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XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 30 lug 2022
  • Tempo di lettura: 3 min


Cosa dà senso alla nostra vita? 

È un po' la domanda centrale della Parola di Dio di oggi.

In senso stretto non si sta parlando di denaro, di ricchezza economica o di potere, ma allo stesso tempo tutte queste cose c'entrano con letture di oggi.

La domanda centrale è appunto "Qual è la nostra vera ricchezza?"

Troppo spesso attacchiamo il cuore ai successi, a ciò che possediamo e ci crediamo umanamente ricchi solo perché possediamo tante cose, ma poi nella tomba cosa ci portiamo?

Quante volte nelle nostre vite e dinamiche familiari ci troviamo immersi in beghe riguardanti le varie eredità e noi Invochiamo la giustizia divina o umana? 

Eppure la risposta a questa nostra invocazione da parte di Gesù resta sempre la stessa "O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?"

Al Signore non gliene frega niente della nostra ricchezza materiale, della nostra integrità morale, delle nostre giustizie e dei nostri ideali, a lui interessa dove si trova il nostro cuore e se è realmente libero da condizionamenti.

"Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede"

La nostra vita, bella o brutta che sia, ricca o povera che sia, da che cosa dipende?

La ricchezza e la povertà possono essere entrambe delle bellissime prigioni dorate entro le quali noi ci nascondiamo. Quanti ricchi e quanti poveri sono insoddisfatti perché hanno attaccato il loro cuore alla ricchezza: i ricchi a quella che hanno e i poveri a quella che vorrebbero avere.

Eppure ciascuno di noi attacca il proprio cuore a qualcosa: al proprio tempo, alle proprie cose, alle proprie relazioni, ai propri libri, al lavoro, ecc… un buon esame di coscienza ci farà rendere conto di quanto poco siamo liberi e quante catene dorate ci circondano. Queste catene non le ha messe il demonio, non le ha messe Dio, ma sono state messe da noi stessi.

Ma cose disse Dio all'anima che crede di aver trovato pace nelle proprie cose? “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”

Ciò che accumuliamo e a cui attacchiamo il cuore, di chi sarà? Scenderà forse nella tomba con noi?

Con questo non sto dicendo che la ricchezza in sé sia negativa, ma il punto è cosa ne facciamo. 

È un mezzo oppure un fine della vita?

E non sto parlando di soldi, ma delle ricchezze a cui attacchiamo il cuore che si tratti del tempo, delle idee, delle risorse, delle relazioni e anche innultimo del denaro.

Paolo giustamente ci dice "Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra."

Attenzione però non fraintendere queste parole… non ci sta dicendo che dobbiamo passare la vita a sgranare rosari, sempre in ginocchio, sempre in penitenza e conducendo una vita come quella dei Santi Eremiti. No!

Liberiamo dalla tentazione di un cristianesimo fatto di devozioni vuote e spiritualeggiante. 

Si può vivere tutto quello che vivono gli altri, ma imparando a non attaccare il cuore a quelle cose che sono e restano strumenti e non fine della nostra vita.

Si può attaccare il cuore anche a cose religiose dimenticandosi di vivere nel mondo!

L'uomo e la donna vecchi sono morti nel battesimo eppure continuano a scalpitare dentro di noi con tutto ciò che è male. Noi però siamo donne e uomini nuovi che in Cristo che possono imparare a servirsi delle cose per il bene dei fratelli e delle sorelle e, attraverso loro, servire bene il Signore.

Anche una cosa buona può essere prigione e dannazione se diventa il fine del nostro vivere… anche il nostro essere qui!

Possiamo essere le persone più pie del mondo, più fedeli alla preghiera e alla liturgia, ma se non siamo liberi e non sappiamo amare allora siamo dannati, non serve a nulla essere qui.

La fede è fatta di spiritualità e di opere o meglio di opere che sono spirituali, ma il fulcro di tutto è la capacità che Gesù ci dona di amare nella libertà senza attaccare il cuore a cose anche buone.

Il centro è Gesù stesso che dobbiamo amare provando ad amarci tra noi nella vita reale e quotidiana.

 
 
 

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