XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
- Gabriele Semeraro
- 7 set 2024
- Tempo di lettura: 4 min

I due temi fondamentali di questa domenica sono la ri-creazione (la creazione nuova) e una logica di vita fuori dai nostri schemi.
Una delle conseguenze della creazione, qualcuno direbbe della caduta, è il fatto che per come siamo stati creati siamo soggetti alle conseguenze di quello che noi definiamo male.
Noi abbiamo imparato a leggere scorrettamente il racconto della Genesi e abbiamo raccontato alla gente che la morte fisica, la malattia, il dolore e tutto ciò che di storto c'è nel mondo è conseguenza diretta del peccato. Certamente il male ha lasciato traccia in queste cose, ma abbiamo evidenziato troppo l'azione del male dimenticando che invece siamo stati creati finiti e definiti.
Genesi non è un racconto storico che ci dice come sono avvenute le cose, ma un racconto metastorico che vuole dare un senso al perché della creazione, al perché del male ontologico e al nostro destino finale.
Dio ha fatto bene ogni cosa, l'aver fatto bene ogni cosa non significa che nel progetto non fossero già compresi anche la morte fisica e le conseguenze di essere entità finite e definite.
So che è una cosa che non piace a tanti, ma se vogliamo essere nell'ottica di una fede sana e concreta allora dobbiamo dirci chiaramente questa cosa.
La morte ontologica è entrata nel mondo a causa del peccato, ma non la morte fisica. Il male ontologico è entrato a causa del peccato, ma non tutto quello che a noi sembra male è automaticamente malvagio e conseguenze del peccato.
Il fedele che vuole camminare sulle vie di Dio urla la propria finitezza che viene resa dolorosa a causa del male ontologico. Davanti a questo male e a questo dolore disperato Dio non rimane muto, ma ri-crea.
Prende quella creazione e la riporta alla bellezza delle origini in cui la morte fisica esisteva, ma non il male e il sopruso.
La prima lettura di oggi e soprattutto il Vangelo ci raccontano che Dio è dalla nostra parte in questo modo.
Gesù fa degli atti molto fisici per guarire la persona che ha davanti e guarendola non la rende immortale bensì la riporta a uno stato ottimale di vita per cui può rientrare in relazione con Dio e coi fratelli.
Inoltre per compiere questa guarigione Gesù non compie un atto religioso, ma fa dei gesti che erano tipici del mondo magico pagano. Loro gli chiedono di imporre le mani e invece lui tocca le orecchie e usa la saliva. Gesti chiaramente pagani e magici.
Come dire che Dio utilizza la nostra cultura e si adatta ai nostri usi pur di compiere le sue opere.
Il Signore i problemi non ce li risolve, ma ci mette in condizione di affrontarli con lui e di affrontarli nel nostro stato ottimale di vita interiore.
Paolo invece ci vuole aiutare a comprendere qual’è lo stato di relazione che dovrebbe esserci tra cristiani, ma forse sarebbe meglio dire quale dovrebbe essere la relazione migliore tra un credente e qualunque persona incontra.
Se la analizziamo bene ci rendiamo subito conto che anche nella nostra comunità qualcosa non funziona.
Se io arrivo durante una riunione in parrocchia ecco che tutti si alzano e mi danno il posto migliore. Quando arriva il vescovo lo si mette in prima fila? Paolo ribalta questa logica e dice che se arriva il vescovo e contemporaneamente arriva un povero tu il posto migliore lo dai al povero.
Non si tratta di masochismo, non si tratta di perbenismo e non si tratta di buonismo, ma si tratta di una logica differente dove al primo posto viene messo chi è più fragile perché ne ha più bisogno.
La vera giustizia è dare a ciascuno secondo il proprio bisogno reale, personale e oggettivo.
Certo che Dio ci ama tutti allo stesso modo, peccatori e santi, ma non ci tratta tutti allo stesso modo. Questo è uno degli scandali della vita mortale e soprattutto del cristianesimo.
C'è gente che non fa nulla di male ed è malata, c'è gente che truffa e sta bene, ecc… metteteci voi tutti gli esempi che volete, quelli classici che ci fanno, dall'interno e dall'esterno, i contestatori della visione cristiana e di Dio.
Se guardiamo bene alla logica che emerge dal Vangelo di oggi ci rendiamo conto della grande eresia ad esempio dei tradizionalisti, di coloro che pongono prima la dottrina morale rispetto a qualunque altra cosa, di coloro che che non capiscono che la liturgia è solo uno strumento e come tale può anche cambiare perché è in funzione dei fedeli.
Gesù è dalla parte del bisognoso non perché lo ama di più oggettivamente, ma perché il bisognoso necessita di maggior amore.
Quello che viene chiesto a noi è di entrare in questa logica, in questo sguardo, in questa modalità di relazione e in questo stile di vita.
Guardate che Gesù non lo sta chiedendo all'ente “Chiesa Cattolica”, non lo sta chiedendo alla “Sacra gerarchia”, ma lo sta chiedendo a tutti battezzati! Lo sta chiedendo a ciascuno di noi qui presente!
Il Dio incarnato, Gesù, davanti a un mondo creato bene che si è corrotto lo ricrea attraverso azioni concrete che hanno una propria logica. A noi chiede esattamente la stessa cosa, ci chiede di ripartire da una logica nuova per fare azioni concrete che possano trasformare questo mondo.
La logica nuova non è quella di scendere in piazza a urlare fesserie cattoliche, non è quella di andare nei consultori a tormentare della povera gente già in difficoltà, non è quella di odiare e osteggiare chi ha un affettività diversa dalla nostra, ecc… la logica invece è quella di porre al centro chi ne ha più bisogno, di amare la persona che si ha davanti non per le scelte che fa bensì per quello che è, la logica è quella della persona al centro prima di ogni ideologia (che sia un migrante, un profugo, un assassino, una persona problematica, ecc…).
Però non aspettiamoci che il Signore ci risolva i nostri problemi perché questo non avverrà in linea di massima. I problemi si affrontano con le energie che si hanno, si affrontano chiedendo aiuto e uscendo dalla nostra dinamica autoreferenziale ed egoistica.
Altrimenti rischiamo di divenire come quei cristiani sempre arrabbiati con tutti e tutto.
Gesù oggi ti dà la possibilità di sentire di nuovo e di vederlo, ti dà la possibilità di vivere nel mondo reale. Sta a te decidere se questo dono che oggi ti ha fatto vuoi metterlo in campo concretamente nella tua vita oppure se vuoi tornare a vivere da sordo e muto guadagnandoti un caldo posto nella morte esistenziale.
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