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XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Anno B

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 31 lug 2021
  • Tempo di lettura: 4 min

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Anno B


Con il Vangelo di domenica scorsa siamo entrati nel tema del cibo, di ciò che alimenta la nostra vita e di ciò che necessitiamo per vivere.

La chiave di volta per interpretare correttamente la Parola di Dio di oggi la troviamo sia nel Vangelo sia nella prima lettura. Di tutto il racconto della prima lettura prenderemo in considerazione, oltre al senso letterale che mi pare scontato, prenderemo in considerazione la manna che Dio da agli israeliti.

La parola Manna, letteralmente Man hu, traducendola in italiano andrebbe essere tradotta così "ma che cos'è?"

Gli israeliti sono molto concreti tant'è che danno come nome alla sostanza nuova che hanno scoperto, quel pane del cielo che Dio gli dà, il nome proprio della domanda che gli è nata: ma che cos'è?

Guardando al Vangelo che, con questo brano, introduce il discorso eucaristico di Giovanni, dovremmo farci esattamente la stessa domanda.

Ma che cos'è l'Eucaristia?

Il discorso eucaristico di Gesù di questo capitolo 6 del Vangelo di Giovanni può condurci a diversi esiti. O Gesù è veramente Dio e veramente uomo e sta comunicando qualcosa di grande ai suoi amici oppure è un matto che incita al cannibalismo.

Dobbiamo stare attenti perché il Vangelo si prende sempre alla lettera, ma senza ridurlo e banalizzarlo al puro dato letterale.

In qualche modo il brano di oggi ci obbliga a farci delle domande di senso e di fede.

Ad esempio...

Sono convinto che Gesù è veramente uomo ed è veramente Dio nel medesimo istante?

Sono veramente convinto che in quel pezzo di pane e in quel bicchiere di vino che tutte le domeniche consacriamo, sono veramente convinto che li è tutta l'umanità, tutta la divinità, tutta la Croce e tutta la gloria di Gesù realmente presente?

Sono profondamente convinto che per vivere, per vivere bene, ho bisogno di accostarmi alla Parola di Dio e all'Eucaristia?

Se tutto questo è vero, se realmente sono convinto che quel nutrimento mi è necessario e mi trasforma... Come posso vivere alla maniera di chi non ha mai incontrato Cristo?

Le opere dell'umanità priva della grazia di Dio ben le conosciamo: l'egoismo, l'arroganza, il razzismo, la misoginia, l'omofobia, la violenza (sia verbale, sia fisica e sia virtuale cioè sui social), l'uso indiscriminato dell'ambiente, il favorire l'inquinamento attraverso gesti concreti e quotidiani, la mancanza di una vita spirituale che non si riduca semplicemente alla Messa domenicale, l'aggressività verso gli altri, l'ignorare addirittura gli altri, il favorire logiche di morte, il non impegnarsi nella vita politica del paese, il favorire l'ignoranza, assecondare le ingiustizie, ecc…

Di cosa ha fame la nostra vita? Che cosa e chi potrà mai nutrire la nostra vita? La Manna rappresenta proprio Cristo che ha offerto il suo corpo e il suo sangue per noi, ascoltando la sua parola nutriamo il nostro spirito e il nostro intelletto, mangiando e bevendo di lui, cioè nutrendoci della sua persona Divina e umana, da uomini e donne vecchi diventiamo uomini e donne nuove.

Gli antichi avevano chiaro questo assioma "noi diventiamo ciò che mangiamo". Ecco perché è importante domandarsi cosa nutre la nostra vita. Se noi ci nutriamo dell'umanità nuova di Cristo, un'umanità che è secondo il cuore di Dio, allora diventiamo donne e uomini nuovi.

In questa logica capiamo che non è sufficiente avere l'Eucarestia e non è sufficiente andare a messa per essere persone buone, persone secondo il cuore di Dio, persone nuove. Solo se entriamo nella sua volontà, se vivremo concretamente il Vangelo, se saremo in grado di amare ed essere gentili con gli altri, solo allora il dono immenso di Cristo diventa efficace.

Perché? Perché noi stessi saremo diventati Eucarestia per gli altri!

Saremo persone capaci di spezzarci per gli altri, di diventare nutrimento per gli altri ed essere gratuiti per gli altri. Saremo dei nuovi Cristi per il mondo.





Padre Celeste, sei tu che da solo puoi elargire doni e noi senza di te non possiamo fare molto.

Liberaci dal guardare a te come il Dio-bancomat oppure il Dio delle candeline, cioè che a richiesta distribuisce ciò che noi vogliamo… come quando le persone vengono da noi perché vogliono qualcosa, perché hanno bisogno, non per incontrarci, e allora ne restiamo delusi, offesi... Ma quante volte noi facciamo così con te!

Perdonaci se abbiamo sempre qualcosa da chiederti, ma dimentichiamo di venirti incontro, di cercarti, di ascoltarti e di accettare liberamente quello che tu vuoi donarci.

Liberaci dalla tentazione di cercare di piegarti alla nostra volontà. Fa che non cerchiamo tanto di essere esauditi quanto di incontrarti, di ricevere benefici quanto di lodarti, fa che la nostra fede diventi adulta, non interessata, una fede libera e fatta di concretezza.

Liberaci dalla nostra immagine di Vita di fede: disincarnata, attaccata solo a riti esteriori, attaccata ha forme di pietà che non ci conducono a te ma ci riempiono solo di noi stessi, liberaci dalla tentazione di crederci buoni e giusti solo perché veniamo in chiesa.

Aiutaci ad essere cristiani e cristiane profondamente eucaristici. Trasforma la nostra vita in eucarestia per gli altri: rendici capaci di gratuità, di affetto, rendici capaci di spezzarci gli uni per gli altri, rendici capaci di vivere concretamente e quotidianamente il tuo stile attraverso gesti di concreto amore e gentilezza.

Padre buono, aiutaci a chiederti e ad accogliere il dono più grande che ci hai fatto dopo Gesù... lo Spirito Santo riempia la nostra vita e ci trasformi a immagine del tuo figlio Gesù. Amen.

 
 
 

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