XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
- Gabriele Semeraro
- 31 ago 2024
- Tempo di lettura: 4 min

Questa domenica Gesù ci propone un tema che noi abbiamo già affrontato nel mese di agosto a più riprese… il tema della mondanità spirituale.
San Paolo e Gesù toccano in modo deciso questo tema pur non chiamandolo con questo termine.
Devo ammettere che quando sento raccontare le polemiche tra Gesù e i Farisei per le questioni di purità, non posso fare a meno di pensare alle polemiche tra gli ultra-cattolici e il resto della chiesa.
La dinamica è esattamente quella del Vangelo di oggi.
Se volete farvi del nervoso oppure del ridere vi suggerisco di andare a visitare alcuni siti internet e, se ci fate caso bene, troverete la stessa dinamica del Vangelo di oggi.
Andate sul sito dell'associazione pro-vita, andate sui siti dei nostalgici del rito tridentino e andate su siti del genere. Vi accorgerete che la dinamica di fondo non è tanto di sostanza quanto di forma, non è tanto di umanità quanto di norma.
E noterete anche una dinamica umana molto simile: da un lato abbiamo i Farisei che vivono una marea di norme religiose e rompono le scatole agli altri perché non le vivono oppure non le vivono come vogliono loro, dall'altra abbiamo questi delle associazioni pro-vita e delle varietà di tradizionalisti i quali tormentano gli altri esattamente nella stessa dinamica dei farisei.
Il Vangelo parla a tutti e in ogni tempo.
“Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?”
La risposta di Gesù è valida anche per noi e, mi permetto di dire, che è più dura per noi perché noi ci diciamo discepoli di Gesù.
‘Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”’.
Il male non è nel mondo e non viene da fuori!
Dobbiamo stamparci in testa e nel cuore che il male non viene da fuori, ma da dentro di noi!
Dice Gesù che “Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo”.
Guardate che l'elenco di Gesù non è esaustivo perché parlava a uomini e donne di un tempo diverso dal nostro, ma questo discorso è tranquillamente ampliabile…
Certamente anche noi ci troviamo nell'elenco di Gesù che cita impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia e stoltezza, ma a questi potremmo tranquillamente aggiungere l'omofobia, la misoginia, il razzismo, la violenza psicologica, la violenza spirituale, l'indifferenza, la superficialità, ecc…
Ecco, queste cose non ci rendono buoni cristiani se le assecondiamo. Gesù non dice che i cristiani non provano queste cose, ma dice che il male viene da lì.
C'è un combattimento che non si risolve semplicemente con la forma, ma richiede la sostanza, richiedere la necessità di mettersi in discussione e l'intenzione di voler cambiare.
Il tormentare gli altri con le proprie manie e le proprie rigidità non rientra tra quegli elementi che sono ben accetti da Cristo.
Se diventano più importanti le regole, le norme, la liturgia, la prassi e qualunque altra cosa a scapito dell'umanità dell'altro… dobbiamo essere consapevoli che abbiamo scelto la via farisaica.
Attenzione perché la via farisaica non è una via di per sé umanamente cattiva, ma cristianamente imperfetta! Non gradita da Gesù.
È la via di chi preferisce la lettera morta della legge alla persona reale che ha davanti.
Guardate che su questo sia i vangeli che le lettere apostoliche sono di una chiarezza estrema. C'è il primato di una fede vissuta nella concretezza della vita a scapito di preghiere, forme liturgiche e tradizioni.
San Giacomo Apostolo in una lettera dice ” Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede”.
Oggi Paolo invece ci ha detto “Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi.
Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo”.
Noi troppo spesso ci siamo convinti che il molto parlare e il frequentare un rito liturgico ci assolva da ogni responsabilità verso i fratelli…
Peggio che peggio ci siamo convinti che essere cristiani non abbia a che fare con le nostre azioni quotidiane.
Non c'è scritto nel Vangelo di tormentare gli altri con le nostre fesserie religiose, non c'è scritto di pregare tanto che così andiamo in paradiso, non c'è scritto che le molte messe siano garanzia di salvezza personale.
In tutti i vangeli e in tutte le lettere invece troviamo che sono le nostre azioni a mostrare la forza e la radicalità della nostra fede.
Inoltre per ciascuno di noi il percorso di vita cristiana è diverso perché il monaco e la monaca sono chiamati a vivere una quotidianità che è diversa dal frate e dalla suora, che è diversa laico al sacerdote, che è diversa dallo sposato e dal celibe.
Voi laici e noi sacerdoti secolari siamo chiamati a vivere azioni concrete di carità verso tutti sempre… azioni che interagiscono con il mondo secolare.
Possiamo fare scelte anche impopolari, ma non possiamo voltare le spalle del tutto davanti a chi ha bisogno… a prescindere dal colore della pelle, della religione, del genere, dell'orientamento sessuale, dello stato di vita, del lavoro, ecc…
Noi non abbiamo scuse e non possiamo dire che non sappiamo quale sia la volontà di Dio sulla nostra vita.
Possono dirlo gli altri, ma non noi cristiani!
Pur non sapendo quale sia il nostro cammino personale, quello si costruisce giorno per giorno e si scopre giorno per giorno, sappiamo benissimo qual è lo stile di vita a cui siamo chiamati perché Gesù ha percorso quella strada e ha tracciato quel sentiero.
Noi abbiamo veramente un Dio che ci parla attraverso la sua vita terrena, che continua a parlarci attraverso le Scritture e che ci aiuta a capire come vivere al meglio questa vita per godere tutti insieme della vita che non ha fine.
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