripetiamoci quello che ci siamo già detti domenica scorsa: i discepoli e le discepole di Gesù sono tali perché dalla loro vita emerge un certo stile di vita. In quest'ottica essere discepoli di Gesù emerge tanto quando si è in chiesa quanto si è al bar, si è cristiani tanto in cabina elettorale quanto al supermercato, tanto a lavoro quanto in famiglia, ecc…
Lasciamoci sorprendere da Cristo e divertiamoci a scoprirlo nei luoghi più impensabili della vita.
Dio non è e non sarà mai come lo pensiamo noi, ma sempre un pezzettino oltre.
Cosa nutre la mia vita? Cosa da sapore, profumo e sostentamento alla mia vita? Ho lo stile accogliente del discepolo e della discepola oppure quello del moralista?
Preferisco la fede morta delle regole oppure quella di una fede che si fa mettere in discussione pur di lasciarsi sorprendere da Dio?

Signore Gesù, rendi la nostra vita un dono, fa che impariamo a spezzarci gli uni per gli altri come tu hai fatto con noi, a morire a noi stessi, a servire con gioia, perché mangiando di questo pane siamo diventati parte di te e siamo stati chiamati a trasformare la nostra vita e a renderla segno del tuo amore, luogo di incontro e servizio, di tenerezza per ogni persona che incontriamo.
Aiutaci a sorprenderci della tua presenza nei luoghi più impensabili, aiutaci a essere tuo riflesso nel mondo, ad avere il tuo stile di vita, aiutaci a essere persone che sanno amare e che accolgono sempre senza "se" e senza "ma".
Che la mia vita sia sempre più immagine dell'Eucarestia di cui ogni domenica mi nutro. Amen
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