XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
- Gabriele Semeraro
- 21 ago 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Libertà, scelta, fedeltà e sequela.
Queste sono le parole guida di questa domenica.
Giosuè guida il popolo sino alle porte della terra promessa come Dio gli aveva detto di fare. Compiuta la sua missione è tempo di scegliere nella libertà delle coscienze.
Dio si è manifestato, ha liberato il popolo, lo ha guidato e lo ha confortato. Dio la sua scelta l'ha fatta... ora, sulla base della propria storia, anche il popolo, come un adulto, sceglie per se.
Giosuè sceglie di rimanere con Dio e di vivere secondo il suo stile che è quello delle 10 parole.
Giosuè, come anche Dio, lascia libero il popolo di scegliere.
«Se sembra male ai vostri occhi servire il Signore, sceglietevi oggi chi servire: se gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il fiume oppure gli dèi degli Amorrèi, nel cui territorio abitate. Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore».
Scegliere il Signore non è scegliere la strada più facile e comoda! Vuol dire essere attenti a se stessi, ai fratelli e alle sorelle, all'ambiente, vuol dire vivere ogni aspetto della vita con fiducia, anche e soprattutto, quando le cose vanno male.
Gesù è duro oggi con i suoi e quelli che lo seguono: "«Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui".
Anche per noi è tempo di scelte! Siamo in un tempo in cui siamo finalmente fuori, almeno in parte, da una società formalmente cristiana. Tutto sembra crollare e la Chiesa brucia, sembra di essere alla fine di un'era.
È tempo di scelte esigenti di vita reale! Non siamo obbligati a restare per forza se non sopportiamo una Chiesa meno struttura e più vita reale… possiamo andarcene!
Possiamo, come molti tradizionalisti e tanti progressisti, andare via e farci la nostra Chiesa, la nostra fede.
Ma se oggi scegliamo di restare dobbiamo essere consapevoli che la via di Gesù è bella, ricca e luminosa, ma anche costellata di più dolore e fatica rispetto agli altri.
«Volete andarvene anche voi?»
È la domanda fondamentale per tutti…
A volte, confesso, mi viene da rispondere: basta!
Ci sono momenti in cui sembra che nulla abbia senso, mi sembra che questa Chiesa non cambierà mai e che essere credenti non serve a nulla.
Poi però ricordo che il fedele in Isdraele è Dio, è Dio che può cambiare le cose, l'unico fedele alle sue promesse è il Dio Figlio Cristo Signore. È Dio l'unico fedele ed è Lui che ci rende fedeli.
Chi da senso al nostro vivere, abitare e faticare? Chi può dare senso e pienezza ad una vita troppo spesso apparentemente vuota?
È tempo di consapevolezza e di scelte...
Lo ripeto, se decidiamo di essere cristiani, scegliamo una vita decisamente bella e assolutamente difficile!
Scegliamo una via stretta, faticosa, impegnativa e che, insieme a mille gioie, ci farà soffrire anche tanto…
Gesù oggi domanda a noi: «Volete andarvene anche voi?».
Simon Pietro intuisce qualcosa di grande «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio»?
Quindi, vogliamo andarcene oppure proviamo a fidarci?
Restiamo? E come restiamo?
Chi resta non può vivacchiare! Restare implica che non ci è lecito fare certi discorsi su papa Francesco e papa Benedetto, non è lecito separare la vita liturgica da quella quotidiana, non ci è lecito essere persone chiuse, misogine e razziste. Se restiamo non possiamo chiuderci in noi stessi, disinteressati degli altri oppure assecondare logiche di morte e peccato. Noi credenti scegliendo Gesù aderiamo alla via stretta della relazione con tutti, l'accoglienza diventa il nostro stile di vita senza "se" e senza "ma".
«Volete andarvene anche voi?».
Questo è il momento di scegliere!
Ma se andiamo via… da chi andremo?

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