top of page
Cerca

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 14 set 2024
  • Tempo di lettura: 5 min

La parola di Dio di questa settimana non è facile da accogliere, non è facile da interiorizzare e non è facile da vivere, ma ci permette di entrare in una logica di vita di fede pienamente cristiana.

Noi abbiamo un vizio che è quello di romanzare la fede… è una tentazione presente in tutte le religioni, ma non dovrebbe esserlo per noi cristiani che partiamo da un'esperienza molto concreta che Gesù ha fatto.

L'esperienza di Gesù essendo fatta di quotidianità è fatta della stessa pesantezza del vivere quotidiano che sperimentiamo noi. Ci sono fatiche, dolori, pesantezza, come ci sono gioie, incontri e bellezze.

Dove e quando Cristo ha trasformato il suo stile di vita da concreto a spiritualizzante? Mai!

Noi ci siamo riempiti la bocca e la mente di valori, di parole, di convinzioni e di preghiera, ma troppo spesso abbiamo dimenticato l'esperienza del vivere cristiano che è un'esperienza del tutto quotidiana.

Pietro è esattamente come noi e fa esattamente il nostro errore cioè tende a spiritualizzare da un lato Gesù e dall'altro lo vuole dominante sui nemici che, in quel caso, sono i romani. 

Gesù invece si presenta come un salvatore sfigato e perdente.

Il Signore quasi mai è teorico, ma tutto ciò che fa spiega e tutto ciò che spiega fa.

Se avete tempo e voglia vi suggerisco di studiare bene la lettera di Giacomo di cui oggi abbiamo udito un pezzettino perché essa proclama la superiorità delle azioni e della vita rispetto alle dottrine e alle morali.

È inutile parlare di accoglienza se poi non siamo capaci ad aprire il nostro cuore verso quel cittadino difficile che non ci piace, se non sappiamo aprire il nostro cuore verso quel vicino un po' pungente, se non sappiamo perdere il nostro tempo con chi non ci è subito affine.

Ma soprattutto è inutile dire di essere persone accoglienti se oltre al cuore non mettiamo in moto anche le mani cioè le azioni.

Il passaggio della lettera di Giacomo di oggi lo cito spesso perché cerco di interiorizzarlo nella mia vita e di viverlo.

Non sempre mi è possibile viverlo puntualmente, ma vi garantisco che è un'urgenza della mia vita credente.

Troppo spesso noi preghiamo per la pace e poi non sappiamo fare pace nella nostra vita quotidiana, troppo spesso preghiamo per il superamento delle discriminazioni nella chiesa e poi le operiamo nella nostra comunità, troppo spesso parliamo di accoglienza e altrettanto spesso non la pratichiamo nella nostra quotidianità.

Cosa si dice normalmente? Tanto c'è la parrocchia (intesa come ente amministrativo), ci pensi Caritas, ci sono le suore, ecc… ci sono gli altri, ma noi le mani in prima persona non ce le mettiamo mai.

Su questo poi siamo bravi a inventare mille scuse: non ho tempo, ma io lavoro, ma ho famiglia, non saprei da dove partire, ecc…

Tutte scuse per quietare la nostra coscienza, scuse che però si manifestano per quello che siamo realmente cioè dei non credenti perché il credente vive.

San Giacomo è chiarissimo oggi ed estremamente concreto “Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta”.

Guardate che è esattamente il nostro compito di cristiani nel mondo.

Non è chiamato a farlo il parroco perché amministratore legale della parrocchia, ma ciascuno di noi e siamo chiamati a buttarci risorse personali in termini di tempo, di soldi e di attività personale.

Quante volte si sente dire "ci pensi il Vaticano con tutti i soldi che ha”, ma tu cosa ci metti in termini personali. Noi rimandiamo, anche a livello sociale civile, tutto a enti perché è molto più facile e più comodo che metterci noi le mani in prima persona.

Il Vangelo oggi ci urla che siamo degli ipocriti! Siamo dei Satana… siamo nella chiesa e fomentiamo divisione con il nostro modo di agire e pretendiamo, come Pietro, di dire a Gesù come essere Gesù. Inoltre pretendiamo di essere discepoli a parole, ma di dettare noi legge su come essere discepoli.

“Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà”

Questa frase di Gesù la leggiamo troppo spesso in modo pietosistico e passivista, spesso si è presentata così anche nella predicazione della chiesa… 

Negare se stessi non vuol dire appiattirsi, ma vuol dire che la mia priorità è quello che vuole Gesù e io provo a vivere, secondo le mie capacità, quello che lui mi chiede.

Provo a viverlo però con radicalità e in modo assolutamente concreto.

Dobbiamo tornare a un primato delle opere, ma non da intendere come buone azioni quotidiane bensì proprio come stile di vita che è composto di tante piccole azioni quotidiane.

All'interno di questa parola ”azioni” rientra tutta una serie di comportamenti: azioni, il modo di pregare, gli sguardi e le delicatezza che mettiamo in essere.

Si tratta di una riforma, di una conversione, assolutamente difficile e impegnativa di cui però non possiamo fare a meno.


Per feglino.

Concludo con una parola di ringraziamento per questa comunità.

I cambiamenti nella vita sono difficili per tutti perché noi ci leghiamo alle persone, ai volti, alle storie e alle relazioni oltre che ai luoghi.

Fare la volontà di Gesù vuol dire accettare anche lo scarto della perdita, del doversi lasciare senza sapere quando e se ci si rivedrà.

La separazione però non è divisione, ma un proseguire tutti verso la stessa meta che è alta e comune: il cielo!

Il mio primo grazie voglio dirlo a Gesù e a Maria che mi hanno condotto negli ultimi due anni in un cammino nuovo, forse non troppo sperato dato che i primi due anni di ordinazione sono stati terribili a causa della pandemia e di certi preti con cui ho provato a collaborare, dicevo un cammino nuovo e inaspettato che però si è dimostrato assolutamente meraviglioso.

Feglino e Finalborgo sono stati due regali inaspettati, difficili e meravigliosi, ma assolutamente inaspettati. 

Non avrei mai detto che mi sarei affezionato così tanto a un posto come Feglino e neppure avrei mai pensato di trovare così tanti amici.

Voglio dire grazie a don Giovanni che mi ha accolto come vice parroco nell'ultimo tratto del suo ministero.

Sono stato contento di poter fare da ponte con don Andrea, per quel poco che ci siamo visti, e lo voglio ringraziare di tutte le delicatezze che ha avuto nei miei confronti in questo periodo.

Dovrei fare mille ringraziamenti nome per nome… ne faccio solo alcuni e vi chiedo di non offendervi se non citerò tutti perché veramente dovrei ringraziare ciascuno di voi personalmente.

Il primo grazie va alle persone con cui ho collaborato di più perché ho dovuto interagirci quattro anni fa appena arrivato a Finale a causa di questioni scout e subito dopo scolastiche.

Gaia e Roberta sono state due colonne per me a livello sacerdotale, personale e scolastico. Grazie perché non mi avete trattato da prete, ma avete avuto per prime la grandezza di riconoscere nella persona che vi stava davanti semplicemente Gabriele. Ora che siamo amici, a cui voglio molto bene, sono certo che andando via non vi perdo… vi aspetterò a Savona per una bella pizza, anche più di una.

Grazie a tutti coloro che ho tormentato per avere dei passaggi e faccio due nomi a titolo rappresentativo, ma nessuno di voi si sente escluso o esclusa.

Grazie Centina e Rodolfo, ma con loro tutti coloro che si sono prestati generosamente e praticamente ad ogni mia richiesta, grazie più che dei passaggi direi della relazione con voi.

Ogni passaggio e ogni richiesta di accompagnamento è divenuto un tempo significativo di dialogo personale.

Grazie veramente a tutti perché se io spero di aver aiutato un pezzettino del vostro cammino certamente tutti voi avete aiutato il mio cammino umano e spirituale. 

Vi abbraccio.

 
 
 

留言


  • Facebook personale
  • Gruppo Facebook
  • Instagram profilo personale
  • Pinterest
  • Instagram Icona sociale
  • YouTube Icona sociale
  • Tumblr Social Icon
  • Twitter Clean
bottom of page