top of page
Cerca

XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 19 ago 2023
  • Tempo di lettura: 4 min

Ho trovato le letture di oggi particolarmente divertenti e pungenti.

Tra i molti contenuti che possono emergere, mi sembra, ce ne sia uno in particolare che va a toccare il nostro modo di vivere e di guardare agli altri.

Le letture, tutte quante, ci vogliono invitare al superamento della dinamica "noi-loro", "dentro-fuori" tipica delle strutture religiose e delle strutture politiche.

I principi unificanti che emergono sono la stessa umanità che condividiamo, la Misericordia e la fede.

Sono aspetti fondamentali che ci aiutano a superare alcuni retaggi culturali, politici e religiosi.

Il discorso di Paolo per quanto complesso è chiaro e spiega chiaramente questa dinamica del "noi e loro" che viene messa in discussione dalla fede stessa.

Vorrei però soffermarmi con particolare attenzione sul Vangelo perché ci sono molte dinamiche che si accavallano e molte possibili interpretazioni.

Gesù si trova nella zona di Tiro e di Sidone che sono due città marittime dove è presente l'ebraismo, ma dove si respira l'aria pagana dell'antico popolo fenicio.

In queste due città si trova un po' di tutto e non erano certamente città amate dai Giudei osservanti proprio a causa di questo stretto legame col paganesimo e con i culti antichi.

Per gli ebrei c'era una netta distinzione tra gli osservanti e i pagani, tra gli osservanti e i proseliti. I pagani erano coloro che non riconoscevano il Dio di Israele mentre i proseliti erano coloro che dal paganesimo si erano convertiti al Dio di Israele, ma per discendenza di sangue non appartenevano al popolo eletto. La dinamica escludente nella religione e nella cultura giudaica erano estremamente forti.

La richiesta della donna del Vangelo è pertanto scorretta e illecita. Leggendo attentamente il testo ci rendiamo conto che i discepoli non hanno pietà della donna, ma sono imbarazzati e sono profondamente a disagio dalla vicinanza con questa persona che loro ritengono impura.

"Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!"

L'imbarazzo, la vergogna e il senso di disagio traspaiono con forza dal testo. La risposta di Gesù è comprensibile nell'ottica proprio della cultura giudaica anche se, da lettori che sanno come va a finire, capiamo bene quanto questa reazione sia funzionale a ciò che sta per avvenire.

"Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d'Israele"

La donna Pagana persevera e mostra ai discepoli quanto il suo cammino spirituale sia in realtà più profondo e più in linea con il cuore del Dio incarnato Gesù.

"«Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore - disse la donna -, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri»"

Il termine con cui i non ebrei venivano definiti in modo dispregiativo dalla cultura giudaica è quello dei cani. Gesù volutamente usa un termine culturale e culturalmente riconoscibile.

La donna coglie la bontà del Signore, ma risponde a tono. Lei riconosce che in Dio c'è l'amore e c'è l'amore per tutti, anche per quegli animali impuri che sono, per i Giudei, i cani.

La fede di questa donna non è una fede magica, ma si fida della bontà di quel profeta e della bontà di Dio. Si fida così tanto da sfidare quella separazione invalicabile tra il mondo pagano e il mondo giudaico, tra il mondo della purità e il mondo dell'impurità.

E Gesù sta in questa logica, sta nella logica dell'inclusione.

Questo ha molto da dire alla nostra cultura laica e religiosa che tende ancora a dividere il mondo in fazioni politiche e religiose, tra il noi e il loro.

Un mondo ossessionato dalle leggi, dal definire che cosa sia italiano e cosa non lo sia, un mondo ossessionato dal desiderio di dire agli altri cosa pensare e come vivere, un mondo ossessionato dal definire cosa sia famiglia e cosa non lo sia.

Gesù mostra come tutte queste cose siano inutili, scorrette e superficiali.

La grande questione divisiva nella chiesa di oggi e nella società di oggi è proprio il non aver colto il senso inclusivo del Vangelo e della conseguente vita cristiana.

Sapete che a me piace dire sempre questa frase: "tutto non è uguale a tutto".

Le differenze e le distinzioni ci sono, ma la vita non è in bianco e nero bensì vive di tante sfumature cromatiche… anche la vita di fede!

L'essere inclusivi deve portarci a guardare chiunque con uno sguardo positivo e accogliente, benevolo e creativo. Chiunque!

Nero o bianco, cristiano o non cristiano, italiano o immigrato, etero o non, ecc… il punto unificante è il condividere la medesima umanità, la medesima terra e l'amore di Dio.

Facciamo in modo di ritornare a quello sguardo di Cristo dove tutti siamo amati allo stesso modo, ma allo stesso tempo ciascuno di noi è amato in modo unico ed esclusivo. Essere persone inclusive e accoglienti non è appiattire tutto…

Spesso nei nostri ambienti pseudoecclesiali si è urlato alla dittatura del pensiero unico semplicemente perché si è dato spazio, a livello civile e legislativo, a persone che la pensavano in modo differente da noi.

Spesso chi urla alla dittatura del pensiero unico impone il pensiero unico di una visione ecclesiale che molto spesso non è evangelica.

Voglio essere onesto e chiaro anche a costo di diventare irriverente: se si segue autenticamente il Vangelo, se si è autenticamente figli della chiesa e se si ha un rapporto intimo con Dio… così intimo da percepirsi come figli suoi… si deve avere il coraggio di non cedere alla tentazione del fideismo cieco verso visioni di chiesa, visioni teologiche e pastorali che rischiano di uccidere la libertà di cui abbiamo sentito parlare oggi nel Vangelo. Una libertà così autentica da scavalcare la legge giudaica a beneficio di una donna Pagana che non crede nel medesimo Dio degli ebrei.

Noi dobbiamo giungere a questa libertà e questa libertà comporta che, se necessario, si contesti anche le ingiustizie e le visioni sbagliate che fanno soffrire l'umanità degli altri… quando queste visioni provengono dalla Chiesa bisogna contestare anche la chiesa e questo che si sia sacerdoti o che si sia laici.

Anche i cagnolini di oggi hanno il diritto sacrosanto voluto da Gesù di nutrirsi alla nostra tavola!

I cagnolini di oggi chi sono? Facile rispondere… sono tutti coloro che stiamo discriminando, allontanando, giudicando e ostracizzando a causa di un pregiudizio oppure a causa di una visione religiosa più concentrata sulle leggi che sulla dignità di ogni singolo essere umano.

Oggi abbiamo tanto da riflettere, abbiamo tanto da esaminare nella nostra coscienza personale e soprattutto abbiamo l'occasione di non fare come i discepoli che sono stati gretti, chiusi e disumani con questa donna del Vangelo.

 
 
 

Comments


  • Facebook personale
  • Gruppo Facebook
  • Instagram profilo personale
  • Pinterest
  • Instagram Icona sociale
  • YouTube Icona sociale
  • Tumblr Social Icon
  • Twitter Clean
bottom of page