XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A
- Gabriele Semeraro
- 29 lug 2023
- Tempo di lettura: 6 min

Il commento sarà leggermente più lungo del solito perché è ricco di esempi in quanto la parola di Dio è particolarmente difficile e particolarmente ricca. Spero che i vari esempi non ci facciano perdere, ma ci aiutino a comprendere realmente il contenuto delle letture.
Le domande che le letture ci mettono dinanzi oggi potremmo esprimerle cosi: che cosa vedi di prezioso nella tua vita? Sei disposto a giocarti tutto per quel che di prezioso vedi?
Salomone fa la scelta giusta e capisce cosa veramente conta. Dio esaudisce la sua richiesta, ma dalla bibbia sappiamo che Salomone non avrà il coraggio di mantenersi fedele.
Si, noi possiamo anche scegliere ciò che è prezioso nella nostra vita, ma possiamo crederci a posto per questo motivo… così noi ci danniamo da soli convincendoci di essere nel giusto.
Ci crediamo a posto solo perché una volta abbiamo scelto ciò che è bene per la nostra vita, ma se poi non c'è l'impegno e la costanza di dire "sì" ogni giorno con scelte concrete… tutto è inutile.
Se la prima lettura ha posto a tema la scelta retta e la perseveranza, la seconda lettura parla di libertà e di benevolenza.
Per molto tempo un certo tipo di spiritualità ha visto in tutto ciò che è al di fuori della chiesa il male. È una spiritualità che tuttora emerge con frequenza e che ci conduce ad uno stato di errore a-priori.
Dice l'apostolo giustamente "noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio".
È la grande diatriba ecclesiastica che oscilla tra la dottrina, la pastorale e la visione del mondo.
Non tutto quello che viene dal mondo è cattivo oppure buono, non tutto quello che viene dal mondo è cristianamente accettabile e neppure rifiutabile.
Tempo fa durante un incontro con i preti e con il vescovo ci fu una grande discussione in cui al centro c'erano queste due visioni di chiesa e di fede.
La causa scatenante fu una mia frase che era radicata su un un certo modo di intendere il vangelo e su un certo senso pratico e realistico della vita spirituale. Io sostenevo che alcune cose oggettivamente buone della vita cristiana per alcuni potessero essere cattive e diventare addirittura peccato. Fui accusato di relativismo da un confratello…
Se io riesco a fare digiuno tutta la quaresima e lo faccio con uno spirito adeguato, ma poi dentro di me mi compiaccio di quanto sono bravo nel digiuno… commetto peccato e commetto peccato grave.
Se io sono perfettamente casto, ma poi sono una persona aggressiva e violenta nei modi… commetto un peccato più grave in quella violenza più che se fossi venuto meno alla castità.
Se noi applichiamo il ragionamento di Paolo nell'ottica del discernimento personale ci rendiamo perfettamente conto che ci sono alcune cose che sono oggettivamente buone, ma ci possono rovinare e allo stesso tempo ci sono cose meno perfette, ma che se vissute correttamente, con lo spirito giusto, possono diventare virtù.
Allora, ad esempio, non sentirò il bisogno di lottare contro la modernità e contro ciò che è lontano dalla fede cristiana, ma potrò tranquillamente assumere comportamenti e valori esterni alla fede se questi non vanno inficiare la Carità.
Non si può essere né qualunquisti né intransigenti, ma la realtà è superiore all'idea e l'elemento fondante della vita cristiana è la Carità.
Noi allora dobbiamo sapere cosa sono quegli elementi preziosi della nostra vita umana, della nostra scelta di vita cristiana e della nostra fede.
Cosa sono disposto a giocare pur di avere il tesoro nascosto nel campo del mondo. Cosa sono disposto a dare via pur di conquistare quella perla preziosa che è nascosta nel mercato del mondo.
A volte la vita di fede è troppo teorica: vive per alcuni di catechesi e poca realtà, per altri vive di tanta teologia e poca carità, per altri è un dato puramente teorico che non coinvolge né la loro vita effettiva né la loro vita affettiva.
Ecco con questa modalità non si è disposti a rinunciare a nulla, non si è disposti a dar via niente, non si è disposti a perderci niente neppure il tempo.
La cosa desolante è che molti tra noi che siamo qui, e siamo nettamente una minoranza delle persone nel mondo, siamo esattamente nella situazione negativa che vi ho appena illustrato.
Entriamo un po' di più in questo Vangelo.
Vi faccio un esempio… l'esempio sarà su di me in modo che nessuno si senta ferito, ma andrebbe un po' riportato su se stessi per capire dove ci troviamo.
Se un uomo sceglie di diventare sacerdote, si prepara al meglio delle sue possibilità teologicamente e fa mille esperienze differenti sia a livello ecclesiale sia a livello umano. Se quest'uomo una volta diventato prete è perennemente incavolato col mondo, è sempre chiuso in chiesa, si butta solo su mille devozioni, è sempre lì che batte sulla morale sessuale come se fosse l'unico elemento fondante della nostra fede, se quest'uomo è violento e vede nel mondo solo male…
A voi, di tutti questi: se se se… a voi cosa resta, cosa passa di quest'uomo? Vi sembra un sacerdote secondo il Vangelo? Magari è irreprensibile apparentemente sui comandamenti, sulla dottrina e sul codice di diritto canonico e vi sa commentare tranquillamente il Vangelo… Ma è un cristiano? Dov'è la Carità, dov'è la vita reale, dove sono le opere cristiane e come può pensare di evangelizzare un mondo di cui non è disposto neppure a entrare dentro e a vederne la bellezza?
Allora la vita cristiana è una roba complicata e non può essere ridotta al "vengo a messa la domenica", non può essere ridotta a "dico le mie preghiere tutti i giorni" e non può essere "ma io faccio la Carità".
Io so perfettamente di essere ben lontano dall'essere un buon cristiano e quindi dall'essere un buon sacerdote, sicuramente non sono un sacerdote tradizionale e non ho alcuna intenzione di camminare per quel sentiero. All'interno di specifiche cose a cui come sacerdote non posso rinunciare, ho scelto di lasciarmi contaminare da Cristo realmente. Sono perfetto e sono impeccabile? No!
Rispetto tutte le norme, i comandamenti e la dottrina? Come voi, e come del resto anche i preti che credono di farlo, la risposta è no!
Ma cosa sono disposto a perdere per la perla preziosa che, nel mio caso ho iniziato a identificare, forse, solo adesso.
A livello umano ho dovuto rinunciare a dei pezzi importanti, completamente o parzialmente. Ho accettato di rinunciare a un pezzo della mia libertà anche solo sul decidere dove vivere. Ho venduto tanto del mio tempo a favore di un tempo che fosse nostro, un tempo che fosse in mano al Signore. Ho accettato e scelto di rinunciare quasi totalmente a una visione della fede clericale rinchiusa in un luogo che ormai è spesso morto e in forme che danno più importanza ai paramenti che alle persone. Dobbiamo uscire dalla dinamica liturgica in senso decadente per passare a una vita reale di comunità, comunità che non è la parrocchia, ma è quella fuori, quella reale che non è strettamente cristiana e non ha le nostre forme liturgiche.
Ci sono dei valori molto cristiani nascosti nel mondo anche in realtà molto poco cristiani o addirittura avverse alla fede cristiana, valori che dobbiamo assumere ed evangelizzare.
Su questo mi riservo di non dire una parola di più per evitarmi polemiche inutili qui e incuria, ma per chi vuole sono ben disponibile ad approfondire in separata sede.
Cosa sei disposto a mettere in gioco per la perla preziosa e per il tesoro nascosto? Ma lo abbiamo trovato questo tesoro? Perché altrimenti sto discorso è inutile… se non abbiamo ancora trovato niente vuol dire che tutto questo è una buffonata e che stiamo prendendo in giro noi stessi. Gesù non sappiamo neanche dove sia e noi non siamo neanche partiti nel cammino della fede.
La vita cristiana è una roba difficile, ne vale la pena ed è bellissimo, ma deve essere reale altrimenti sono balle che stiamo raccontando a noi stessi per quietare la nostra coscienza, per darci un'illusione davanti al dolore e alla morte. Allora sì che è vero che la religione è l'oppio dei popoli! Se noi seguiamo una religione sicuramente siamo in qualcosa di finto, mentre se noi abbiamo trovato la per la preziosa in Cristo… nulla è gravoso, impegnativo e difficile sì, ma nulla è impossibile e nulla ci può fare del male.
Se abbiamo trovato realmente la nostra perla preziosa, il mondo non sarà certamente un luogo cattivo e non sarà sicuramente portatore solo di valori negativi, ma anzi… sarà il luogo dove vivere Cristo concretamente e dove spendere tutto di noi stessi.
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