XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
- Gabriele Semeraro
- 16 ott 2021
- Tempo di lettura: 3 min
In questa domenica ci è stato proposto uno dei testi profetici che riguardano il cosiddetto servo di Jahvè in cui noi vediamo una prefigurazione evidente di Cristo. Nel testo di Isaia ci viene presentato quindi il "servo sofferente" che da la vita per gli altri mentre nella seconda lettura abbiamo l'immagine del sommo sacerdote che non ha bisogno di offrire sacrifici per il perdono dei peccati perché è sacerdote, vittima e sacrificio lui stesso. Possiamo dire che dal punto di vista biblico sono entrambi immagini di Cristo, ma perché ci vengono proposte?
Il tema della Parola di Dio non è la sofferenza, ma il concetto di servizio.
Che cos'è il Servizio cristiano? Cosa vuol dire servire? Quando l'uomo serve?
Troppo facilmente uniamo il concetto di servizio al concetto di servo o peggio di schiavo. Il luogo dove il cristiano e la cristiana imparano a servire è quando imparano ad amare, l'incontro con la carne di Cristo, nella concretezza della carne di Cristo che è nel fratello e nella sorella. Il servizio si fa "in strada" e non in chiesa.
Il servo sofferente non dà la vita per il fratello perché lui è buono, ma perché vede che il fratello ne ha bisogno. Il servizio implica che noi ci decentriamo da noi stessi per porre lo sguardo sul bisogno del fratello e della sorella.
Solo se ci spogliamo un po' di noi stessi, solo se siamo disposti a morire un pochino alle nostre idee, solo se impariamo che amore corrisponde a dono, solo allora saremo in grado di intravedere il bisogno della persona che mi sta accanto. Questo è proprio l'atteggiamento del sommo sacerdote della seconda lettura... Lui era totalmente altro rispetto a noi, ma per il bene del mondo e della chiesa, per il bene di tutti si è fatto nostro compagno di strada, si è fatto nostro fratello, è diventato un essere umano.
Qui ci viene insegnato un principio pedagogico fondamentale tanto per i genitori quanto per chi ha ruoli educativi o di guida: colui che avendo un ruolo genitoriale ed educativo si mette in un atteggiamento di lontananza e chiusura rispetto al figlio o all'educando, non riuscirà mai a capire i reali bisogni di chi gli sta davanti.
Come vi dicevo domenica scorsa non si può capire i bisogni di una comunità, ad esempio per il pastore, se non si è dentro la comunità è parte di essa. Per dirla come il papa bisogna che ciascuno di noi, sacerdoti o laici, si sia nella comunità davanti, dentro e in fondo. Davanti si guida, dentro si dialoga e in fondo si aspetta gli ultimi.
Esattamente come ha fatto Gesù.
Nel Vangelo la tematica non cambia... il tema non è il potere, ma il servizio. E nell'ottica del servizio cristiano proposto da questo Vangelo che la comunità è realmente cristiana cioè una realtà che si accorge dei bisogni altrui e che sa farsi vicina. Ricordandoci che la comunità non è il prete da solo, la comunità non sono due persone che fanno sempre tutto, la comunità non è chi impone una decisione agli altri con arroganza e violenza magari utilizzando logiche di potere… addirittura tentando di manipolare il pastore.
Vorrei concludere leggendo che nuovamente un breve testo dei Padri del deserto che ci può aiutarci a capire come guardare all'altro, chiunque esso sia:
"Uno degli anziani aveva finito di fabbricare i suoi canestri e aveva già messo i manici quando udì il suo vicino dire: 'che fare? Il mercato sta per cominciare e non ho niente per fare i manici per i miei canestri'. Immediatamente l'anziano tolse i suoi manici e li diede al fratello con queste parole: 'Ecco, questi non mi servono, prendili e mettili sui tuoi canestri'. Nella sua grande carità egli vide che il lavoro del fratello era finito mentre il suo era rimasto incompleto".
Abbiamo visto che amare vuol dire servire. Nel servire non sono io a decidere di cosa ha bisogno l'altro: io mi privo di ciò che ho perché l'altro possa avere ciò che lo completa e nel fare questo sono disposto a perdere un pezzo.

Gesù, Perdonaci quando siamo litigiosi, quando amiamo apparire a scapito degli altri, quando cerchiamo di emergere e sembrare a tutti i costi brillanti, quando ci illudiamo di essere migliori degli altri oppure addirittura migliore di te. Apri i nostri occhi e mostraci la nostra piccolezza, facci vedere quanto è sciocco crederci superiori, Aiutaci a non preoccuparci troppo di noi stessi.
Facci entrare nella logica del dono, della gratuità, dell'umiltà, rendici capaci di semplici gesti d'amore, senza che aspettiamo nulla in cambio. Donaci la gioia di servire senza il bisogno impellente di essere notati dagli altri a tutti i costi, aiutaci a perdere un pezzettino per il bene di qualcun altro, mettici nella condizione di libertà tale da riuscire ad agire solo per amore, come in fondo hai fatto tu sulla croce. Così sia.
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