XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
- Gabriele Semeraro
- 28 ago 2021
- Tempo di lettura: 5 min
La Parola questa settimana ci conduce verso i temi della legge, della grazia e della libertà. Suggerisco a tutti di riprendere le ultime catechesi del mercoledì del Papa che tratta approfonditamente di questi temi.
Quando ai giovani cerco di spiegare il valore dei comandamenti, che si tratti dei 10 comandamenti oppure di altre regole, sottolineo il principio della libertà personale e cerco di accompagnarli in un approccio differente e libero.
Dobbiamo stare molto attenti a non cadere in forme legalistiche come avvenne per il popolo ebraico… non è il rispettare le leggi alla lettera che ci rende Santi, che ci rende buoni oppure che ci dà dei meriti.
Dio dice all'uomo "vuoi vivere bene? Vuoi provare ad assomigliarmi? Questi sono i binari, le stelle guida per fare tutto questo".
In quest'ottica la legge non è qualcosa che imbriglia e obbliga, ma che si relaziona con la situazione reale... applicare la legge in modo legalista e ritualistico porta ha un valore negativo della legge stessa. O la legge è segno d'amore oppure è spazzatura! La legge relazionandosi con l'uomo ammette eccezioni in base alla situazione specifica perché, come dice Gesù in un altro Vangelo, non è l'uomo per la legge, ma la legge per l'uomo.
Anche l'obbligo domenicale è inutile e non da salvezza se non proviene dal desiderio di vivere. La legge serve nei momenti di fatica per restare fedeli. Se vengo a messa solo perché così legalmente prevede la chiesa, se ci vengo solo per applicare la legge e poter accedere formalmente alla comunione, se vengo in chiesa solo perché c'è una regola che me lo dice... non vale a nulla! Spazzatura! Dov'è il desiderio di' una parola buona da parte di Dio per la mia vita, dov'è il desiderio di incontrare l'amico più grande di una vita, dov'è il desiderio di incontrare il proprio creatore?
La legge, lo ripeto, serve nei tempi di aridità e di fatica.
Inoltre San Giacomo ci ricorda una cosa importante "Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi. Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo".
Non è la legge che ci rende buoni cristiani, non è vivere i dieci comandamenti e neppure tutte le regole ecclesiastica, ma è vivere il Vangelo nella propria vita.
Vivendo lo stile di Gesù che ama, accoglie e si dona, solo questo stile ci permette di essere sempre in linea con qualunque norma anche quando formalmente non lo si è.
È inutile vivere da uomini e donne castrati pur di applicare alla lettera, in modo arido, la legge per sentirsi a posto... è la Carità, è l'amore concreto, è l'amore che si manifesta attraverso azioni concrete che dice di noi se siamo in linea con quello che preghiamo, con quello che professiamo e con quello che celebriamo.
Dice Dio nella scrittura “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Quante volte il nostro pregare, il nostro celebrare e il nostro vivere danno ragione a questa parola di Dio?
A volte accusiamo gli altri del nostro cattivo agire, del nostro chiacchiericcio e del nostro giudicare, ma Gesù ci ricorda chiaramente che "Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo".
Fai male? Non dare subito la colpa agli altri, ma guardati dentro con onestà!
Se la fede ti rende duro, impermeabile, intransigente, escludente, razzista, misogeno, omofobo, polemico, sempre in contrasto con gli altri, ecc… Allora non è fede! La fede è solo una scusa per la tua malvagità e per la tua durezza.
Se i comandamenti ti imprigionano e non sono luoghi di libertà allora non hai incontrato Cristo! Non è fede!
Quando una persona incontra il Signore, quando riceve lo Spirito Santo, ne resta modificato nel cuore e diviene capace di amore, di misericordia e di carità concreta.
Concludendo questa meditazione vorrei dire che la vita non è certamente anarchia, ma neppure legalismo, bensì la vita è libertà di scelta e scelta che rende liberi.
Davanti alla legge deve prevalere l'amare per le cose, per le persone e per le situazioni. Se la legge mi impedisce di amare, quella legge non va applicata. Se la legge mi rende escludente allora è demoniaca.
Dobbiamo diventare capaci di fare nostre quelle scelte che ci rendono realmente liberi, accoglienti e misericordiosi.
Per fare tutto questo ci vuole una buona dose di umiltà e di ascolto, lasciando libero lo Spirito Santo di agire in noi.
Vorrei concludere questo commento con un racconto dei Padri del deserto:
"Un anziano aveva un discepolo di provata virtù ma un giorno, essendo di cattivo umore, cacciò in malo modo fuori il discepolo, che aspettò, seduto all'esterno. Il vecchio aprendo la porta lo trovò lì seduto da ore e gli chiese perdono dicendo: sei tu il padre mio, poiché la tua umiltà e la tua pazienza hanno vinto la meschinità del mio cuore. Entra! D'ora innanzi tu sei l'anziano e io il discepolo perché con il tuo comportamento ti sei mostrato superiore alla mia esperienza".
È molto bello questo scritto perché sottolinea come non sia l'età a renderci persone buone, non è l'esperienza a renderci obbligatoriamente superiori ai giovani, non è il rispetto delle regole e delle leggi che ci rende buoni cristiani. L'amore concretamente vissuto in azioni quotidiane puntuali, unitamente all'esperienza dell'ascolto della Parola di Dio, questo ci rende persone capaci di amare e persone che vivono l'amore.
Non è la legge, non è la norma e non è il codice di diritto canonico, non è venire a messa, non è dire il rosario e non sono le processioni che ci salveranno. Non è la carità disincarnata, non è il volontariato, non è l'ideologia che ti salveranno.
È l'esperienza di Cristo che ti libera, è vivere la carità concreta e l'atteggiamento di apertura agli altri sapendo di incontrare Cristo negli altri che ti libera.
Quando Gesù è al centro di ogni cosa non servono i comandamenti, ma prevale la libertà.
È tempo di domande e, come dicevo domenica scorsa, di decisioni concrete!
Se vivo i comandamenti, perché li vivo? I comandamenti mi rendono libero e docile oppure rigido e intransigente? Come vivo il mio rapporto con gli altri? Sono una persona realmente accogliente senza "se" e senza "ma" cioè senza giustificazioni?
L'esperienza della fede mi rende una persona più libera, più serena e più accogliente oppure l'opposto?
Signore Gesù, liberaci dal male che abita i nostri cuori, liberaci dall'inganno e della menzogna, dal sospetto e dalla diffidenza, liberaci dall'egoismo e dall'avarizia, dalle comodità e dalla pigrizia, liberaci dalla chiacchiera e dalla maldicenza, liberaci dalla falsità e dall'opportunismo, liberaci dall'autosufficienza e dall'orgoglio, dal rancore e dalla vendetta, liberarci dal giudizio e dal pregiudizio, dalla falsa superiorità e dalla presunzione, liberaci dalla tristezza e dal malumore, dai musi lunghi e dai lamenti. Liberaci dalla paura dell'altro e dal timore di perdere qualcosa o qualcuno, liberaci da ciò che possediamo in modo egoista, fa che non diventiamo schiavi delle persone, delle cose, delle situazioni e delle comodità. Trasformaci attraverso il tuo Spirito Santo, rendici persone nuove, gioiose, fedeli e coraggiose. Così sia.
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