top of page
Cerca

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 23 lug 2022
  • Tempo di lettura: 3 min


Qual'è il peccato di Sodoma e Gomorra? Molti di noi sono convinti che il peccato di queste città sia legato a questioni di natura sessuale, ma non è così. Il testo che segue il brano che abbiamo ascoltato oggi parla anche di quello, ma il peccato di Sodoma e Gomorra è un peccato di inaccoglienza.

Su questo ormai concordano molti teologi!

Tutto questo brano che stiamo ascoltando da qualche domenica parla di accoglienza! Abramo accoglie i viaggiatori stranieri in modo adeguato, Dio scende come visitatore in queste città perché sa che lì non si accoglie lo straniero e vuole dare un'ulteriore possibilità a queste due città per fare qualcosa di diverso. La disputa tra Abramo che in questo brano sembra essere eccessivamente misericordioso e Dio che invece sembra essere stranamente l'opposto, è una scusa per raccontarci la dinamica dell'accoglienza tipica di Dio e degli amici di Dio.

Il vangelo in questo senso sembra molto chiaro…

Uno dei suoi discepoli vede che Gesù prega, ne rimane affascinato e chiede al maestro di insegnargli come si fa. Gesù non si limita a insegnargli come si entra in relazione con Dio attraverso una semplice preghiera, ma subito dopo aver insegnato il Padre Nostro aggiungi qualcosa di più.

Per Gesù c'è un primato della relazione che vale verso Dio, ma anche e attraverso i fratelli e le sorelle.

"Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto".

Gesù ci libera dall'autoreferenzialità. Quante volte sentiamo dire che certe cose a Dio non bisogna chiederle, che chiedere certe cose o fare certe richieste vuol dire tentare Dio, che non bisogna pregare per se stessi, ecc… tutte cose vere, ma bisogna imparare a chiedere anche per se stessi le cose buone. Se non ho la salute la chiedo e subito dopo vado dal medico, chiedo la liberazione della pandemia e subito dopo vado a farmi il vaccino, mi manca il pane e, nel Padre Nostro, chiedo il pane quotidiano e subito dopo cerco un lavoro, ecc…

Diceva don Tonino Bello che "il Signore i problemi non ce li risolve ce li dobbiamo risolvere da soli, ma da senso al nostro andare avanti e indietro, al nostro cadere e rialzarci… dà senso". Allora certamente dobbiamo chiedere a Dio, ma poi dobbiamo adoperarci anche noi per risolvere le nostre fatiche.

"Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!"

Ecco… la cosa più importante da chiedere è proprio lo Spirito Santo! È lo Spirito che ci rende capaci di entrare in relazione con Dio e con gli altri, è lo Spirito che dilata il cuore e renderle capace le mani di essere generose, è lo Spirito che ci rende veramente accoglienti verso tutti senza distinzione di colore, di etnia, di orientamenti personali, ma accoglienti con tutti.

Quando si invoca lo Spirito e gli si permette di lavorare non esiste più un "noi" e non esiste più un "loro", ma esiste solo una grande famiglia che è quella dei figli di Dio.

È così che avviene quello che ci ha raccontato oggi San Paolo il quale dice "Fratelli, con Cristo sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti."

Con Cristo, ogni volta che gli chiediamo il dono dello Spirito, siamo risorti e con lui possiamo cambiare il mondo a partire dalla nostra vita.

Preghiamo e chiediamo di essere sempre uomini e donne dell'accoglienza, adoperiamoci per diventare realmente accoglienti con tutti, ma proprio tutti: accoglienti con gli immigrati, coi senzatetto, con chi vive situazioni familiari difficili, con chi ha fallimenti affettivi anche gravi, accoglienti con chi la pensa diversamente da noi, con gli omosessuali, con gli atei e i diversamente credenti. Insomma uomini e donne a immagine del cuore di Cristo, con il cuore di Cristo e le mani di Cristo.

Chiediamo al Signore che quello che preghiamo nel Padre Nostro, da questo istante, diventi davvero il nostro stile di vita. 

La fede, come ci ricorda San Giacomo apostolo, senza le opere è morta!

Che la nostra vita dica veramente a chi apparteniamo.

 
 
 

Comments


  • Facebook personale
  • Gruppo Facebook
  • Instagram profilo personale
  • Pinterest
  • Instagram Icona sociale
  • YouTube Icona sociale
  • Tumblr Social Icon
  • Twitter Clean
bottom of page