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XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 21 ott 2023
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 22 ott 2023


La parola di Dio di oggi so che l'avete sentito commentare mille volte e sono certo che almeno una volta l'abbiate sentita commentare interpretando questo Vangelo come se fosse il fondamento della divisione tra chiesa e stato, tra ciò che è profano e ciò che è sacro.

Personalmente non concordo con questa interpretazione. Tutte e tre le letture invece mi sembra che ci stiano proponendo non la via della separazione, ma il principio di realtà.

Troppo spesso sento definire la fede come qualcosa di non concreto, di evanescente, di non razionale e di poco realistico. La fede però, quella vera, non è né cieca né superstiziosa e neppure magica.

Nella prima lettura, seppur in in chiave poetica, troviamo la realtà di un re che non riconosce il Dio di Israele, ma che diviene strumento di liberazione per conto di questo Dio.

Nel Vangelo troviamo delle persone indurite e imbruttite le quali vogliono mettere alla prova e cogliere in fallo Gesù. Non sono persone che vivono nella realtà, ma sono incastrate nei loro desideri e nei loro sogni perversi. Quante volte anche noi siamo nella medesima condizione?

Alcuni tra noi sono sempre incastrati nel passato: un passato mitico, sempre migliore del presente e irraggiungibile. Oppure un passato brutto, pieno di rancori, pieno di malignità e sopruso.

Altri tra noi sono sempre proiettati in un futuro irraggiungibile: fatto di desideri irrealizzabili oppure in un futuro che genera in loro ansia.

E il presente? Il presente è il luogo del reale dove non si può fuggire né dal passato mitico o tragico e neppure nel futuro ipotetico e irreale.

Gesù abita il presente, la realtà e l'immediatezza.

Il chiedere la moneta sottolineando l'effige di Cesare non vuole sottolineare la divisione tra ciò che è sacro e ciò che è profano, ma evidenziare il principio di realtà. Davanti a una domanda fallace che ha come scopo non la conoscenza, ma il far cadere Gesù… Lui sceglie il principio di realtà e non cade nel tranello. L'effigie è di Cesare datela a Cesare! 

La realtà è fatta di cose umane e di cose che riguardano la spiritualità. Ogni aspetto della vita deve rispondere a se stesso e ogni cosa deve essere vissuta a pieno per quello che è.

È lecito pagare le tasse? Sì è un dovere di ciascuno di noi e non facendolo compiamo un'ingiustizia, un peccato e una mancanza di carità. Ma la vita è più complessa, la vita ha mille sfaccettature e soprattutto vive di evidenze concrete.

Ragionando in questo modo evitiamo le pratiche superstiziose, la religiosità magica e la rigidità sia in campo civile che in campo ecclesiale.

Anche San Paolo spesso ricorda la concretezza del vivere credente, una concretezza che spesso si mischia con ciò che alcuni nella chiesa considerano profano. Dice Paolo "Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l'operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo".

Come vedete Paolo utilizza dei termini che rimandano a una concretezza di una fede operosa: l'operosità della fede, la fatica della carità cioè dell'amore e la fermezza nella speranza del Signore.

Oggi più che mai dobbiamo combattere questi reflussi di fede ottocentesca che trasformano il credente in un essere informe incapace di essere concreto e che lasciano troppo spazio ad apparizioni, a fenomeni falsamente mistici, a preghiere verbose, al liturgie scenograficamente belle ma assolutamente vuote e che generano sempre più credenti insignificanti che non sanno mettere le mani in pasta nella vita reale, concreta e quotidiana.

Permettetemi la battuta… Ricordiamoci di quello che vi sto dicendo tra qualche giorno quando inizierà la preparazione per Halloween.

Ricordiamoci che questa festa dal nome anglosassone in realtà ha radici profonde in tutta Europa e soprattutto ha radici cristiane. Il principio di realtà vuole che lasciamo in pace i bambini giocare con questa festa e non tormentiamo gli adulti che permettono di festeggiarla con la scusa di assurde paranoie pseudoreligiose e assolutamente false.

Gesù insegnò ai suoi discepoli a non fare dietrologie, a non vivere di falsi complottismi e a stare su principi di realtà.

Permettetemi di dirvi con franchezza che ci sono alcuni tra noi che passano da un presunto complotto a un altro senza rendersi conto che in questo modo prestano realmente al fianco a tutto ciò che è male e divisione.

Questo avviene quando si combatte Halloween non conoscendone le radici cristiane, è avvenuto durante il covid quando si è fatto di tutto pur di non rispettare le norme igienico sanitarie in chiesa (vedi la lotta di alcuni contro la comunione in mano), lo si fa ogni qualvolta si attacca il Papa definendolo un massone oppure un falso Pontefice, ecc… il complottismo religioso, un certo modo di intendere la spiritualità Mariana (in particolare alcuni mejugoriani) e un certo tipo di nostalgia preconciliare è figlia di una mentalità farisaica e ipocrita che non sa stare sulla realtà di oggi e che non saprà mai vedere Gesù nella realtà di oggi.

Cerchiamo invece di uscire da queste dinamiche e manie religiose per poter vivere la nostra vita e quindi la nostra fede in serenità.

Concludo con quello che mi diceva sempre il mio confessore anni fa: Gesù non è ieri perché il passato non esiste più, Gesù non è domani perché nel futuro non c'è certezza, Gesù è oggi perché è sempre con te… vivilo!

 
 
 

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