XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B
- Gabriele Semeraro
- 18 lug 2021
- Tempo di lettura: 4 min
XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
ANNO B
Questa domenica la Parola ci racconta di un gregge, di un buon Pastore e dei pastori.
Sono figure simboliche che però vanno comprese per chiarire la portata e le conseguenze di questa Parola del Signore su ciascuno di noi.
Iniziamo dalla figura delle pecore. Questa figura può essere intesa in due modalità:
Le pecore sono coloro che appartengono al recinto sacro cioè alla Chiesa. In questa accezione qualunque battezzato è pecora del gregge di Cristo.
Le pecore sono l'umanità. Ogni essere umano è chiamato a diventare parte del Popolo di Dio e della Chiesa, quindi è una potenziale pecora.
La figura del buon Pastore vuole rappresentare Dio che si prende cura delle sue pecore in maniera così concreta da venirci incontro personalmente in Cristo Gesù.
Infine troviamo i Pastori. Anche in questo caso l'interpretazione è doppia:
I pastori sono coloro che hanno ricevuto il Sacro Ordine cioè: diaconi, presbiteri e vescovi.
I pastori sono tutti i cristiani che sono tali in virtù del Battesimo (nel battesimo siamo tutti sacerdoti, re e profeti).

Adesso avendo chiaro le varie interpretazioni delle 3 figure nella Parola di Dio di oggi, rimettiamoci davanti ad essa cogliendone la portata.
Dio rimprovera, nel libro di Geremia, i Pastori di Israele. Dice Dio "Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere. Oracolo del Signore".
Chi nella gerarchia e nel popolo di Dio, attraverso comportamenti illeciti e criminali, scandalizza i Piccoli di Dio, deve tremare. Noi spesso ci soffermiamo però sulle grandi notizie criminali come le frodi fiscali, la pedofilia e tutto ciò che è indegno della Chiesa.
Ma a mio parere, se è vero che tutte queste cose, giustamente, scandalizzano i più, è ugualmente vero che ci sono comportamenti quotidiani dei pastori e del Popolo di Dio che fanno anche più danno pur non essendo atti criminali.
Si tratta di atti legati alla quotidianità...
La scortesia, il razzismo, l'omofobia, l'arroganza, il chiacchericcio, la mancanza di generosità, la malvolenza, il giudizio facile, la durezza nell'interagire, ecc… causano un danno altrettanto devastante a Cristo, alla Chiesa Cattolica e a tutte Chiese di Cristo… per non dire l'umanità intera.
Per tutti quelli fuggiti o che non si sono più avvicinati a Cristo in questi decenni a causa sia del clero che dei laici, a causa di noi qui presenti, chi porterà questo peso? Chi si prenderà la responsabilità per loro?
Chiusi nel nostro cristianesimo del "si è sempre fatto così", chiusi nelle nostre comodità, in un cristianesimo imborghesito e disoncarnato; abbiamo dimenticato di vivere da cristiani… dov'è l'accoglienza, la gentilezza e la generosità che sono tratti distintivi di tutta la vita credente? Dove sono finite la gentilezza, lo sguardo benevolo e l'empatia?
Dovremo rispondere a Dio dei fratelli e delle sorelle che perderanno la salvezza a causa nostra! Ciascuno per la sua parte e il suo ruolo nella Chiesa.
I pastori istituiti come pastori istituiti e voi come laicato sacerdotale nel mondo.
Gesù è un Dio misericordioso e non lascia che i piccoli senza speranza, che coloro che si sono allontanati a causa nostra non abbiano modo di tornare. Quindi Gesù è veramente il Buon Pastore che non solo ha mantenuto il suo gregge, lo ha protetto, lo ha liberato dai cattivi pastori d'Israele, che piano piano si libera dai cattivi pastori oggi, ma che anche si è unito ai popoli.
Come possiamo noi essere gregge di Cristo bloccato e chiuso, inaccogliente e arrabbiato, depresso e stanco? Lo stile di Cristo è evidentemente un altro, quello di colui che va incontro agli altri e noi, credenti laici e credenti ordinati, dobbiamo provare a fare altrettanto.
L'apostolo nella seconda lettura dice che Gesù ha fatto unità, dei due popoli ne ha formato uno solo, ha portato la pace, ha tolto la rivalità e ogni odio. Per fare questo ha dovuto attraversare un atto violento come la crocifissione dando a noi l'esempio sul livello di perdono che un essere umano può vivere.
Come possiamo essere Uomini e Donne di pace sullo stile della mitezza di Cristo, se invece siamo sempre a mugugnare, a pretendere e urlare?
Dobbiamo domandarci, soprattutto i sacerdoti, gli educatori e i genitori, ma anche ogni singolo credente: vogliamo essere uomini e donne che dividono oppure persone di pace? Vogliamo essere Uomini e Donne della riconciliazione e della Concordia oppure vogliamo perseguire solo i nostri interessi?
La domanda di fondo dietro a queste domande è se vogliamo essere come "colui che divide", che la traduzione italiana della parola diavolo, oppure essere pienamente umani, come Gesù: che unisce, da pace e si fa accogliente per tutti. È lui stesso l'accoglienza personificata.
Anche noi come Cristo siamo chiamati a farci uno coi popoli, farci uno con tutti coloro che sono lontani dalla Chiesa, portare il peso di tutti coloro che la pensano in modo differente dal nostro… siamo chiamati ad essere nuove personificazioni di Cristo Gesù nel mondo e condurre tutti i fratelli e le sorelle alla gioia del Signore.
Cominciamo però a pretendere di più da noi stessi adeguando il nostro agire e pensare a quello del Vangelo.
Preghiera Semplice attribuita a San Francesco d'Assisi Oh! Signore, fa di me uno strumento della tua pace: dove è odio, fa ch'io porti amore, dove è offesa, ch'io porti il perdono, dov'è discordia ch'io porti l'Unione,
dov'è dubbio fa' ch'io porti la Fede, dove è l'errore, ch'io porti la Verità, dove è la disperazione, ch'io porti la speranza. Dove è tristezza, ch'io porti la gioia, dove sono le tenebre, ch'io porti la luce. Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto: Ad essere compreso, quanto a comprendere. Ad essere amato, quanto ad amare Poichè: Se è: Dando, che si riceve: Perdonando che si è perdonati; Morendo che si risuscita a Vita Eterna. Amen
Comments