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XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 13 ago 2022
  • Tempo di lettura: 4 min


Ascoltando la parola di oggi potremmo restarne turbati, disorientati e scoraggiati. In un certo senso ci viene detto che essere al servizio della Parola di Dio, lasciarsi toccare dal Signore e vivere secondo lo stile di Dio può creare divisione e contrasto.

Il profeta Geremia paga le conseguenze della sua predicazione così come avverrà per Gesù e per i suoi discepoli.

Troppo spesso abbiamo identificato la sequela a Gesù con la pace, l'amore e la felicità. Troppo spesso abbiamo identificato l'essere buoni cristiani e cristiane con la partecipazione alla messa o alla buona vita morale.

Tutte cose in parte vere, ma forse abbiamo esasperato questi aspetti in contrapposizione ad una predicazione precedentemente incentrata eccessivamente sulla morale, i comandamenti, il dolore, la mortificazione, il Dio punitivo e la rigidità del vivere cristiano.

Eppure il primo segno evidente che la predicazione di Gesù è efficace emerge dalla persecuzione a lui e ai suoi… persecuzione che conduce Gesù alla croce.

Guardiamo il Vangelo di oggi…

Nella prima parte del Vangelo emerge un desiderio profondo di Gesù che si manifesta in due immagini: quella del fuoco e quella del battesimo.

Sappiamo bene che l'immagine del fuoco e l'immagine dell'acqua sono entrambe espressione di purificazione, di forza e di fede. Il fuoco e l'acqua rappresentano il battesimo e la Pentecoste cioè lo Spirito Santo che cambia noi e la nostra vita. 

Cosa dice Gesù in relazione a questa immagine? 

"Come sono angosciato finché non sia compiuto".

Il Signore desidera che tutti siano purificati dall'acqua del battesimo e accesi dal fuoco dello Spirito. Vive un angoscia viscerale nell'attesa che questo avvenga.

Dopo aver manifestato questo desiderio vuole liberarci dalla tentazione di esasperare eccessivamente, o forse sarebbe meglio dire banalizzare eccessivamente, la questione dell'amore e della salvezza.

Quante volte nella predicazione, negli scritti dei Santi e nella grande tradizione della chiesa abbiamo sentito dire che Cristo è la nostra pace. Certo, ma che pace?

Dice Gesù "Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione".

La predicazione di Gesù, se vissuta veramente, porta divisione! Ne hanno fatto esperienza tanti Santi di cui possiamo leggere le biografie. Ne ha fatto esperienza Don Bosco quando fu osteggiato da tanti, chiesa compresa; ne hanno fatto esperienza Padre Pio e Madre Teresa di Calcutta, San Giovanni Paolo II e tanti altri in modi differenti tra loro…

Tra i non canonizzati mi viene in mente Don Milani che è stato osteggiato fortemente dalla sua Chiesa diocesana, Don Gallo a Genova e così tanti altri. Quando si vive il Vangelo si diventa scomodi perché si pungolano le coscienze soprattutto di coloro che dicono e si dicono "ma in fondo non faccio nulla di male".

Chi diviene veramente discepolo o discepola è radicale senza divenire intransigente e duro con gli altri.

Nell'era apostolica successiva alla morte e resurrezione di Gesù, questa pagina del Vangelo era particolarmente vera e le divisioni all'interno delle famiglie erano profonde tra chi restava pagano e chi diveniva cristiano. Queste divisioni hanno spaccato le famiglie arrivando sino alle estreme conseguenze per cui all'interno della stessa famiglia si denunciava i propri familiari e li si metteva a morte.

In fondo una storia che i nostri nonni conoscono perché anche durante il periodo nazifascista si è ripetuto, seppur per mille motivi anche lontani dalla fede, la stessa dinamica.

Oggi, quanto meno in Italia, non esistono tali persecuzioni contro i credenti eppure persiste una profonda divisione quando in una famiglia qualcuno incontra veramente cristo.

Potrei raccontarvi di una ragazza la quale ha deciso di intraprendere un proprio cammino di conversione per conoscere sempre più cristo. Questa ragazza si è trovata osteggiata per lungo tempo dalla famiglia che si definisce di "buoni cattolici", ha perso amici e si è trovata tagliata fuori anche da un certo ambiente lavorativo. Perché? Perché la sua vita è cambiata profondamente.

Non si è messa a fare proclami, non è scesa in piazza contro qualcuno perché la pensa in modo diverso da lei e non ha tentato di convincere nessuno ad aderire alle sue proprie convinzioni, ma semplicemente la sua vita ha assunto un sapore differente e nel momento in cui le è stato chiesto da dove nascesse questo cambiamento la risposta è stata rifiutata da tutti: la risposta è Gesù. 

Potrei raccontare della mia esperienza e dell'esperienza di tanti che decidono di intraprendere il cammino del seminario o della vita consacrate e si trovano tagliati fuori da tutto semplicemente perché non lo hanno fatto una scelta di vita convenzionale.

"D'ora innanzi, Se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divise tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera".

Noi siamo lontani temporalmente anche dagli eventi delle prime ere cristiane e dagli eventi dell'ultima guerra eppure ho la sensazione che questa Parola oggi sia più vera che mai.

La pace di Cristo non è assenza di divisione o conflitto, ma è una pace del cuore che nasce dalla comunione personale con lui.

La comunione con Lui genera comunione verso tutti e allo stesso tempo distanza e incomprensione con chi ha il cuore indurito.

Che l'inquietudine di Gesù sia anche la nostra "Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!"

 
 
 

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